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“CHIANTI CLASSICO COLLECTION” 2025

Chianti Classico: un territorio in salute in cui crescono le tipologie “premium” e la remuneratività

I migliori assaggi WineNews dell’annata 2023 e Riserva e Gran Selezione 2022 del Gallo Nero, che, in vigna e in cantina, punta sulla sostenibilità

Nonostante il 2024 sia stato un anno connotato dalla perdurante instabilità del contesto internazionale, le marcature dei vini Gallo Nero a fine anno si sono attestate allo stesso livello dell’anno precedente. Le giacenze, con la vendemmia 2024 quantitativamente superiore alla media, restano stabili, contenute entro i limiti propri di un vino da invecchiamento. Anche sul fronte del prezzo delle uve e dello sfuso, sostenuto da un Accordo di Filiera, la quotazione media ad ettolitro di vino sfuso Chianti Classico mostra un incremento dei prezzi costante dall’annata 2019 alla 2023 (attestandosi sui 350 euro ad ettolitro), offrendo una maggiore remuneratività anche per le aziende che non imbottigliano, con la conferma dei numeri positivi per le tipologie “premium” del Chianti Classico, Riserva e Gran Selezione, congiuntamente il 43% della produzione e il 54% del fatturato. È la fotografia di un territorio in salute, scattata dalla Chianti Classico Collection 2025, all’edizione n. 32, dove la denominazione del Gallo Nero, “sospesa” tra Firenze e Siena, nel proseguo delle “Anteprime di Toscana”, ha presentato le nuove annate in commercio dei suoi vini, ovvero la 2023 e la Riserva e Gran Selezione 2022, confermandosi come l’areale probabilmente più attrezzato per giocare le nuove sfide del futuro dell’enologia - da quella sui prezzi a quella della connotazione stilistica delle proprie etichette, ma anche della sostenibilità, grazie al nuovo “Protocollo” voluto dal Consorzio, guidato da Giovanni Manetti (che la declina in ambientale, ma anche sociale e culturale, come ci ha spiegato in un’intervista e come racconteremo in un video nei prossimi giorni online su WineNews con le voci del territorio, ndr), solo per fare alcuni esempi significativi - anche in una congiuntura del mondo del vino non proprio felicissima.
Una denominazione, quella del Chianti Classico - 7.200 ettari a vigneto per una produzione media tra i 35 ed i 38 milioni di bottiglie destinate ad oltre 160 Paesi del mondo (con il Consorzio a raggruppare 482 soci, di cui 345 che imbottigliano il Chianti Classico con propria etichetta) - che si configura come un vero e proprio “distretto”, nel quale intorno al vino si muove un giro d’affari stimabile in oltre 1 miliardo di euro. In particolare, analizzando la ripartizione dei mercati, gli Usa si confermano ancora una volta al primo posto: il 36% delle bottiglie di Chianti Classico trovano, infatti, sbocco su questo mercato, registrando un aumento dei volumi venduti, che ha visto un’accelerazione soprattutto nell’ultimo trimestre dell’anno. Al secondo posto il mercato interno. In Italia trova infatti sbocco un quinto delle bottiglie vendute di Gallo Nero (20%). Stabile, al terzo posto, il Canada (10%). Segue il mercato del Regno Unito che si attesta al quarto posto (7%), e che riconosce il valore più alto ai vini al top della piramide qualitativa del Chianti Classico, le Gran Selezione, con medie oltre i 35 euro a bottiglia (ex cellar price). Seguono i mercati di Germania (4%), Svezia (che rappresenta il 5% insieme agli altri Paesi scandinavi), Francia, Benelux (4%), Svizzera (3%) e Giappone (2%).
