“La responsabilità dell’impresa non si esaurisce nell’aumento dei profitti. Si tratta, piuttosto, di un legame forte che unisce il progresso economico alla crescita civile di un Paese. Legame ancor più visibile in aziende come quelle guidate da Cavalieri del Lavoro. Le imprese generano futuro e, in questo percorso, la capacità di guardare oltre i vantaggi contingenti è un moltiplicatore di valore”. Parole del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella (qui il discorso integrale), che, nei giorni scorsi al Quirinale a Roma, ha consegnato le onorificenze dell’Ordine “Al Merito del Lavoro” ai Cavalieri nominati il 2 giugno 2025, insieme al Ministro per il Made in Italy, Adolfo Urso. Una cerimonia che, come accade da tempo e come avevamo riportato dopo il decreto con le nomine a fine maggio, celebra anche i grandi imprenditori di un’eccellenza italiana come il vino. A ricevere il riconoscimento dalle mani di Mattarella, infatti, in questa occasione sono stati Vittorio Moretti, uno degli imprenditori italiani di maggior successo, alla guida del Gruppo Terra Moretti - che oggi mette insieme oltre 2.100 ettari complessivi, di cui 1.160 vitati distribuiti in tre regioni italiane, dalla Lombardia con Bellavista e Contadi Castaldi, in Franciacorta, alla Toscana con Petra a Suvereto, Teruzzi a San Gimignano e Tenuta La Badiola in Maremma, ed alla Sardegna con Sella & Mosca, per sei cantine e due resort, L’Albereta in Franciacorta e L’Andana in Toscana - e Piero Mastroberardino, alla guida della storica cantina di famiglia e tra i fari del vino della Campania (con il produttore che bissa, così, il titolo già andato in passato al padre Antonino Mastroberardino), con 260 ettari di vigneti.
“Con le nostre imprese - ha detto Enrico Zobele, vicepresidente della Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro - abbiamo sostenuto l’Italia nei momenti più difficili, credendo nel valore delle persone e nella responsabilità sociale. Oggi siamo determinati a una sfida altrettanto storica: sosteniamo il completamento del progetto comune europeo, senza paura dei cambiamenti che dovremo affrontare. Lavoriamo in direzione di un’Europa delle imprese, del lavoro e dei talenti. Torniamo a essere pionieri e non rassegniamoci a ruoli di retroguardia”.
Focus - Il Cavaliere del Lavoro Vittorio Moretti: la scheda ufficiale
È fondatore e presidente di Holding Terra Moretti, gruppo attivo nei settori delle costruzioni, del vino e dell’ospitalità. L’anima del gruppo è il comparto agro-enologico, con sei cantine distribuite in tre regioni. A completare la visione dell’ospitalità, tre destinazioni d’eccellenza: L’Albereta Relais & Châteaux in Franciacorta, L’Andana Leading Hotel in Toscana e l’agriturismo Casa Villa Marina in Sardegna.
Nel 1974 acquista i primi ettari in Franciacorta e costruisce accanto alla casa di famiglia una piccola cantina destinata a diventare Bellavista, oggi marchio simbolo del Metodo Classico italiano. Fin dall’inizio introduce soluzioni pionieristiche: lunghi tunnel di affinamento scavati nella roccia, presse all’avanguardia per l’epoca, fino alle tecnologie più attuali con droni e robot in vigna. A restare centrale è l’anima artigianale, con vendemmia manuale e remuage su pupitre. Nel 1987 fonda Contadi Castaldi, cantina di ricerca tra le prime a valorizzare il Satèn. Negli anni Novanta amplia la presenza in Toscana con Petra, scenografica cantina immersa in 400 ettari a Suvereto, e Acquagiusta Tenuta La Badiola, ex residenza granducale trasformata in azienda agricola con 500 ettari tra vigneti, uliveti e macchia mediterranea. Nel 2016 acquisisce Teruzzi, storica realtà di San Gimignano specializzata in Vernaccia, e Sella & Mosca ad Alghero, fondata nel 1899 e oggi tra le più estese d’Italia con oltre 520 ettari a corpo unico. Qui, già a fine Ottocento, la cantina salva il Torbato dall’estinzione causata dalla filossera: un patrimonio genetico che continua a tutelare e vinificare.
