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CLAMOROSA SCOPERTA: IL SANGIOVESE HA UN PADRE CAMPANO. IL DNA METTE IN LUCE LEGAMI DI PRIMO GRADO TRA IL VITIGNO E LE DUE VARIETA' PALUMMINA MIRABELLA E IL CALABRESE MONTENUOVO

Italia
Grappolo di Sangiovese

Il Sangiovese, vitigno simbolo dell’enologia toscana, parla un po’ napoletano: secondo i recentissimi studi sul Dna, condotti dal Laboratorio di genetica molecolare dell’Istituto agrario di San Michele all’Adige assieme al Dipartimento di Produzione Vegetale Sezione coltivazioni Arboree dell’Università di Milano, sono riscontrabili possibili legami genetici di primo grado tra i Sangiovese e due varietà coltivate in Campania, il Palummina Mirabella e il Calabrese Montenuovo.

La ricerca, finanziata dalle Città del Vino, sembra quindi in grado di portare alla identificazione di una relazione di tipo padre/figlio tra il vitigno che ha fatto grandi i vini di Toscana e le altre due varietà autoctone campane.

L’annuncio – che apre nuovi sviluppi sulla ricerca è stato fatto durante una comunicazione sulle relazioni genetiche del Sangiovese fatta da Maria Stella Grando dell’Istituto di San Michele all’Adige al Simposio internazionale sul Sangiovese ieri a Firenze.

“Si tratta di una scoperta di grande valore scientifico e culturale - afferma Paolo Benvenuti, direttore delle Città del Vino - che rimescola un po’ le carte e che arricchisce ulteriormente lo studio portato avanti nel Progetto Vinum sostenuto sempre dalle Città del Vino, dal professor Attilio Scienza dall’Università di Milano e dal Dipartimento di Etruscologia, coordinato da Andrea Zifferero dell’Università di Siena. Oggetto di studio del Progetto Vinum è la vitis vinifera silvestris, in particolar modo associata ai resti di antichi luoghi di vinificazione dell’Etruria Centrale: in sostanza, l’archeologia applicata alla vitivinicoltura”.

Il Sangiovese è la varietà di vite più coltivata in Italia, dove è considerata autoctona. I numerosi sinonimi (Brunello di Montalcino, Prugnolo gentile per il Vino Nobile di Montepulciano, solo per citarne due tra i più famosi), suggeriscono che il Sangiovese sia evidentemente un vitigno molto antico. Ma quali sono le sue relazioni con altre varietà di vite? Ed è possibile stabilire quale sia l’origine di questa cultivar? L’analisi del Dna può fornire molti indizi, soprattutto studiando i cosiddetti “marcatori microsatelliti” che permettono di provare la discendenza da incrocio.

La ricerca ha messo a confronto i dati molecolari del Sangiovese con un data base di 2.000 varietà di vite di tutto il mondo, portando all’individuazione di legami genetici con il Palummina Mirabella e Calabrese Montenuovo. Entrambi i vitigni campani condividono molte caratteristiche con il Sangiovese, tanto da far risalire ad un grado di parentela diretto. Non solo, lo studio, tra l’altro, ha portato ad identificare anche una certa parentela tra Sangiovese e Barbera piemontese, come se fossero “cugini”.

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