Produrre vino, nella sua filosofia di “Umana Sostenibilità” e “Capitalismo Umanistico”, va ben oltre: è “un omaggio alla Madre Terra”, che lo guida in ogni scelta, nella vita e nel lavoro. Perché fare agricoltura vuol dire “stipulare un “contratto” con il Creato”, e fare vino di qualità, vuol dire produrlo nel rispetto della terra, avendo “cura e custodia” della cantina e dei vigneti, ma anche restituire dignità economica e morale all’essere umano e al lavoro, raggiungendo l’equilibrio tra profitto e dono, verso le persone, le comunità, i territori e l’ambiente. E secondo una logica di impresa, che, nella moda come nel vino (“se non vendiamo i pullover, non possiamo produrlo”), ridona e “reinveste” nella Terra il “giusto profitto” derivante dai suoi frutti. È il racconto con il quale Brunello Cucinelli, tra gli imprenditori italiani più “illuminati” e autorevoli a livello mondiale, ha accolto i media italiani ed internazionali (tra cui WineNews, con la quale è tornato a confrontarsi: il video online nei prossimi giorni, ndr), in un vero e proprio “Simposio del Vino”, nei giorni scorsi, a Solomeo, il piccolo paesino nel cuore dell’Umbria, dove è iniziata l’avventura imprenditoriale del fondatore di uno dei brand made in Italy di maggior successo, che lo ha fatto rinascere, restaurandolo, come “Borgo del Cashmere e dell’Armonia”, e dove nasce il suo primo vino, il rosso Castello di Solomeo. E il cui “giusto profitto”, ricavato dalla vendita, ha annunciato lo stilista, “servirà per costruire biblioteche in tutto il mondo”.
Il Castello di Solomeo è un blend bordolese annata 2018, prodotto in 9.000 bottiglie con l’enologo Riccardo Cotarella, nella bellissima vigna di Solomeo, 5 ettari di filari impiantati nel 2011 e disposti secondo le forme dei giardini tardorinascimentali, da uve Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon e Merlot, a cui viene aggiunto il Sangiovese in omaggio alla tradizione vitivinicola del Centro Italia. Un vino “contemporaneo” (già assaggiato in anteprima da WineNews, nel novembre 2022, in un incontro a Milano), e da “collezione” - 1.000 euro per la cassa da 3 bottiglie (830 euro per la Magnum), ma presto arriveranno anche altri formati (3 litri, 6 litri, 12 litri) - ispirato ai Supertuscan, ha spiegato Brunello Cucinelli, parlando della Tenuta Guado al Tasso dei Marchesi Antinori, nella “piccola e prestigiosa” Doc di Bolgheri.
A Solomeo, si prova a vivere “in armonia e in equilibrio con il Creato. Il borgo doveva essere il luogo della mente, la valle, invece, quello del lavoro”, ha detto Cucinelli, diviso tra la lussuosità del suo cashmere di altissima qualità e la costante ispirazione a San Francesco, il Santo di Assisi figlio di ricchi mercati di tessuti che fece della povertà una scelta, sottolineando che questa sua idea iniziale, realizzata già dal 2007 con un progetto agricolo di cui l’olio è l’altro prodotto di punta, “è ora completata con il primo frutto della terra, il vino dell’annata 2018, nato da una lunga opera di cura e di custodia”. Con il vino visto non come un fine, ma come il mezzo per arrivare a restituire “dignità alla terra e al nobile lavoro in agricoltura”.
Ma anche per costruire biblioteche in tutto il mondo, nella convinzione che “i libri non perderanno mai il loro valore, e le biblioteche che li custodiscono e li rendono fruibili alle persone, saranno sempre luoghi di sapere”, senza i quali anche la tecnologia, alla base di tante nuove professioni, soprattutto per i giovani, è senz’anima e non può avanzare, come sostiene da sempre Cucinelli, convinto della necessità di doverla unire con l’Umanesimo. In un cerchio che il vino apre e chiude, frutto della cultura contadina che ci accomuna tutti, e che, come dice lo stilista, “è tra i valori più nobili della specie umana, genitore di quella Sapienza di cui fu padre Dioniso, e che, regolata da Apollo secondo quanto racconta Nietzsche, è la forma più umana e completa di conoscenza”.
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