Con oltre 11 milioni di bottiglie l’anno e un export pari al 18%, il gruppo è leader nazionale nella produzione di Vermentino. La ricchezza varietale è il cuore della visione enologica di Moretti. Dai vigneti di Franciacorta, dove si coltivano Chardonnay, Pinot Nero, Pinot Bianco ed Erbamat; alla Toscana di Petra, Tenuta La Badiola e Teruzzi, dove spiccano Cabernet Sauvignon, Merlot, Syrah, Sangiovese, Vermentino, Viognier e la Vernaccia di San Gimignano; fino alla Sardegna di Sella & Mosca, dove si lavorano Cannonau, Carignano, Vermentino e Torbato. Tutto il lavoro in campagna è orientato alla salvaguardia dei vitigni autoctoni e alla resilienza delle piante: si preservano vigne storiche con apparati radicali profondi, si coltivano barbatelle selezionate nel vivaio aziendale, si lavora sui genotipi per favorire risposte virtuose ai cambiamenti climatici. L’obiettivo, mediante il supporto dell’epigenetica, è portare nel futuro i vitigni, custodendone autenticità e memoria attraverso un’agricoltura evolutiva, in armonia con il territorio.
Nel 2018, insieme alla moglie Mariella, ha dato vita alla Fondazione Vittorio e Mariella Moretti per promuovere arte, cultura e memoria della Franciacorta, a partire dal Convento del 1449 dell’Annunciata.
Focus - Il Cavaliere del Lavoro Piero Mastroberardino: la scheda ufficiale
È dal 1998 presidente del Gruppo Agricolo Mastroberardino, storica azienda vitivinicola di famiglia attiva in Irpinia dal 1700. Esponente della decima generazione, nel 1990 entra nell’impresa affiancando il padre, Cavaliere del Lavoro Antonio Mastroberardino. Fin dai primi anni contribuisce allo sviluppo della filiera vitivinicola del territorio promuovendo in prima persona il riconoscimento della Docg per il Taurasi, per il Fiano di Avellino e per il Greco di Tufo. Nello stesso periodo la Soprintendenza Archeologica di Pompei gli affida un progetto di ricerca sulle tecniche di viticoltura e vinificazione nell’antica Pompei, e incarica l’azienda di impiantare e coltivare vigneti ad Aglianico, Piedirosso e Sciascinoso fino alla produzione finale del vino. Il progetto culmina nel pompeiano Igt Villa dei Misteri, unico esempio di vinificazione contemporaneo nato dalla botanica applicata all’archeologia. Alla guida dell’azienda di famiglia realizza investimenti in viticultura e acquisizioni di terreni, trasformando la società in una impresa agricola di filiera e sviluppandone il patrimonio terriero fino agli attuali 260 ettari di proprietà nelle aree Docg del Taurasi, del Greco di Tufo e del Fiano di Avellino e Doc del Sannio. Al compimento del programma di investimenti, mette a punto la fusione tra l’impresa Mastroberardino, specializzata nella produzione vinicola, e l’azienda agricola Radici, dando vita al Gruppo Agricolo Mastroberardino, attivo nella conduzione dei vigneti, nella produzione di uve e nell’imbottigliamento delle proprie produzioni.
La crescita qualitativa raggiunta attraverso tale programma consente al Gruppo di ottenere numerosi riconoscimenti nazionali e internazionali. A conferma del prestigio sviluppato all’estero, nel 2023 il Radici Taurasi Docg Riserva, vendemmia 2016, viene premiato dalla rivista “Wine Spectator” come il quinto miglior vino al mondo nella classifica dei top 100.
Negli anni più recenti amplia la presenza del Gruppo nel settore enoturistico con la realizzazione di Radici Resort, Golf & Spa, una struttura immersa in una tenuta di oltre 60 ettari composta da due corpi ricettivi, un impianto sportivo con circolo affiliato alla Federazione Italiana Golf, una piscina, un’area wellness e percorsi di trekking in vigna. Nel 2019 inaugura il Mima - Museo d’Impresa Mastroberardino Atripalda, in cui vengono narrati tre secoli di storia di una delle più antiche famiglie dell’enologia nazionale.
