02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2024 (175x100)

“BOLLICINE SU TRENTO” - A CONVEGNO SU EVOLUZIONI DI MERCATO NEGLI SPARKLING WINE. VIZZARI: “GUARDARE AL NOSTRO MERCATO”. SABELLICO: “LA BELLA DIVERSITA’ DELLE BOLLICINE ITALIANE”. FALLOWFIELD: “TENDENZE? ROSÉ E EXTRA BRUT”. TRENTODOC: “2010 OK”

Italia
Assaggi di bollicine

“Nessun metodo classico italiano ha i numeri per competere sui mercati emergenti con lo Champagne: quindi, non vale la pena di impegnarsi in obiettivi che richiedono risorse sproporzionate rispetto ai risultati conseguibili. Il mercato più giusto a rappresentare la terra di conquista per le nostre bollicine è, dunque, quello domestico. E vanno poi riconsiderate tutte le strategie. Primo: privilegiare i consumi nazionali, educare il consumatore ad apprezzare il legame fra il prodotto e territorio, evitando di ingaggiare battaglie commerciali senza speranza. Secondo: eliminare il termine “bollicine” che crea confusione fra metodo classico e metodo charmant. D’altro canto, un altro grande problema del metodo classico italiano è proprio quello legato all’identità: Francia è Champagne, Spagna è Cava, l’Italia è un insieme di prodotti con caratteristiche diverse incapaci di emergere e spesso in conflitto fra loro”. E’ il pensiero di Enzo Vizzari, direttore delle Guide de L’Espresso e opinione leader del wine & food, che, ieri, per l’evento “Bollicine su Trento” (appuntamento classico dedicato al Trentodoc - promosso dalla Camera di Commercio e dalla Provincia di Trento, con Trentino Spa, di scena da ieri al 13 dicembre; info: www.trentodoc.it), è stato chiamato dal TrentoDoc, per parlare delle evoluzioni e tendenze di mercato nel mondo degli “sparkling wine”.
Ma Vizzari non è stato il solo ad essere chiamato ad analizzare cifre e numeri di un mondo, quello delle “bollicine di vino” che, nonostante tutto, mostra una buona salute, frutto della tendenza consolidata della destagionalizzazione del consumo e del suo brindisi a tutto pasto: il 2010 è stato insomma un anno buonissimo per le classiche bollicine italiane e, nei primi 8 mesi, l’export è cresciuto del 21%, dato che conferma il momento d’oro che stanno vivendo i nostri spumanti oltre confine; risultati che possono ancora incrementare per Natale e Capodanno.
Un’ottimismo, dunque, che vale, chiaramente, anche per il Trentodoc, una delle punte d’eccellenza dell’enologia italiana. Fausto Peratoner, presidente del Trentodoc e patron della trentina Cesarini Sforza, afferma: “dopo un 2009 difficile, il Trentodoc registra una ripresa (+15% delle vendite sul 2009), sia nel mercato interno che in quelli esteri, con risultati più che lusinghieri in Europa e negli Stati Uniti. Da qui nasce l’idea di passare a Docg, rivisitando il disciplinare di produzione e dando così un segnale preciso della nostra ricerca dell’eccellenza”. Anche per Matteo Lunelli, vice presidente di Ferrari, la situazione sta evolvendo positivamente: “il Natale in arrivo indica certamente segnali di ripresa su quello del 2009. Ormai la tipologia bollicine è solidamente vicina ai gusti contemporanei e capace di attirare anche i giovani. I nostri prodotti vanno molto bene all’estero, dove la ripresa in generale è più vivace”. Luciano Rappo, responsabile relazioni esterne di Cavit, conferma: “stiamo andando bene e cresciamo abbastanza anche nella ristorazione di qualità italiana. Un’espansione del Trentodoc in generale che ha saputo diventare uno spumante adatto al consumo al bicchiere agli aperitivi, conquistandosi il ruolo di vino da tutto pasto”.
Gli scenari di mercato del mondo degli “sparkling wine” sono stati poi trattati, per l’Italia, da Licia Granello, food editor de “La Repubblica”, e da Gilles Fallowfield, esperto mondiale di Champagne e bollicine, che hanno illustrato le cifre: 8 milioni di bottiglie e un fatturato di 70 milioni di euro per il Trentodoc; 9,5 milioni di bottiglie e 140 milioni di euro quelli del Franciacorta, 293 milioni di bottiglie e 3,7 miliardi di euro quelli dello Champagne. “Al netto del cosiddetto “effetto millennio” (i brindisi per il 2000), dal 1998 al 2008, le bottiglie di Champagne sono passate - ha osservato Fallowfield - da 255,8 a 338,8 milioni, con un aumento di oltre il 30%. Sempre dal 1998 al 2008, la crescita del Cava (metodo classico spagnolo) è stata del 42%”.
“Dopo il 2008 il tracollo. Lo Champagne - ha spiegato Gilles Fallowfield, esperto mondiale di Champagne e bollicine - è sceso fino a 239 milioni. Ma il 2010 segna una ripresa che dovrebbe riportare le vendite oltre i 255 milioni. Nel 2009 le bollicine francesi hanno fatto registrare esportazioni per un volume di oltre 112 milioni di bottiglie. A beneficiare del calo di vendite dello Champagne sono stati in Europa il Prosecco e il Cava, i cui consumi nei primi mesi 2010 hanno messo a segno un +14% su base annua. La domanda è sorretta soprattutto dal consumo domestico, mentre si sta riducendo la quota dell’horeca; in particolare, in Inghilterra, nella fascia intorno alle 10 sterline, il Prosecco è un temibile competitor del vino da tavola”.
Due le tendenze che marcano i consumi di questi anni: la preferenza per le bollicine rosé e per i prodotti extra brut (o pas dosé), cioè quelli che non subiscono aggiunta di zuccheri, dopo la rifermentazione in bottiglia. “Si tratta di un successo - ha sottolineato Fallowfield - che riflette l’evoluzione delle tecniche di coltivazione e di vinificazione, oggi capaci di proporre al consumatore una bollicina secca, più naturale, meno lavorata, ma non per questo meno piacevole”. Un grande interesse per questo tipo di prodotti viene anche dai Paesi emergenti (Bric) che si affacciano oggi con un potere di acquisto sempre maggiore sui mercati mondiali delle bollicine.
Il curatore della guida “Vini d’Italia” del Gambero Rosso e fine degustatore di bollicine, Marco Sabellico ha, quindi, posto l’accento sul fatto che “l’Italia è il Paese delle diversità: ma questo anziché essere un limite deve essere un’opportunità. Puntare sulle differenze deve diventare una strategia: la fama del made in Italy, d’altra parte, risiede proprio nella capacità di reagire all’omologazione con la valorizzazione delle identità locali”.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli