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L’EDIZIONE 2022

Confagricoltura: con “Coltiviamo Agricoltura Sociale” sostenuti 20 progetti e investiti 800.000 euro

Premiati i giovani che fanno rinascere l’agricoltura a Pompei, una fattoria didattica per fragili, un orto terapeutico e un “giardino in movimento”
AGRICOLTURA SOCIALE, Confagricoltura, Non Solo Vino
Confagricoltura sostiene e premia l’agricoltura sociale

Crescono le aziende agricole che svolgono, oltre al regolare impegno legato alla coltivazione della terra e all’allevamento, attività sociali perfettamente integrate (+250% in 8 anni; fonte: Ismea 2020), e l’agricoltura sociale è praticata dal 12,5% del totale delle imprese agricole, la maggior parte nel Nord Italia (41%), il 38% nel Sud (isole comprese) e il 21% nel Centro (fonte: Crea), con le attività più diffuse rappresentate dalle fattorie didattiche e dall’inserimento lavorativo di persone fragili (fonte: “Rapporto Agricoltura100”, Reale Mutua/Confagricoltura, 2022), grazie anche alle quali oltre la metà fattura tra 50.000 e 1 milione di euro e solo il 12% supera il milione. Ecco i numeri, diffusi da Confagricoltura, per la premiazione di “Coltiviamo Agricoltura Sociale”, oggi, a Roma, a Palazzo della Valle, edizione n. 7 del bando realizzato da Confagricoltura, Senior L’Età della Saggezza Onlus e Reale Foundation, in collaborazione con la Rete Fattorie Sociali e l’Università di Roma Tor Vergata, che, fino ad oggi, ha sostenuto 20 progetti con un investimento di 800.000 euro. Tra questi ci sono anche i vincitori 2022: il “Parco Archeologico di Pompei, storia di una rinascita” dell’azienda Francesco Di Landro, “Fili d’Erba” de La Fattoria di Bubi e Mimi a Cuneo, e “L’Orto Terapeutico di Lu” dell’azienda Mirai di Cagliari, premiati con 40.000 euro e una borsa di studio ciascuno per il Master di Agricoltura Sociale all’Università di Roma Tor Vergata, e il “Giardino in Movimento” della Cooperativa Sociale Agricola Pane e Signore di Genova, con un premio speciale di 20.000 euro a favore delle cooperative sociali che si occupano della gestione e riqualificazione del verde pubblico.
“Un’iniziativa che abbiamo fortemente voluto e che ci riempie di orgoglio perché dimostra come l’agricoltura, non sia solo il settore primario, ma anche capace di intraprendere strade innovative, di riscatto sociale e di welfare per le fasce più fragili della popolazione. Senza perdere la propria dimensione economica e imprenditoriale, le aziende che praticano agricoltura sociale sottolineano la dimensione etica d’impresa. Un’intuizione che continua a dare i suoi frutti e un esempio di sostenibilità da imitare”, ha detto il presidente Confagricoltura, Massimiliano Giansanti.
“Il Ministero dell’Agricoltura - ha sottolineato il Ministro Francesco Lollobrigida - lavora per valorizzare l’agricoltura sociale e per sostenere i più fragili, giovani, donne e diversamente abili che, in questo modo, possano essere protagonisti di un modello virtuoso. La visione comunitaria e l’implementazione della naturale voglia di donarsi dell’uomo sono fattori da riscoprire e ringrazio Confagricoltura e le imprese associate per aver puntato sulla coesione sociale. In questo modo si può raggiungere l’obiettivo sano di creare ricchezza per poi redistribuirla. Il modello Italia, infatti, deve vedere un grande sostegno alle aziende per riscoprire, nel sistema economico nazionale, le potenzialità dell’agricoltura, che per troppo tempo è stata considerata un’attività di secondo piano. Il Governo è intervenuto anche per contrastare l’aumento dei prezzi, stanziando 500 milioni di euro per garantire un aiuto economico ai più deboli che assicuri prezzi al dettaglio calmierati”.
“Questo bando ci consente di implementare e estendere l’esperienza di agricoltura sociale e di inclusione già avviata dal Parco Archeologico di Pompei anche ad altre aree verdi di nostra competenza, come il Polverificio Borbonico di Scafati, coniugando l’esperienza sociale di coinvolgimento concreto di persone anche con disabilità e il loro possibile inserimento nel mondo del lavoro - ha spiegato il direttore del Parco, Gabriel Zuchtriegel - alla valorizzazione di un patrimonio naturale dalle grandi potenzialità finora non adeguatamente sviluppato.

