LIntesa Consumatori lancia lallarme caro-vino, sottolineando che i rincari oltre ad essere ingiustificati sono di natura speculativa. E immorale che una bottiglia da 70 cl, pagata 3 euro al produttore sia rivenduta a 7/8 euro nei supermercati. E addirittura a 10-15 euro nei ristoranti. Se anche il Brunello di Montalcino, che alcune banche avevano suggerito come investimento, è in difficoltà, come afferma il presidente del Consorzio, Baldassarre Filippo Fanti nella lettera ai soci di fine danno, precisano i consumatori, vuol dire che non esistono condizioni economiche di ripresa in Italia. Intesaconsumatori ritiene scandalosi i prezzi dei vini imposti nei supermercati, con percentuali di ricarico da capogiro, che passano da 1,5/2 euro a bottiglia da 70 cl pagata ai produttori, a 7/8 euro, mentre nei ristoranti si arriva a pagare anche 10/15 euro, con ricarichi stratosferici. Lunico modo di rilanciare i consumi è quello di abbattere drasticamente i prezzi e di controllare rigidamente la filiera, anche da parte dei produttori, essendo un loro diritto prevenire la speculazione sui marchi, anche con suggerimenti dei prezzi finali che non possono subire variazioni vertiginose del 900 per cento. I produttori non lamentino i cali delle vendite, se lasciano libero spazio alla speculazione, che arricchisce soltanto pochi danneggiando i consumatori.
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