Tra gli effetti collaterali dei dazi Usa sui prodotti Ue, ce ne è uno inatteso: la sospensione della spedizione di pacchi dall’Europa verso gli Usa da parte delle aziende europee, a causa delle incertezze nelle procedure. Un piccolo grande caos che, ovviamente, preoccupa anche tanti operatori del mondo del vino e dell’agroalimentare italiano. In sostanza, spiega PostEurop, l’associazione che rappresenta gli operatori postali europei, “le nuove norme, che seguono un approccio diverso da quelle fornite a livello globale dall’Universal Postal Union (agenzia delle Nazioni Unite di settore), entreranno in vigore il 29 agosto 2025. Questa misura inciderà in modo significativo su tutte le società postali del mondo e sui loro clienti che inviano spedizioni attraverso le reti postali al servizio postale degli Stati Uniti. Attualmente, beni e regali di basso valore possono essere importati negli Stati Uniti esenti da dazi da altri Paesi a causa di una soglia doganale de minimis di 800 dollari. Tuttavia, le modifiche significano che su tutte le merci importate negli Stati Uniti i dazi devono essere pagati alla dogana degli Stati Uniti, indipendentemente dal loro Paese di origine. Le criticità e i processi, come la riscossione dei dazi doganali, i dati da raccogliere e l’interazione con la U.S. Customs and Border Protection, non sono ancora chiaramente definiti. Alcuni dettagli tecnici sono stati rilasciati solo il 15 agosto, lasciando un lasso di tempo estremamente breve per la preparazione”, spiega PostEurop. E, aggiunge ancora, mentre gli uffici sono a lavoro per risolvere la questione, tanti operatori, in attesa di chiarezza (tra i nodi, pare, ci sono il metodo di calcolo del valore del dazio e le modalità di pagamento, se al momento dello sdoganamento o prima), sono costretti “a limitare o sospendere temporaneamente la spedizione di merci attraverso le reti postali verso gli Stati Uniti”.
Lo hanno già fatto, tra le altre, si legge in una nota, La Poste francese, Deutsche Post tedesca e la Correos spagnola, mentre l’austriaca Österreichische Post e la britannica Royal Mail metteranno le spedizioni di pacchi verso gli Usa in stand by da domani, 26 agosto. E anche Poste Italiane ha fermato le spedizioni verso gli Usa già in queste ore. “A partire dal 29 agosto le merci spedite verso gli Usa saranno soggette al pagamento delle tariffe doganali prima dell’arrivo negli Stati Uniti. La nuova misura è emersa a seguito di un decreto degli Stati Uniti, approvato lo scorso 30 luglio, che modifica le procedure doganali per le merci spedite verso gli Usa che, in precedenza, beneficiavano di una franchigia doganale fino a 800 dollari. Per consentire ai propri clienti, sia aziende sia privati, di continuare a spedire merci verso gli Stati Uniti, nel rispetto delle nuove normative americane sui dazi doganali, Poste Italiane - spiega una nota - si è immediatamente attivata per trovare soluzioni adeguate. Tuttavia, le specifiche e le modalità tecniche sono state pubblicate dalla dogana americana soltanto lo scorso 15 agosto. In assenza di diverse indicazioni da parte delle autorità statunitensi e/o di deroghe ai tempi sopra indicati, Poste Italiane”, dunque, si è vista costretta, “come gli altri operatori postali europei, a sospendere temporaneamente l’accettazione di tutte le spedizioni contenenti merci destinate agli Stati Uniti, già a partire dal prossimo 23 agosto. Continueranno a essere accettate le spedizioni di corrispondenza non contenenti merce, nonché quelle veicolate da Poste Italiane negli Stati Uniti attraverso il servizio “Poste Delivery International Express” gestito attraverso un processo logistico differente. I clienti saranno tempestivamente informati e aggiornati su tutte le misure che saranno messe in atto”.
Ennesimo segnale di quanto i dazi di Trump, al di là del loro reale impatto economico, stiano complicando le cose per il commercio di tutto il mondo.
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