Undici persone arrestate, tra dirigenti e funzionari del Ministero delle Politiche Agricole, di cui 6 in carcere, tra i quali spicca Giuseppe Ambrosio, dirigente di lungo corso del Ministero delle Politiche Agricole ed oggi a capo della segreteria del sottosegretario Braga e dg del Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura “Cra”, e 5 agli arresti domiciliari, tra cui Riccardo Deserti, direttore del Consorzio del Parmigiano Reggiano, con accuse come “corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, turbativa d’asta, di turbativa nella scelta di contraenti e in bandi di gara”, e un sequestro di denaro e beni per un valore di oltre 22 milioni di euro, comprensivo di 43 tra terreni e fabbricati, 10 tra autoveicoli e motocicli e numerosi conti correnti, depositi titoli e polizze assicurative. 32 milioni di euro, invece, secondo gli inquirenti, i contributi statali illecitamente percepiti da alcuni imprenditori grazie alla corruzione dei funzionari del Ministero. E, nel complesso, sarebbero 37 le persone indagate. Ecco i numeri dell’operazione “Centurione”, dal soprannome romano di Ambrosio, condotta dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardi di Finanza di Roma, e coordinate dal procuratore aggiunto nello Rossi e dal sostituto procuratore Stefano Fava del gruppo “reati contro l’economia”. Le attività sotto inchiesta vanno dal marzo 2007 al maggio 2011, prima, dunque, della nomina (il 16 novembre 2011) a Ministro delle Politiche Agricole di Mario Catania.
“In pratica, i dirigenti e i funzionari del Ministero coinvolti nelle indagini - si legge in un comunicato ufficiale si - accordavano di volta in volta con alcuni imprenditori per l’erogazione di contributi e finanziamenti pubblici, per la stipula di contratti o l’aggiudicazione di gare pubbliche in regime di favore ( anche attraverso la predisposizione o la partecipazione pilotata ad alcuni bandi di gara), ricevendo compensi corruttivi di varia natura come controprestazione dell’attività illecita svolta. In cambio delle loro condotte illecite i dirigenti e i funzionari del Ministero hanno infatti ottenuto somme di danaro in contanti ed indebiti vantaggi patrimoniali tra cui vacanze pagate all’estero (Stati Uniti e Francia), soggiorni presso lussuosi resort e centri benessere in Italia, stage e promesse di posti di lavoro per parenti, amici e amanti, generi alimentari, oggetti di arredo di elevato valore e così via.
Ma vi è più: i dipendenti del Ministero - si legge - si erano accordati per “turnare” i vantaggi corruttivi. Infatti, laddove la misura ridotta del finanziamento pubblico non consentiva la retribuzione di tutti i pubblici ufficiali coinvolti, l’imprenditore provvedeva a soddisfare la richiesta di uno solo di essi con la certezza, per gli altri, di essere a loro volta soddisfatti alla prima utile occasione. Attraverso questo sistema gli imprenditori coinvolti sono riusciti, dal marzo 2007 al maggio 2011, ad aggiudicarsi 32 milioni di euro di finanziamenti pubblici, per lo più relativi al finanziamento di iniziative di informazione e di comunicazione per la valorizzazione delle produzioni agricole nazionali, per la tutela della salute dei consumatori, per l’educazione alimentare e per le altre attività di interesse sociale”.
“Tra i bandi di gara oggetto di accordo corruttivo si citano “Food4U”, per la realizzazione di campagne di sensibilizzazione rivolte a scuole italiane ed europee sull’importanza di una consapevole alimentazione (3.780.000 euro) e “Frutta nelle scuole”, finalizzato ad aumentare il consumo di frutta e verdura da parte dei bambini e ad attuare iniziative che supportino più corrette abitudini alimentari (oltre 13 milioni di euro). Altri contributi pubblici sono invece serviti per finanziare iniziative quali la “Giornata Nazionale dell’Agricoltura” (154.800 euro) e “L’Asta Internazionale del Tartufo” (263.210 euro), quest’ultima attraverso Buonitalia Spa (società interamente partecipata dal Ministero)”.
Per Ambrosio, tra i “grandi accusati” dell’inchiesta, “l’accusa non è soltanto quella di avere favorito, dietro compenso, alcuni imprenditori ma anche di avere cooperato alla concessione di contributi pubblici in favore del Comune di Maratea (Potenza) e di Todi (Perugia), rispettivamente per 63.500 euro e 125.000 euro, ricevendo in cambio l’omessa vigilanza edilizia da parte dei soggetti preposti su alcune opere realizzate abusivamente nelle ville di proprietà. Ville per la cui realizzazione il funzionario ha impiegato risorse per 1.273.000 milioni di euro, non coerenti con il proprio reddito familiare. Partendo da questi elementi, le Fiamme Gialle hanno ricostruito puntualmente i redditi ed il patrimonio dei due coniugi, dal 1993 al 2008, accertando una sproporzione di oltre 925.000 euro tra entrate e uscite”.
Gli arrestati in carcere, oltre ad Ambrosio, sono Stefania Ricciardi, moglie di Ambrosio e dirigente del Ministero che si occupa di attività di comunicazione e di informazione in materia di qualità dei prodotti agricoli ed agroalimentari; Francesco Saverio Abate, direttore generale della pesca marittima e dell’acquacoltura; Ludovico Gay, dirigente del Ministero per la promozione, la valorizzazione della produzione agroalimentare italiana in ambito comunitario ed internazionale; Michele Mariani, impiegato del Ministero; Alfredo Bernardini, responsabile dell’ufficio stampa immagine e comunicazione della Cia - Confederazione Italiana Agricoltori.
Ai domiciliari, oltre a Deserti, anche Luca Gaudiano, funzionario del Ministero, e gli imprenditori o professionisti nel settore della comunicazione Claudia Maria Golinelli, Luigi Cardona e Oliviero Sorbini.
“Quasi tutte le attività del Ministero delle Politiche Agricole sono risultate inquinate da questa attività corruttiva” - ha affermato il procuratore aggiunto di Roma, Nello Rossi, nella conferenza stampa sull’operazione “Centurione” - si tratta di corruzione diffusa, variegata e circolare. Il livello interessato è quello dell’amministrazione: abbiamo un centro di spesa pubblica inquinato dalla corruzione”.
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