L’evoluzione della guerra tra Russia e Crimea preoccupa il mondo, che, però, intanto, va avanti. E se tutti si augurano di poter brindare presto alla fine del conflitto, intanto, il vino italiano e del mondo continua a lavorare per dare corpo, in questo 2022, alla ripresa robusta che c’è stata nel 2021. Ed almeno a guardare dal valore degli sfusi dei più importanti territori italiani, le cose non sembrano andare male. Perchè i prezzi in gran parte tengono, e, in qualche caso, aumentano, ma quasi mai diminuiscono. Ma questo, seppur in generale è un sintomo di salute, potrebbe diventare un problema, legato anche all’aggravio dei costi di produzione che sta colpendo tutti i settori, e che, nel vino, secondo le ultime stime di Unione Italiana Vini (Uiv), è stimabile in un +12%. Tra bollette, vetro, carta, sughero, legno e trasporti, che a fine anno, se la situazione non peggiorerà ancora, porterà ad un aggravio stimato in 1,3 miliardi di euro. Un problema che è tale, ovviamente, soprattutto per i vini generici e per quelli a minor valore aggiunto, che, ovviamente, hanno minor marginalità rispetto agli altri, ma tant’è. Guardando ai listini, dunque, secondo le quotazioni Ismea, i vini bianchi comuni, a gennaio 2022, vedono un prezzo medio di di 4,12 euro ad ettogrado, in crescita del 28,6% sull’anno precedente, mentre rossi e rosati sono a 4,53 euro ad ettogrado, in crescita del +13,4% sullo stesso periodo del 2021.
Guardando ai vini a denominazione, invece, partendo dal Piemonte, secondo le rilevazioni della Camera di Commercio di Cuneo (aggiornate al 26 gennaio 2022), si va 796 agli 858 euro ad ettolitro per il Barolo Docg 2017, mentre il 2018 (al momento delle rilevazioni, riferite al bimestre novembre-dicembre 2021, ancora “atto a divenire”) oscilla tra i 780 ed i 797 euro ad ettolitro. Dati in leggera crescita, rispetto alla nostra ultima indagine di inizio dicembre 2021. Mentre è stabile il Barbaresco, tra 420 e 454 euro ad ettolitro per la vendemmia 2017, e tra 476 e 490 euro per la 2018. Il Nebbiolo d’Alba, invece, si muove tra 250 e 269 euro per la vendemmia 2019 ed i 232 ed i 260 per la 2020, il Langhe Nebbiolo è nella forbice tra 257 ed i 300 euro, e la Barbera d’Alba si mantiene tra 2017 e 231 euro. Per la Camera di Commercio di Alessandria, invece, al 28 febbraio, la Barbera d’Asti si muove tra i 115 ed i 160 euro ad ettolitro, quella del Monferrato tra i 110 ed i 140, ed il Gavi tra i bianchi, è tra 220 e 280 euro al litro.
In Toscana, invece, secondo i dati al 2 marzo 2022, della Camera di Commercio di Siena, il Brunello di Montalcino 2017 viaggia ancora tra 950 e 1.150 euro ad ettolitro, ma rispetto a dicembre 2021, sono salite notevolmente le quotazioni dell’annata 2018, tra 750 e 950 euro, mentre per il Rosso di Montalcino si va da 300 a 450 euro ad ettolitro per la vendemmia 2020. Abbastanza stabili anche le quotazioni del Chianti Classico, con quotazioni simili per le annate segnalate, dalla 2017 alla 2021, con i minimi che partono da 265-280 euro, ed i massimi tra i 315 ed i 330 euro ad ettolitro.
Quadro più o meno simile a quello del Chianti, stabile e con quotazioni tra 140 e 180 euro ad ettolitro per le annate dalla 2018 alla 2021. Stabilità arriva anche dal Nobile di Montepulciano, con le annate 2017 e 2018 tra i 330 ed i 380 euro ad ettolitro, e la 2019 tra 340 e 390 euro, mentre cresce leggermente la Vernaccia di San Gimignano, con quotazioni, per le annate 2019, 2020 e 2021, che vanno da 135 a 160 euro ad ettolitro.
Incomprensibilmente, visto che i vini del territorio sono ormai tra i più importanti d’Italia e del mondo, non sono rilevate dalla Camera di Commercio Maremma e Tirreno, invece, le quotazioni di Bolgheri. Ma, secondo i dati del Consorzio per la Tutela dei Vini Doc Bolgheri e Doc Bolgheri Sassicaia, guidato da Albiera Antinori, il Bolgheri Rosso 2021 viaggia intorno agli 850 euro ad ettolitro (che arrivano a 1.000 per il biologico), mentre tocca quote di 1.400 euro ad ettolitro il Bolgheri Rosso Superiore che, però, di fatto, non viene praticamente scambiato da nessuno.
In Veneto, invece, secondo le rilevazioni della Camera di Commercio di Verona, al 28 febbraio 2022, crescono in maniera importante le quotazioni dei vini della Valpolicella. Amarone e Recioto della annate 2018, 2019 e 2020 oscillano tra 930 e 960 euro ad ettolitro, con la produzione della zona Classica che parte da 960 e arriva a 1.000 euro ad ettolitro. Quotazioni importanti ed i rialzo anche per il Valpolicella Ripasso, che va da 320 a 340 euro ad ettolitro tanto per la produzione 2019 che per la 2020, salendo a 360-390 euro ad ettolitro per la versione classico, mentre per il Valpolicella Doc si va da 190 a 210 euro ad ettolitro per la produzione 2021, che salgono a 250-270 per il classico. Tra i bianchi, cresce in maniera importante il Lugana, tra 350 e 360 euro ad ettolitro con il 2021, il Soave Classico 2021 è stabile tra 100 e 115 euro ad ettolitro, il Bardolino oscilla tra 100 e 120 per le diverse versioni (“base”, classico e chiaretto), ed il Pinot Grigio delle Venezie si muove tra 115 e 120 euro ad ettolitro.
Ancora, continuano a crescere le quotazioni del “sistema Prosecco”: secondo la Camera di Commercio di Treviso, al 1 marzo 2022, il Prosecco Doc oscilla tra i 230 ed i 250 euro ad ettolitro, la Docg di Asolo tra 235 e 255 euro, mentre il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg oscilla tra 280 e 310 euro ad ettolitro, con la tipologia “Rive” che va da 300 a 320 euro, per arrivare al “cru” Cartizze che si muove a prezzi da grande rosso, tra 950 e 1.150 euro ad ettolitro.
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