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DA IERI AL VIA A NEW YORK L’“ITALIAN WINE WEEK”. IL “MADE IN ITALY” NEGLI USA TIENE. ECCO I DATI ...

Rimane buona, anche in tempi di crisi, la percezione del rapporto qualità/prezzo delle etichette made in Italy parte del consumatore americano. Mercato Usa dove, nonostante un calo delle importazioni statunitensi di vino in bottiglia e un aumento invece di quelle di vino sfuso che premiano i Paesi del cosiddetto Nuovo Mondo, con l’Australia in testa, il vino italiano è quello che registra i cali minori di prezzo del prodotto imbottigliato, in rapporto ai competitor. Emerge da un’analisi di Veronafiere-Vinitaly, presentata, in collaborazione con Buonitalia Spa e l’Istituto per il Commercio l’Estero - Ice, all’“Italian Wine Week” a New York, con più di 400 aziende viticole e oltre 50 importatori statunitensi, leader di mercato. Alla kermesse, in programma, da ieri al 5 febbraio, la presenza istituzionale delle Regioni Calabria, Puglia, Toscana, Veneto, i Consorzi del Brunello di Montalcino, Chianti Classico, Vino Nobile di Montepulciano e Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore, “tutti insieme appassionatamente” nel progetto “The Italian Wine Master”, e Luca Maroni, con il “Sens Of Wine”.

Nei primi 10 mesi 2009, le importazioni totali di vino da parte degli Usa registrano un aumento in quantità del 14,5%, pari a 6.817.000 ettolitri, a tutto discapito del controvalore monetario che segna una riduzione di quasi 14,4% pari a 2,598 miliardi di dollari. E il Belpaese che, in valore rimane comunque leader, arretra in entrambi i parametri, con un -4,6% in quantità e un -14,9% in valore (1.712.000 ettolitri per 822,3 milioni di dollari). A regalare un sorriso benaugurante all’Italia sono le bollicine, con un +13,4% in quantità e +7,6% in valore (137.810 ettolitri per 87,66 milioni di dollari), su un mercato americano che vede, in generale, un calo del 6,7% in volume e del 30,1% in valore.

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