Dopo un solo anno, Massimo Bottura, chef ed anima del tre stelle Michelin Osteria Francescana di Modena, torna sul gradino più alto della “The World's 50 Best Restaurants” 2018, universalmente riconosciuta come la classifica più autorevole della ristorazione mondiale, nata dai giudizi di 1.040 esperti di tutto il mondo, di scena ieri sera al Palacio Euskalduna di Bilbao, capitale di quei Paesi Baschi diventati negli ultimi anni vera e propria fucina di talenti. Sul palco, lo chef modenese, accompagnato dalla moglie Lara, ha voluto ringraziare la propria squadra, ma il pensiero è volato subito a quella straordinaria esperienza solidale che sono i Refettori nel mondo (l’ultimo è il Refettorio Paris, inaugurato a marzo, dopo il Refettorio Ambrosiano di Milano, il Refettorio Gastromotiva in Brasile ed il Refettorio Felix a Londra, ndr). “Gli chef nel 2018 hanno a disposizione una gran voce per dimostrare il cambiamento. Siamo tutti parte della stessa rivoluzione - ha detto Bottura - e tutti insieme possiamo essere parte del cambiamento”.
Dietro di lui, a completare il podio, i fratelli Roca, con El Celler de Can Roca, da anni ai vertici della ristorazione mondiale, seguiti da Mauro Colagreco, padrone della cucina del Mirazur, a Mentone, ossia in Francia per una manciata di chilometri, unico due stelle Michelin tra i primi tre. Perde in un sol colpo sia il primato che il podio l’Eleven Madison Park di chef Daniel Humm, alla posizione n. 4.
Ma non c’è solo Bottura a raccontare lo stato di forma (eccezionale) dell’alta cucina italiana (nell’anno del cibo italiano nel mondo, ndr), perché ai piani alti si conferma Enrico Crippa, che con il Piazza Duomo di Alba conquista la posizione n. 16, un gradino in meno dello scorso anno, mentre gli Alajmo, con Le Calandre di Rubano, salgono dalla posizione n. 29 alla n. 23, e Niko Romito, che con Il Reale di Castel di Sangro, sale dalla posizione n. 43 alla n. 36. Senza dimenticare l'8 1/2 Otto e Mezzo Bombana di chef Umberto Bombana, unico tre stelle Michelin italiano all’estero, ad Hong Kong, alla posizione n. 93. In queste 17 edizioni, hanno scalato la vetta più alta 7 volte i catalani (cinque volte con el Bulli, negli anni 2002, 06, 07, 08 e 09 e due con el Celler de Can Roca, nel 2013 e 15), 4 i danesi (tutti col Noma: 2010, 11, 12, 14), 3 gli americani (The French Laundry nel 2003 e 2004 e Eleven Madison Park nel 2017), due gli italiani (con l’Osteria Francescana nel 2016 e nel 2018) ed una gli inglesi (con il Fat Duck nel 2005).
E poi, come ogni anno, ci sono i premi speciali. Si parte dal “The Ferrari Trento Art of Hospitality Award”, che la griffe del Trentodoc ha consegnato alla sala del Geranium di Copenaghen di chef Rasmus Kofoed, al n. 19 della chart. La new entry più alta (“Highest New Entry Award”) del 2018 è invece il Disfrutar di Barcellona, subito alla n. 18; il “Sustainable Restaurant Award” è andato invece al basco Azurmendi, mentre il “The World’s Best Pastry Chef” è Cédric Grolet, pasticcere del Le Meurice hotel di Parigi. La scelta degli chef è caduta su Dan Barber, “Chefs’ Choice Award” con il Blue Hill at Stone Barns di New York. La scalata più importante, è stata quella del Den di Tokyo, passato dalla posizione n. 45 del 2017 alla n. 17 del 2018: un balzo che gli è valso l’“Highest Climber Award”. Allo chef peruviano Gastòn Acurio, che ha portato la cucina del Perù nel mondo, il “Lifetime Achievement Award”, mentre Clayre Smyth, chef del Core by Clare Smyth, come annunciato già nei giorni scorsi, è la “World’s Best Female Chef”.
Focus - La “The World’s 50 Best Restaurant” 2018
1 Osteria Francescana, Modena, Italia
2 El Celler de Can Roca, Girona, Spagna
3 Mirazur, Menton, Francia
4 Eleven Madison Park, New York, Usa
5 Gaggan, Bangkok, Thailandia
6 Central, Lima, Perù
7 Maido, Lima, Perù
8 L’Arpege, Parigi, Francia
9 Mugaritz, San Sebastian, Spagna
10 Asador Extebarri, Spagna
11 Quintonil, Città del Messico, Messico
12 Blue Hills at Stone Burns, Pochantico Hills, Usa
13 Pujol, Città del Messico, Messico
14 Steirereck, Vienna, Austria
15 White Rabbia, Mosca, Russia
16 Piazza Duomo, Enrico Crippa, Italia
17 Den, Tokyo, Giappone
18 Disfrutar, Barcellona, Spagna
19 Geranium, Copenaghen, Danimarca
20 Attica, Melbourne, Australia
21 Alain Ducasse a Plaza Athenée, Parigi, Francia
22 Narisawa, Tokyo, Giappone
23 Le Calandre, Rubano, Italia
24 Ultraviolet, Shangai, Cina
25 Cosme, New York, Usa
26 Le Bernardin, New York, Usa
27 Borago, Santiago, Cile
28 Odette, Singapore
29 Alléno al Pavillon Ledoyen, Parigi, Francia
30 D.O.M., San Paolo, Brasile
31 Arzak, San Sebastian, Spagna
32 Tickets, Barcellona, Spagna
33 The Clove Club, Londra, Inghilterra
34 Alinea, Chicago, Usa
35 Maemo, Oslo, Norvegia
36 Reale, Castel di Sangro, Italia
37 Tim Raue, Berlino, Germania
38 Lyle’s, Londra, Inghilterra
39 Astrid y Gaston, Lima, Perù
40 Septime, Parigi, Francia
41 Nihonryori Ryugin, Tokyo, Giappone
42 The Ledbury, Londra, Inghilterra
43 Azurmendi, Larrabetzu, Spagna
44 Mikla, Istanbul, Turchia
45 Dinner by Heston Blumenthal, Londra, Inghilterra
46 Saison, San Francisco, California
47 Schloss Schawenstein, Furstenau, Svizzera
48 Hisa Franko, Caporetto, Slovenia
49 Nam, Bangkok, Thailandia
50 The Test Kitchen, Cape Town, Sud Africa
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