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DA INIZIO ANNO RADDOPPIA L’EXPORT MADE IN ITALY IN CINA: 280.000 BOTTIGLIE AL MESE SUPERANO LA GRANDE MURAGLIA

Raddoppiato (+98%), nei primi quattro mesi dell'anno, il valore delle esportazioni di vino made in Italy in Cina, con una media di 280.000 bottiglie al mese che hanno raggiunto il potente Paese asiatico. E' quanto emerge da una analisi della Coldiretti sugli scambi commerciali di vino tra Italia e Cina dalla quale si evidenzia, peraltro, che al momento le importazioni in Italia sono risultate pari a solo 6400 bottiglie al mese, nonostante la Cina sia diventata il quarto produttore mondiale di vino. L'Italia si colloca solo al sesto posto tra i paesi fornitori del grande mercato orientale. Si tratta di un risultato incoraggiante in vista della vendemmia, considerata ottima dal punto di vista produttivo, attorno ai 53 milioni di ettolitri su livelli simili, secondo l'Ismea e l'Unione Italiana Vini, a quelli dello scorso anno. La Cina con 450.000 ettari di vigneti (+150.000 rispetto all'anno scorso), è al quarto posto della classifica mondiale per superficie coltivata ad uva mentre dal punto di vista dei consumi interni il cinese beve in media per ora solo 0,3 litri di vino l'anno, rispetto ai circa 50 degli italiani. Un valore destinato a crescere per l'immagine positiva che sta conquistando il nettare di Bacco che, in fase di espansione economica, sta diventando uno status symbol, sinonimo di successo. La Cina, oltre ad essere un aggressivo Paese esportatore per molti prodotti agroalimentari, offre anche grandi opportunità al made in Italy. Infatti, nonostante abbia triplicato, negli ultimi venti anni, la produzione enologica, questa non riesce ancora a soddisfare la crescita della domanda interna, stimata intorno al 20-30% annuo. Ma occorre introdurre regole per garantire la trasparenza degli scambi di mercato per quanto riguarda l'indicazione di origine in etichetta e il rispetto delle norme etico-ambientali".

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