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BIANCHI IN CANTINA E ROSSI NEL VIVO DELLA RACCOLTA NON MENTONO: LA VENDEMMIA 2011 È COMPLICATA, ANTICIPATA, CALDA, BUONA MA NON OTTIMA. A WINENEWS, IL PRIMO BILANCIO NELLE VOCI DEL MEGLIO DELL’ENOLOGIA ITALIANA: “SENATORI”, “CONFERME”, “EMERGENTI”

Italia
In tutta Italia la vendemmia dei rossi è nel pieno della sua attività

“Le uve quest’anno hanno subito una sorta di concentrazione artificiale dovuta all’anomala e intensa ondata di calore sviluppatasi dopo ferragosto. Con i livelli di alcol che sono cresciuti, in qualche caso, in modo preoccupante. Qualitativamente potremmo avere delle produzioni ottime o scadenti, anche nello stesso vigneto. In questo senso si tratta di una vendemmia che va inquadrata caso per caso, un accorgimento più valido che in altre annate”. Parola di Leonardo Valenti, agronomo e consulente di tante tra le più importanti cantine del Belpaese, che traccia il quadro di una vendemmia oggettivamente complicata, con le varietà bianche ormai in cantina e i rossi nel vivo della raccolta. Situazione confermata anche da alcuni fra gli enologi consulenti più importanti d’Italia sondati da WineNews, dai “senatori” Carlo Ferrini e Riccardo Cotarella, alle “conferme” Lorenzo Landi e Roberto Cipresso, fino agli “emergenti” Emiliano Falsini, Barbara Tamburrini, Fabio Mecca e Maurizio Alongi.
Che raccontano di una vendemmia complicata, specialmente per il centro nord del Paese, con una maturazione accelerata drasticamente dalla “vampa d’Agosto” (come da Winenews definita), mentre al sud i tempi di maturazione sono stati più graduali e l’esperienza sulle vendemmie “calde” ha decisamente pesato. Una vendemmia, comunque, poco adatta al “fai da te” e dove l’apporto di un enologo è quasi imprescindibile. Calo quantitativo generalizzato (non solo ci sarà meno raccolto, ma le uve peseranno di meno a causa della loro concentrazione dovuta al calore) e anticipo delle operazioni di raccolta per quasi tutto lo Stivale, anche di 20 giorni sul 2010, e superiore anche a quello registrato per la precoce vendemmia 2007. Ad ottobre sarà dunque difficile trovare vigneti con i grappoli ancora attaccati alle piante. Qualità buona ma non ottima e situazione complessiva decisamente a “macchia di leopardo”, un’espressione un po’ logora ma che per l’annata 2011 ritrova tutto il suo senso. Con le pratiche agronomiche, come sempre importantissime, ma nel 2011 “contro intuitive”, come per esempio la tassativa non scopertura dei grappoli dalle foglie e la paziente doppia vendemmia per eliminare dalla pianta i grappoli ormai appassiti e favorire lo sviluppo di quelli meno stressati dal caldo. Un periodo di vendemmia molto stretto, per giunta, in cui per riuscire a “salvare” qualche varietà, se ne è svantaggiata qualche altra. Non sarà un’annata favorevole a vitigni come il Merlot, mentre sarà favorevole a varietà quali il Petit Verdot, il Syrah e il Montepulciano. A metà i risultati del Sangiovese e del cabernet sauvignon, a seconda dell’esposizione, della protezione fogliare e dello stress da calore. Qualitativamente potremmo avere delle produzioni ottime o scadenti, anche nel contesto di un medesimo vigneto. In questo senso - conclude Valenti - si tratta di una vendemmia che va inquadrata caso per caso, un accorgimento più valido che in altre annate”.
I “senatori”: Ferrini e Cotarella
Per l’enologo toscano Carlo Ferrini, consulente non solo per tante aziende toscane - dalle chiantigiana Barone Ricasoli alle montalcinese Casanova di Neri e Castello di Romitorio (Montalcino), dalla Tenuta Poliziano (Montepulciano) alla Fattoria di Petrolo (Arezzo), ma anche dell’abruzzese Valle Reale e della trentina San Leonardo, bisognerebbe “parlare fra uno o due mesi per dare un giudizio definitivo sulla vendemmia 2011. Di sicuro si tratta di una vendemmia strana e molto anticipata il che non è mai un buon segno. Ma, per usare un esempio lontano dal vino, si ha a che fare con un bel bambino nato però di sette mesi”.
