Cogliere tutte le emozioni “contenute” nel vino stando a “tu per tu” con Bacco. Il modo migliore è essere ospiti nell’azienda che lo produce, passeggiare fra i vigneti, visitare la cantina, conoscere il produttore. Ecco l’altra faccia del mondo del vino offerta dall’agriturismo secondo Agriturist (Confagricoltura).
Si può dire tranquillamente, sottolinea Agriturist, che solo la vacanza in fattoria offre un “a tu per tu” col vino tale da farlo conoscere profondamente all’ospite, cogliendone ogni “magia”, generando una fidelizzazione potentissima e un passaparola decisamente efficace. Almeno il 30% delle 21.000 aziende agrituristiche italiane, secondo una stima di Agriturist, è produttrice di vino: si va dalla piccola azienda con solo un ettaro di vigneto, che produce un onesto vino della casa, alla grande tenuta vitivinicola, artefice di diversi vini di alta qualità; attraversando, ovviamente, mille casi intermedi, per dimensione e livello qualitativo. L’una e l’altra traggono dall’agriturismo importanti benefici. La prima offrendo all’ospite, servendolo a tavola o vendendolo direttamente, un prodotto a buon prezzo che non troverebbe altro mercato; la seconda facendo dell’ospitalità una vetrina di prestigio, che si concretizza in visite guidate alla cantina, qualificate degustazioni, studiati accostamenti enogastronomici e infine anche vendita diretta. Fra gli ospiti, di quest’ultimo caso, ci sono anche acquirenti importanti che, prima di stabilire accordi commerciali, vengono a conoscere, per qualche giorno, luoghi, metodiche enologiche e produttore.
Ovunque, spiega Agriturist, l’agriturista vive l’emozione della passeggiata fra i vigneti, del colloquio col produttore, del “vedere” la storia, i luoghi e il “come si fa”, di quello che, semplice o nobile, versa nel bicchiere, magari spillato direttamente in cantina da un moderno tino di acciaio inox come da un’antica botte. Ogni vino, modesto o prestigioso che sia, ha dietro di sé un racconto e nel bicchiere qualcosa da dire. L’occasione di vacanza lo arricchisce ulteriormente, legandolo a tutto quello che c’è intorno, alla memoria del paesaggio e della natura, delle cose viste, fatte, gustate. L’ospite traduce queste emozioni in una solida fidelizzazione, che lo porta, finito il soggiorno, ad acquistare preziosi souvenir in bottiglia (secondo Censis Servizi, per una spesa media di circa 35 euro a enoturista); a tornare sul posto per ripetere l’esperienza e l’acquisto; ad acquistare il vino a distanza quando la scorta domestica si esaurisce, o si presenta l’opportunità di fare un regalo “non qualsiasi”.
Info: www.agriturist.it
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