A fronte di questa confortante continuità economica anche il Gallo Nero, evidentemente, deve fare i conti con le insidie - sempre più pressanti - del cambiamento climatico, che, anche a queste latitudini, non cessano di rappresentare uno dei problemi più pressanti per il mondo del vino globale. Ecco allora i vini dell’annata 2023 - che ha prodotto 200.000 ettolitri di vino - “cavarsela”, grazie alla variegata conformazione climatica dell’areale di produzione e al sempre più consapevole lavoro dei suoi produttori, ma fino ad un certo punto. Anche la 2023 si è, infatti, rilevata un’annata insidiosa e non priva di criticità. Per il 2023, Lamma (il Laboratorio di monitoraggio e modellistica ambientale della Regione Toscana) ha registrato in Toscana il secondo anno più caldo dopo il 2022 con +1,2 gradi centigradi sul periodo di riferimento 1991-2020. E ad un’estate molta calda, è seguito un autunno altrettanto caldo (il più caldo dal 1955), con le piogge nella media sulle province centro-settentrionali (5% in più) e sotto media sul grossetano (11% di pioggia in meno). Le precipitazioni, che da gennaio ad aprile sono state inferiori al normale (tra il 10 e il 20% in meno) si sono concentrate soltanto in 2-3 mesi (maggio-giugno e fine ottobre-inizio novembre), scatenando una epidemia di peronospora che ha inciso anche sui quantitativi di uva prodotta.
Insomma, venendo alle questioni enoiche, nei migliori assaggi WineNews, tra i quasi 800 vini di oltre 200 aziende della Chianti Classico Collection 2025, la 2023 è stata un’annata calda, con i suoi pregi, ma anche con i suoi difetti, che nel bicchiere si è manifestata con vini dal carattere più “mediterraneo”, rotondo e caldo, aromaticamente meno sfaccettati e, in alcuni casi, con progressione gustative in debito di freschezza, pur non mancando, naturalmente, di eccezioni. Il Chianti Classico 2023 di Buondonno è vino dallo spiccato carattere chiantigiano che profuma di terra e fiori e sottobosco, con una progressione gustativa energica e vitale. Impeccabile negli incroci aromatici di piccoli frutti rossi, spezie e toni ferrosi, il Chianti Classico 2023 di Riecine, che in bocca è dotato di bella dinamica e fragranza. Timbrica olfattiva dai tocchi di erbe aromatiche e ciliegia matura per il Chianti Classico 2023 de La Montanina, dal gusto sapido e pieno. Un altro vino che si impone per carattere e grinta è il Chianti Classico 2023 di Cigliano di Sopra, dal rigoglioso fruttato ad anticipare un sorso scattante e gustoso. Ben eseguito il Chianti Classico 2023 del Castello di Querceto, che trova il suo punto di forza nella freschezza aromatica e nell’agilità di beva. Definito il Chianti Classico 2023 del Castello di Monsanto dagli aromi floreali e speziati che accompagnano una progressione gustativa ben calibrata. Ben fatto anche il Chianti Classico 2023 del Castello di Volpaia, pulito negli aromi e solido nel suo sviluppo gustativo.
Ad emergere tra i Chianti Classico “annata” - che escono, però, con un anno in più di invecchiamento sulle spalle - il Chianti Classico 2022 di Isole e Olena (Gruppo Epi), ma non è una novità, dal sorso pieno e gustoso e dai profumi intensi e definiti. Ben proporzionato nella sua progressione gustativa e aromaticamente centrato il Chianti Classico 2022 di Tenuta Casenuove, mentre il Chianti Classico 2022 de Le Cinciole propone profumi ariosi e una bocca disinvolta e di bella energia e freschezza.
La calda annata 2022 - che ha prodotto 260.000 ettolitri di vino - ha portato nel bicchiere vini in generale ben eseguiti, ma, come si dice in questi casi “buoni, ma non buonissimi”, sempre, è chiaro, con le eccezioni del caso. Ecco allora il Chianti Classico Riserva 2022 de La Vigna di San Martino ad Argiano, dal profilo aromatico leggiadro e fragrante che si accompagna ad un sorso schietto, reattivo e molto sapido. Anche il Chianti Classico Riserva 2022 de L’Erta di Radda è vino di spiccato carattere chiantigiano, con i profumi fruttati e terrosi ad introdurre un sorso sapido e grintoso. Impeccabile nella definizione aromatica e nella profondità del suo sorso il Chianti Classico Vigna Barbischio Riserva 2022 di Maurizio Alongi. Spicca, anche grazie alle caratteristiche del suo millesimo, il Chianti Classico Riserva 2021 di Val delle Corti, dalla timbrica aromatica intrigante e dal gusto sapido e reattivo. La classicità chiantigiana sta tutta nel bicchiere del Chianti Classico Riserva 2019 di Castell’in Villa, davvero un vino di grande stoffa.

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