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DA NICCHIA A FENOMENO ANTICRISI: È IL “BIOLOGICO”, CHE IN UN CONTESTO DI CONTRAZIONE GENERALE ANCHE A TAVOLA, VEDE CRESCE CONSUMI, E IMPRESE E SUPERFICI AGRICOLE DEDICATE. E A BOLOGNA ARRIVA “SANA” EVENTO DI RIFERIMENTO DEL SETTORE (7-10 SETTEMBRE)

Non Solo Vino
Il biologico non conosce crisi

Fino a pochi anni fa, il biologico era una nicchia, un comparto appena nato che a mala pena meritava qualche scaffale nei punti vendita delle catene della Gdo. Oggi, intere aree sono dedicati proprio ai prodotti da agricoltura biologica, una moda diventata decisamente popolare, e a dimostrarlo sono i numeri che, nei giorni del Sana, il Salone internazionale del biologico e del naturale, a Bologna (7-10 settembre), raccontano il boom di un comparto che si dimostra, ancora una volta, impermeabile alla crisi (www.sana.it)
Crescono i consumi, a +8,8% nei primi sei mesi del 2013 sullo stesso periodo del 2012 (mentre i consumi alimentari convenzionali crollano di quasi il 4%), ma anche il numero degli operatori (+3%) e della superficie dedicata (+6,4%, per 1,1 milioni di ettari di terreno). Tra le Regioni, la regina è la Puglia, con una crescita nel numero delle aziende biologiche del 20,3%, grazie agli ettari coltivati ad olivo e vite. D’altra parte, secondo gli ultimi dati, ripresi in questi giorni da tutte le associazioni agricole, oggi il 76% degli italiani dichiara di acquistare prodotti biologici almeno due volte al mese. E anche il mondo produttivo si dà da fare per rendere il comparto una delle certezze dell’agroalimentare “made in Italy”: solo nell’ultimo anno, infatti, il numero delle aziende “bio” è salito, come detto, del 3%, a quota 49.709 con il “boom”, oltre che della Puglia, anche della Lombardia (+12,7%) e del Lazio (+10%). Lo stesso è avvenuto per la superficie dedicata, per un totale di 1,1 milioni di ettari lavorati secondo il metodo biologico, e un incremento sul 2012 del 6,4%. In particolare, nell’ultimo anno è cresciuta soprattutto la superficie “bio” coltivata a olivo (+16,2%), ad agrumi (+15,5%), a cereali (+14,4%) e a vite (+8,6%).
E anche gli operatori della gdo investono: nel business stanno per entrare, in concorrenza con la catena specializzata “NaturaSì”, catene dedicate del gruppo Eurospin, e il produttore cooperativo “Almaverde Bio”, come riporta “Il Sole 24 Ore”.

Focus - L’intervento del Ministro delle Politiche Agricole Nunzia de Girolamo:
“la sostenibilità è un elemento fondamentale per il futuro, il biologico italiano è un esempio positivo”

“Vengo con grande convinzione a questo convegno che di fatto inaugura Sana, perché i temi trattati oggi sono fondamentali. È una grande occasione per riflettere, perché per troppo tempo la sostenibilità è stata considerata appannaggio di alcuni e non di altri. Invece il rispetto dell’ambiente è una responsabilità di tutti, perché abbiamo il dovere di preservarlo per le future generazioni. In tale prospettiva Expo assume ancora maggiore importanza e il biologico non può essere assente”.
Così il Ministro delle Politiche Agricole Nunzia De Girolamo è intervenuta a Bologna al convegno “Verso l’Expo 2015 - Nutrire il pianeta in modo sostenibile. L’innovazione nei modelli di produzione e consumo per il diritto alla giusta alimentazione”, che anticipa l’inaugurazione della manifestazione Sana 2013.
“L’evento di Milano non è una fiera, ma una grande vetrina per tutto il Paese e un’occasione per riflettere e sensibilizzare su temi cruciali legati a cibo e alimentazione come le problematiche relative alla malnutrizione, alle cattive abitudini alimentari e agli sprechi alimentari”.
“Le sfide che ci attendono sono tante - ha proseguito De Girolamo - e il settore biologico ci ha dato un esempio importante di cui tenere conto. Ha saputo, con la sua crescita, spezzare il pregiudizio che vuole la sostenibilità contrapposta alla produttività e alla competitività”.
“Un’altra grande urgenza da affrontare - ha sottolineato ancora il Ministro - è quella della lotta alle contraffazioni, ai fenomeni fraudolenti che ci colpiscono. Anche il biologico italiano, forte dei propri successi di mercato, non ne è stato esente. C’è stata però una risposta da parte delle istituzioni, del mondo delle imprese, degli enti di controllo, delle associazioni. Penso, ad esempio, agli interventi per introdurre il codice doganale specifico per prodotti biologici importati da Paesi terzi o al progetto di informatizzazione delle procedure per ottenere lo status di operatore biologico e favorire la trasparenza. Non possiamo però abbassare la guardia per continuare a tutelare i consumatori ed i produttori biologici onesti. Tanto più oggi che il bio è diventato un’opportunità importante, specialmente in un momento di crisi come quello che stiamo vivendo”.
“Una risposta a questa crisi l’abbiamo proprio sotto i piedi ed è la terra. Sono molte le cose da fare - ha concluso il Ministro - e per vincere deve esserci un lavoro di squadra, mi riferisco in particolare all’attuazione della Pac, così come alla politica agricola nazionale da scrivere e anche alla semplificazione. Il Ministero sta lavorando proprio in queste ore a un pacchetto semplificazione per liberare le nostre aziende da una burocrazia soffocante. Ma per farlo serve l’aiuto anche delle organizzazioni di categoria. Il mio impegno e il mio auspicio sono di affrontare le sfide future con contributo di tutti, per restituire i sogni alle generazioni che verranno. Per centrare l’obiettivo dobbiamo puntare sulla qualità che è nel Dna della nostra agricoltura e del Made in Italy”.

