Una vendemmia, quella italiana del 2024, che sarà ricordata anche per i suoi tempi dilatati, a causa del clima, con un inizio, in alcune zone del Belpaese, a luglio, e una fine, in altre parti, a novembre inoltrato. Le operazioni di raccolta rappresentano una fase cruciale per le cantine e adesso che sono terminate arriva il momento dei primi bilanci, considerata anche una vendemmia 2024 comunque più abbondante di quella del 2023 (ma nettamente inferiore alla media degli ultimi cinque anni), con le stime rilasciate da Ismea, Assoenologi e Unione Italiana Vini - Uiv, che parlano di 41 milioni di ettolitri, +7% sullo scorso anno. Un’occasione per “tastare il polso” delle cantine italiane arriva dal report di “Cantine Italia”, pubblicato sul sito del Ministero dell’Agricoltura, redatto dall’Icqrf sulla base dei dati del Registro Telematico del Vino e su una banca dati che contiene, secondo la stima, almeno il 95% del vino e dei mosti detenuti in Italia. Il report segnala come, al 30 novembre 2024, nelle cantine dello Stivale, erano in giacenza 49,1 milioni di ettolitri di vino, -7,7% rispetto al 30 novembre 2023 (equivalenti a 4 milioni di ettolitri in meno). Dato significativo perché arriva, di fatto, a vendemmia completamente finita e quindi con i quantitativi “effettivi” in giacenza in cantina. A questo dato vanno aggiunti gli 8,6 milioni di ettolitri di mosti (-2,2% sullo stesso periodo 2023) ed i 9,5 milioni di ettolitri di vino nuovo ancora in fermentazione (Vnaif), a +13,2%.
Il 54,9% del vino detenuto è a Dop, il 26,3% a Igp, i vini varietali costituiscono appena l’1,4% del totale e il 17,4% è rappresentato da altri vini generici. Molto concentrate le giacenze dei vini a Indicazione Geografica, che, in Italia, sono 526: le prime 20 denominazioni contribuiscono al 58,5% del totale. Il 61,9% del vino è detenuto nelle Regioni del Nord, prevalentemente nel Veneto, dove è presente il 26,8% del vino nazionale.
Il Prosecco, da solo, vale il 12,3% di tutte le giacenze con 4,9 milioni di ettolitri, seguito da Igt Puglia (4,5% a 1,8 milioni di ettolitri), Igt Toscana (3,6% a 1,4 milioni), Doc Delle Venezie (3,4% a 1,3 milioni), Rubicone (3,4% a 1,3 milioni), Igt Veneto (3,3% a 1,3 milioni), Igt Salento (3% a 1,1 milioni), Igt Terre Siciliane (2,9% a 1 milione), Doc Sicilia (2,9% a 1,1 milioni), Chianti (2,7% a 1 milione), e Montepulciano d’Abruzzo (2,4% a 949.370).
Nonostante il dato sia più “leggero” di quello del 2023, in quanto a rimanenze in cantina, è comunque evidente come ci sia costantemente più di una vendemmia di scorta. Considerando anche che i vini ancora in fermentazione sono ben di più rispetto alla stessa data dello scorso anno. Tutto questo in un mercato del vino che mostra comunque, per il prodotto italiano, segni di vitalità almeno nell’export complessivo (anche se a crescere sono, di fatto, solo gli spumanti), in attesa delle sfide, numerose, da affrontare in un 2025 ormai in arrivo.
Copyright © 2000/2024
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024