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CASE HISTORY DI SUCCESSO CON GRANDI PERFORMANCE NEL 2010 E UN +4% NEL 2011, PER IL PROSECCO NON E’ TUTTO ROSE & FIORI: CON IL SUCCESSO CRESCONO ANCHE LE IMITAZIONI. E ORA I PRODUTTORI CHIEDONO TUTELA MONDIALE, E UN’ALLEANZA CON CAVA E CHAMPAGNE

Manualità unita a spirito imprenditoriale, caretteristiche proprie del mondo del vino, e, dunque, anche di una case history di successo tutta made in Italy, con ottime performance alle spalle (400 milioni di euro di fatturato e una produzione di 65.757.000 di bottiglie nel 2010 per la Docg) e, vista la crescita del 4% ad inizio 2011, anche nel presente. Ma per il Prosecco non è tutto rose e fiori: al successo, si accompagnano sempre le imitazioni, e, dopo il progetto di protezione che, nel 2009, ha portato a riservare il nome Prosecco all’area di Veneto e Friuli Venezia Giulia, creando la Doc Prosecco e, per le aree storiche, le Docg Conegliano Valdobbiadene e Asolo, ora i produttori - che si sono riuniti a “Vino in Villa”, Festival Internazionale del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore di scena a Susegana (Treviso; info: www.prosecco.it) - chiedono aiuto all’Unione Europea per una tutela che sia mondiale e un’alleanza non solo con i grandi spumanti italiani, ma anche con il Cava e lo Champagne, le bollicine di Spagna e di Francia.
L’esigenza di creare alleanze deve essere messa in primo piano, secondo l’europarlamentare Giancarlo Scottà, “una capacità dimostrata dal mondo del Prosecco, prima con l’unione per ottenere la Riserva del nome, poi presentandosi al Parlamento Europeo con le tre denominazioni Conegliano Valdobbiadene Docg, Asolo Docg e Prosecco Doc”. Ora però non basta. Il prossimo passo sarà creare sinergie con le grandi denominazioni europee come Champagne e Cava, dice il responsabile dell’Ufficio Legale del Ministero, Ezio Perillo.
“Oggi nel mondo sono richiesti 3 miliardi di bottiglie di spumanti. Il Prosecco ha le potenzialità per colmare 1 decimo della domanda e lo Champagne rappresenta circa 200 milioni. Numeri piccoli rispetto a questa domanda ma, qualora le denominazioni europee si unissero tutte si potrebbero fare battaglie affinchè le migliori produzioni spumanti europei possano essere realmente tutelate”.
Per il presidente del Consorzio di tutela Franco Adami, “primo obiettivo è essere inseriti nella short list che l’Unione Europea, nelle missioni nel mondo, porta al seguito per discuterne la protezione. Per noi il percorso è però anche “interno”. Le imitazioni riguardano il Prosecco e non la nostra Docg, che volutamente sta seguendo un percorso per svincolarsi sempre più da quel nome”.

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