Focus - Le storie & i progetti di “Coltiviamo Agricoltura Sociale”
“Parco Archeologico di Pompei, storia di una rinascita”
Un mondo perduto che rinasce grazie ai giovani ed al sociale e lo fa in nome dell’agricoltura e dell’archeologia, spingendo il territorio verso il rispetto e la tutela dell’ambiente. L’idea è dell’imprenditore agricolo Francesco Di Landro, operatore e innovatore del settore, con esperienze a livello nazionale e internazionale, che guida, in qualità di capofila, un partenariato pubblico-privato con il Parco Archeologico di Pompei e la cooperativa sociale Il Tulipano. Così, proprio grazie a questa partnership, nelle aree verdi che circondano l’area archeologica della città antica 2000 anni e patrimonio dell’umanità, e in quelle del Polverificio borbonico di Scafati, attraverso l’agricoltura, si promuove l’inclusione di giovani emarginati con bassa scolarità e disabilità, operando sul capitale umano con l’obiettivo di valorizzare le risorse di ciascun individuo nei contesti di vita ordinari, con particolare attenzione ai bambini, agli adolescenti, ai giovani e adulti con disturbo dello spettro autistico e/o disabilità cognitiva.
“Fili d’Erba”
La fattoria didattica e sociale di Bubi e Mimi, a Bene Vagienna, a Cuneo, ha creato il progetto “Fili d’Erba” per creare un luogo dove, oltre a quelle agricole, si svolgono anche attività rivolte a bambini e ragazzi con problemi psico-sociali, disabilità, o provenienti da famiglie difficili. Fili d’Erba realizza un ambiente rigenerativo per far rifiorire e crescere, attraverso la natura e la cura di piante e animali, proprio questi bambini e ragazzi fragili. All’interno dei 4.500 mq della fattoria è stato realizzato un giardino sensoriale con erbe officinali e aromatiche, all’interno del quale iniziare percorsi guidati di conoscenza. In un laghetto su due livelli, su uno dei quali l’acqua ai bambini arriva alle ginocchia si allevano colorate carpe COI e i bambini possono prenderle e dar loro da mangiare. Tutti i percorsi sono studiati in forma tondeggiante, per essere quanto di più lontano, anche visivamente, dalle corsie di ospedale. Uno spazio è dedicato ai porcellini d’India e si allevano galline Nostrane di Morozzo. Tutto è attentamente studiato per infondere maggiore sicurezza, conoscenza oltre a possibile inserimento lavorativo nella produzione di cosmetici naturali.
“L’Orto Terapeutico di Lu”
Il proprietario dell’azienda agricola Mirai a Pimentel, a 35 Km da Cagliari ha aperto nel 2017 una Onlus, “L’orto di Lu”, dedicata alla sorella Luena, scomparsa prematuramente per un tumore. Il progetto nasce proprio da questo vissuto personale e dal desiderio di fare altrettanto per le donne che stanno affrontando problemi oncologici. “L’orto cura chi se ne prende cura: questo è alla base del mio progetto” spiega Andrea Mirai. E’ stata così realizzata, all’interno dell’impresa, una vera e propria oasi in mezzo alla natura, dove ciascuna donna, prendendosi cura dell’orto possa, attraverso semplici attività̀ come il lavoro di gruppo nel campo o soltanto attraverso il contatto con la natura, ritrovare serenità. L’associazione, in breve tempo, è riuscita a coinvolgere tante donne, centinaia di volontari e migliaia di donatori, catturati dalla bellezza dei fiori del primo giardino in Sardegna dedicato ai tulipani e allo scopo per cui l’associazione è nata. L’impresa ha istituito una borsa di studio di 25.000 euro per l’Università di Cagliari in collaborazione con l’Ospedale Oncologico “Businco” di Cagliari e anche il ricavato della vendita dei tulipani permette di finanziare la ricerca.
Il “Giardino in Movimento”
Il “Giardino in Movimento” parte dalla volontà di riqualificare e valorizzare un’area urbana del centro di Genova, i Giardini Pellizzari, luogo molto frequentato da mamme con bambini, anziani, cittadini. La rinascita di quest’area avviene grazie all’impegno di Ornella Ricciardi, che ha coinvolto una rete di associazioni, come la Cooperativa Pane e Signore, alcune aziende, esercizi commerciali della zona, il comune e i cittadini privati per dare vita a questa iniziativa per la riqualificazione urbana. Nel progetto verranno utilizzate esclusivamente le varietà che crescono spontaneamente. A lavorare al giardino saranno giovani in difficoltà, cui spetta il compito di preparare il terreno alla piantumazione di piante. Attraverso una formazione ad hoc con gli educatori del Cepim, il Centro Italiano Down Onlus di Genova, permetterà di coinvolgere anche questi ragazzi nella cura del giardino. La formazione inoltre sarà aperta anche ad esterni, a persone del quartiere, che vorranno dare il loro contributo partecipando all’iniziativa. “Questo premio - ha spiegato Ornella Ricciardi - ci dà la possibilità di concretizzare tutto questo e tornare a valorizzare un’area urbana molto bella e importante della città”.

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