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CITTA’ DEL VINO: RIVEDERE IL PATTO DI STABILITA’ PER I COMUNI E FAVORIRE SGRAVI FISCALI ALLE IMPRESE CHE INVESTONO NEL TERRITORIO, PER TROVARE NUOVE RISORSE DA INVESTIRE NELLA CORRETTA GESTIONE TERRITORIALE

Rivedere il patto di stabilità per i Comuni, meno tagli ai trasferimenti dello Stato verso gli Enti Locali, pena l’annullamento dell’efficacia dei servizi erogati ai cittadini, favorire detrazioni fiscali alle imprese che investono sul territorio contribuendo a migliorare la qualità della vita delle comunità locali, istituire una tassa di scopo comunale facoltativa i cui proventi siano destinati sostanzialmente alla cura del territorio. Sono queste le proposte che le Città del Vino - l’associazione che riunisce quasi 600 Comuni ad alta vocazione vitivinicola in Italia - lanciano dall’Assemblea annuale n. 27 dell’Anci, in corso a Padova, per dare ai Comuni più risorse da investire nella corretta gestione del territorio e nella qualità dei servizi.
“Le casse dei Comuni - sottolinea il presidente delle Città del Vino Giampaolo Pioli, sindaco di Suvereto (Livorno) - sono sempre più vuote e questo mette a rischio l’erogazione dei servizi ai cittadini, anche i più elementari e indispensabili. Pur riconoscendo lo stato di crisi che stiamo attraversando, faccio mie le parole del presidente dell’Anci e sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, che al “Governo non chiediamo l’impossibile, ma solo che vengano accolte le nostre richieste ad iniziare dalla modifica del patto di stabilità con allentamento dei tagli; allo spostamento di una parte della sforbiciata dal 2011 al 2012 ed alla restituzione della parte mancante dell’Ici 2008”. Queste risorse ci spettano - aggiunge Pioli - anche perché i Comuni hanno fatto la loro parte nel corso degli ultimi anni nella riduzione delle spese, ma rischia di essere un sacrificio inutile se a questi risparmi non fanno seguito adeguate politiche di rilancio”. Per le Città del Vino, i tagli alla cultura, all’ambiente, alla promozione “non servono perché indeboliscono i territori che invece hanno proprio nel rapporto tra cultura, beni storici e ambiente le carte buone da giocare per il loro sviluppo”.
“I disastri ambientali provocati dal maltempo in questi giorni - sottolinea Pioli - dimostrano come risparmiare nella cura del territorio significa dover poi spendere ingenti somme per far fronte alle emergenze. Occorre uno scatto in avanti nella gestione della finanza locale che non sia solo condizionata dai tagli. Per questo proponiamo, ad esempio, che si istituisca una tassa locale di scopo, facoltativa, i cui proventi i Comuni li possano impiegare nella promozione e nella cura delle loro qualità ambientali e culturali. Inoltre - aggiunge Pioli - perché non sostenere le imprese, attraverso sgravi fiscali, che investono sul territorio sostenendo, in accordo con i Comuni, opere di carattere pubblico. Esempi ve ne sono già molti, e tutti di grande impatto per i territori interessati. E che queste sono proposte percorribili lo dimostra anche il dibattito dell’Anci, in cui molti sindaci rivendicano analoghe proposte, che le Città del Vino già da tempo hanno lanciato”.
Altro fronte d’intervento proposto dalle Città del Vino è quello che riguarda la fiscalità delle imprese agricole e vitivinicole. “La crisi colpisce anche il vino con una forte contrazione dei consumi. Perché, ad esempio - dice Pioli - non abbassare l’Iva sul vino come accade in altri Paesi europei, favorendo così la diminuzione dei prezzi e il rilancio dei consumi, con tutto quello che ne consegue nell’ampio indotto delle tipicità italiane”. Il presidente delle Città del Vino ricorda, infine “che molti sindaci sono costretti a sistemare i bilanci comunali affidandosi in gran parte ai proventi degli oneri di urbanizzazione, ma non possiamo poi stracciarsi le vesti ogni qual volta accadono disastri ambientali in cui le responsabilità di cattive gestioni del territorio sono più che evidenti”.

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