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CONSUMO CONSAPEVOLE: DALLA CIACCI PICCOLOMINI IL PRIMO WEB-SITE DI CANTINA ITALIANA CHE ESPLICITAMENTE “RACCOMANDA DI BERE CON MODERAZIONE”. LA ABRUZZESE PASETTI IN RETROETICHETTA: “SE BEVI NON GUIDARE”. E POI GANCIA, BERLUCCHI, SAN PATRIGNANO …

Italia
Lucia e Paolo Bianchini, a capo della Ciacci Piccolomini d’Aragona

Il mondo del vino è sempre più sensibile al tema del consumo moderato contrapposto all’abuso di alcol, e dopo il coro unanime di appelli, da parte di produttori e opinion maker di settore, a considerare il vino come un prodotto fatto anche di storia e cultura da consumare consapevolmente, arrivano anche i primi “atti pratici” a livello di comunicazione diretta, sul web e in etichetta.
Ciacci Piccolominid’Aragona, griffe storica del Brunello di Montalcino, nel recente rinnovamento del sito internet (www.ciaccipiccolomini.com), ha inserito, per la prima volta nel mondo del vino italiano, una pagina di introduzione con il messaggio “Ciacci Piccolomini d’Aragona sostiene un consumo responsabile di alcolici. L’abuso di alcolici è pericoloso. Si raccomanda di bere con moderazione”. Caso più unico che raro di un messaggio così diretto tra i tanti siti di aziende vitivinicole italiane.
Qualcosa di simile si torva sui portali di Martini & Rossi (www.martinierossi.it, Gruppo Bacardi) e della Fratelli Gancia (www.gancia.it), che, prima dell’accesso ai siti, chiedono agli enonauti una sorta di “autocertificazione” sul raggiungimento dell’età legale per il consumo di alcolici.
Cosa che, peraltro da tempo, fanno le grandi “maison” dello Champagne in Francia, come Veuve Cliquot (www.veuve-clicquot.com), Dom Perignon (www.domperignon.com) e Krug (www.krug.com), solo per citarne alcune, e le principali case italiane produttrici di birra, come la Peroni (www.peroni.it) e la Moretti (www.birramoretti.it).
Ma in Italia è arrivata anche la prima etichetta che recita, a chiare lettere, “Se bevi non guidare”: è quella che la cantina abruzzese Pasetti (www.pasettivini.it) ha scritto nella retroetichetta dei suoi Montepulciano d’Abruzzo, Pecorino e Cerasuolo, prendendo spunto da un’idea nata in collaborazione con il Sert (Servizi per le tossicodipendenze e l’alcolismo) di Pescara.
In questo senso un’iniziativa analoga, ma meno “diretta” nei termini, esiste già dall’agosto 2007, quando uno dei nomi più blasonati delle bollicine italiane, la Guido Berlucchi, ha iniziato a scrivere nella retroetichetta delle sue bottiglie “Il vino è piacere e salute, bevi con sobrietà”, lo slogan che riassume la filosofia di San Patrignano, la comunità di recupero per tossicodipendenti diretta da Andrea Muccioli, che da diversi anni produce anche vini molto apprezzati da critica e pubblico, e organizza la rassegna enogastronomica “Squisito!” (quest’anno di scena dal 30 maggio al 2 giugno, www.squisito.org).
Iniziative del tutto volontarie, che sono però i primi segnali di una presa di coscienza “attiva” di un problema, quello dell’abuso di alcol, che anche se non vede nel prodotto vino uno dei principali responsabili, può trovare nel nettare di Bacco un alleato prezioso per l’educazione a un rapporto con gli alcolici sempre più consapevole, votato al sano piacere e al gusto e non allo “sballo”.

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