Riccardo Cotarella, consulente di tante aziende dalla molisana Di Majo Norante, dall’umbra Terre della Custodia alla campana Montevetrano, dalla Galardi a San Patrignano, dalla lombarda Castello della Cigognola all’abruzzese Villa Medoro, dalla pugliese De Castris alla Saiagricola, alla “sua” Falesco, di cui è proprietario, insieme al fratello Renzo Cotarella, evidenzia che “la vendemmia 2011 sarà sicuramente scarsa quantitativamente e chi riuscirà a mantenere la contrazione sotto il 10/15% sul 2010 sarà davvero un’eccezione. Chi ha saputo fare una vendemmia intelligente potrebbe ritrovarsi in cantina dei prodotti ottimi, penso ai bianchi ma anche a vitigni come il Sangiovese. Per i tardivi come il Montepulciano bisogna ancora vedere quello che succederà metereologicamente, ma le uve non troppo stressate dal caldo dovrebbero dare buoni risultati. Ho visto vendemmie migliori - conclude Cotarella - ma anche molto peggiori di queste”.
Le “conferme”: Landi e Cipresso
“La notevole accelerazione della maturazione impressa nella seconda metà del mese di agosto dal caldo ha obbligato - spiega Lorenzo Landi, enologo consulente di cantine come Lungarotti in Umbria e Cottanera in Sicilia - ad affrontare la vendemmia con largo anticipo, escluse zone molto tardive ma tendenzialmente marginali. La pioggia di questi giorni non porterà grandi giovamenti alle uve ancora in pianta, che ormai hanno le bucce degradate dal calore. Credo che le uve raccolte fino al 15 di settembre non siamo male, certo no stiamo parlando di un’annata eccezionale, specialmente dal punto di vista della freschezza aromatica, ma sicuramente buona, solo un po’ inferiore, per fare un esempio, alla 2007”.
“Quello che mi sembra contraddistinguere la vendemmia 2011 - spiega Roberto Cipresso, noto flying wine maker ma anche scrittore di libri ad alto tasso enoico come “Il romanzo del vino”, “Vinosofia” e “Vineide” - è il forte calore agostano che ha letteralmente collassato le uve, asciugandole e, nei casi più gravi, appassendole in pianta. Evidentemente non tutte le uve e non tutte le varietà e non nella forma della caldissima vendemmia 2003, ma certo il fenomeno è stato piuttosto esteso. Non possiamo sicuramente parlare di una grande annata, piuttosto di un’annata media”.
Gli “emergenti”: Falsini, Mecca, Tamburrini, Alongi
“Fino al 20 di agosto è stata un’annata da incorniciare, poi il grande caldo ha portato - spiega Emiliano Falsini enologo con consulenze in Emilia Romagna, Toscana, Umbria e Sicilia - non pochi problemi. La situazione è più che mai a macchia di leopardo, i parametri analitici, se uno ha effettuato una vendemmia selettiva, non sono così male. E’ una buona vendemmia, non sarà eccezionale, ma di certo non ha nulla a che fare con quella del 2003 e - conclude l’enologo toscano - la preferisco a quella dello scorso anno”.
“Al sud è una vendemmia di grande qualità - spiega Fabio Mecca, giovane enologo consulente con aziende in Basilicata, Campania, Calabria e Puglia - le uve sono molto sane e l’acqua che in questi gironi è arrivata, dovrebbe favorire la maturazione degli Aglianico e del Negroamaro. La produzione è quantitativamente inferiore al 2010 ma come l’anno scorso resta il problema dei prezzi troppo bassi della materia prima, che specie in Puglia e Basilicata rischiano di innescare gravi ripercussioni sul settore”.
Per Barbara Tamburrini, consulente di aziende in territori importanti, tra cui anche l’emergente La Corsa, l’azienda toscana di Marco Bassetti (ad Endemol) e di sua moglie Stefania Craxi, la vendemmia 2011 “non è ancora conclusa, siamo a metà dell’opera e se i bianchi hanno ormai dato buoni risultati i rossi dovrebbero essere molto concentrati e di buone caratteristiche generali. Decisive le prossime due settimane per una vendemmia che è iniziata in anticipo un po’ dappertutto e che, probabilmente, si protrarrà almeno per tutto settembre”.
“Una vendemmia anticipata, complicata, di difficile decifrazione e di difficile gestione - spiega Maurizio Alongi, enologo consulente del progetto siciliano di “Libera Terra” - La difformità del livello di maturazione delle uve necessita di una cernita della materia prima rigorosissima. Probabilmente, chi lavora con rigore e con qualche rischio porterà in cantina buoni prodotti dalle zone migliori, insomma, le uve destinate ai cru dovrebbero avere una qualità interessante. Sbilanciarsi è però difficile”.

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