CON PROPOSTE DI ACQUISTO DI 20-30 CENTESIMI AL LITRO PER BARBERA, DOLCETTO E BRACHETTO RISCHIAMO DI NON VENDEMMIARE. SUBITO DISTILLAZIONE DI CRISI E “ROTTAMAZIONE” DELLE ECCEDENZE. COSÌ I VITICOLTORI PIEMONTESI, AD ASTI, PER IL “COMIZIO ENOICO”

Erano 500 i viticoltori piemontesi, oggi, in piazza ad Asti, non per protestare, ma per chiedere attenzione e misure di sostegno per una situazione insostenibile: con 220.000 ettolitri di Barbera e 180.000 di Brachetto e Dolcetto, e proposte di acquisto di 20-30 centesimi al litro, molti produttori rischiano di non poter neanche vendemmiare. Per questo i viticoltori, appoggiati da Confagricoltura e Cia - Confederazione Italiana Agricoltori (assente la Coldiretti), hanno chiesto alle istituzioni regionali l’immediata adesione alla distillazione di crisi ed una sorta di “rottamazione” delle eccedenze, una richiesta complessiva di 18 milioni di euro per “spuntare” virtualmente un prezzo di almeno 70 centesimi al litro.
Le richieste, che hanno trovato apertura da parte del Pd e di esponenti della Lega Nord, che hanno promesso di chiedere al Governo i fondi, anche se probabilmente si andrà ad ottobre inoltrato, quindi a vendemmia in corso se non in dirittura d’arrivo. In ogni caso, c’è chi ha sollevato più di qualche dubbio sull’eventuale efficacia delle misure richieste, sostenendo la necessità di interventi più strutturali.

Per i viticoltori scesi in piazza, con slogan come “non vogliamo essere una specie in via di estinzione”, o “un litro di vino vale meno di una tazzina di caffè”, tra gli “imputati” non ci sono solo la crisi economica e gli imbottigliatori che ne approfittano per comprare vino a prezzi bassissimi, ma anche il “terrore” dell’etilometro che ha fatto segnare un massiccio calo dei consumi.