Oggi il Gruppo ha una capacità produttiva annuale di circa 2 milioni di bottiglie ed è presente sul mercato con 20 etichette. Esporta circa il 25% della produzione in 50 Paesi. Conta un laboratorio di ricerca interno e occupa oltre 100 dipendenti.
Piero Mastroberardino è, inoltre, presidente dell’Istituto del vino italiano di qualità Grandi Marchi, associazione a cui aderiscono 18 tra le più prestigiose aziende enologiche italiane. È Ordinario di Economia e Gestione delle Imprese all’Università degli Studi di Foggia.
Focus - Tutti i Cavalieri del Lavoro del vino
Da Piero Antinori, che con la Marchesi Antinori è uno dei massimi ambasciatori del vino e dell’eleganza enoica italiana, a Bruno Ceretto, uno dei grandi che hanno fatto la storia di Barolo; da Arnaldo Caprai, la cui cantina, guidata dal figlio Marco Caprai, ha rilanciato il Sagrantino di Montefalco ed il suo territorio nel mondo, a Franco Argiolas, produttore di riferimento della Sardegna del vino; da Paolo Panerai, alla guida di Class Editori (e azionista di maggioranza del Gambero Rosso), produttore di grandi vini in Toscana (con Castellare di Castellina nel Chianti Classico e Rocca di Frassinello in Maremma) e in Sicilia (con Feudi del Pisciotto e Gurra di Mare), a Sandro Boscaini, alla guida di una delle realtà leader dell’Amarone della Valpolicella come Masi; da Maria Cristina Loredan Rizzardi, la cui famiglia annovera tra i propri avi anche un Doge di Venezia, proprietaria della cantina Guerrieri Rizzardi, a tre grandi nomi che hanno fatto la storia del vino di Sicilia, come il patriarca Diego Planeta (scomparso nel settembre 2020), fondatore della cantina Planeta, oggi guidata da Alessio, Francesca e Santi Planeta, Giacomo Rallo, creatore di Donnafugata (scomparso nel maggio 2016), oggi guidata da Antonio e Josè Rallo, e Giuseppe Mastrogiovanni Tasca, fondatore della griffe Tasca d’Almerita (scomparso nel gennaio 1998), oggi guidata da Alberto Tasca d’Almerita; e, ancora, Gino Lunelli, presidente ad honorem della Cantine Ferrari di Trento, oggi guidate da Matteo Lunelli (insieme a Camilla, Alessandro e Marcello Lunelli), Marilisa Allegrini, ai vertici del gruppo che ne porta il nome, e Giovanni Manetti, alla guida di Fontodi, una delle realtà più storiche e prestigiose del Chianti Classico. Passando, poi, per personaggi come Ezio Rivella (scomparso a gennaio 2024), enologo-manager che, negli Anni Ottanta del Novecento, è stato anima della nascita di Castello Banfi, a Montalcino, uno dei più grandi investimenti privati nati da zero (da parte della famiglia italo-americana Mariani) nel mondo del vino italiano. E, nel 2023, Piernicola Leone De Castris, alla guida della storica Leone De Castris, fondata a Salice Salentino nel 1665 da Oronzo Arcangelo Maria Francesco dei Conti di Lemos, e presente sul mercato con le proprie etichette sin dal 1925, oggi tra le realtà più solide della viticoltura del Meridione; e Francesco Paolo Valentini, viticoltore abruzzese capace di imporsi, con i suoi vini naturali, su tutti il Trebbiano, nel difficile mercato dei fine wines, diventando una vera e propria griffe, protagonista nelle aste internazionali e sulle tavole stellate. Nel 2024, a seguire, l’ingresso di un altro nome importante, quello di Matteo Lunelli, alla guida di Ferrari Trento e del Gruppo Lunelli. Ed in questo 2025, come detto, Vittorio Moretti e Piero Mastroberardino (che si aggiunge così al padre Antonio Mastroberardino).
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