Focus - L’indagine dell’Osservatorio Sana 2013 sui consumatori di prodotti “bio” non food.

“Bio” non è più solo alimentazione, ma anche igiene personale e non solo. E allora quali sono i comportamenti dei consumatori in questo senso? A svelarlo l’indagine, realizzata da Nomisma (i risultati completi saranno presentati il 7 settembre) che ha coinvolto 1.009 consumatori e ha analizzato i criteri di scelta generali da parte del consumatore rispetto a prodotti non food (cura della persona, cura della casa, vestiario) per valutare l’importanza dell’attributo naturale/bio nelle scelte di acquisto e ha misurato l’interesse del consumatore nei confronti di uno schema di certificazione europea unica anche per i prodotti non food.
Per Silvia Zucconi, Coordinatore Area Agricoltura e Industria Alimentare, commentando i risultati dell’Osservatorio Nomisma per Sana 2013 ha commentato: “l’indagine parla chiaro: l’interesse per una certificazione biologica europea unica anche per i prodotti non food, è altissimo. Non si può trascurare come una certificazione unica per cosmetici/prodotti per la cura della persona farebbe fare un grande “balzo” nell’interesse del consumatore. Diventerebbe tra l’altro molto più semplice comunicare al consumatore le garanzie offerte da tali prodotti. Se oggi il tasso di penetrazione per i prodotti alimentari biologici ha raggiunto il 54,5% dei consumatori italiani, è lecito attendersi che anche per i prodotti non food, nel caso di certificazione europea unica, ci sarebbe un grande incremento. Passare dall’attuale 5% di penetrazione per i cosmetici/prodotti per la cura alla persona al 10-15% non sarebbe di certo un miraggio”.

Criteri di scelta per prodotti cosmetici/cura della persona e per la pulizia della casa
Per i cosmetici e per i prodotti per la cura della persona il criterio di scelta predominante è il prezzo (37% di cui 28% prodotto in promozione-sconto sul prezzo e 9% prezzo basso); a seguire la marca (il 23% dei consumatori usa questo criterio come prevalente), la presenza di ingredienti naturali/di erboristeria (16%), l’assenza di specifiche sostanze - quali ad esempio parabeni, paraffina, oli minerali, sles, sls, alluminio - (7%).

L’interesse per il bio è alto: il 5% verifica la presenza di ingredienti biologici e il 4% dei consumatori valuta in base alla presenza di una certificazione di qualità (biologica, ecolabel, etc)
Per i prodotti per l’igiene, la pulizia della casa e del bucato i criteri di acquisto dei consumatori sono guidati dall’efficacia già provata nella detersione (il 36% dei consumatori indica questo criterio come il più importante). Tra le altre determinanti di scelta, si conferma il prezzo (30% - 23% sceglie il prodotto in promozione e 7% sceglie cercando il basso prezzo). La marca incide sulla scelta dei consumatori per il 17% .
L’11% dei consumatori cerca prodotti ecologici fatti con sostanze a basso impatto sull’ambiente. A questi si aggiunge una quota (2%) che acquista prodotti con certificazioni di qualità (biologico, ecolabel).
La penetrazione di acquisto di prodotti naturali, ecologici, biologici
Negli ultimi 12 mesi, l’81% dei consumatori ha avuto almeno una occasione di acquisto/consumo di prodotti per la cura della persona e cosmetici naturali/ecologici/con ingredienti biologici/privi di sostanze dannose per l’uomo o l’ambiente. L’interesse per prodotti più sostenibili è quindi molto alto. I consumatori italiani hanno privilegiato l’acquisto di prodotti per la cura del corpo e l’igiene della persona (shampoo, bagnoschiuma, sapone) - categoria per cui il tasso di penetrazione è pari al 64,9%. Seguono i detergenti per la pulizia della casa (40,3%) “tallonati” dai cosmetici (creme e trucchi) - 39,9%. Interesse anche prodotti per l’igiene orale (dentifrici, collutori) - 37,8% dei consumatori ha avuto almeno un’occasione di acquisto di prodotti green – e i prodotti per il bucato (detersivi, ammorbidenti) - 34,4%.
La frequenza di acquisto di prodotti per la cura della persona e cosmetici naturali/ecologici/con ingredienti biologici/privi di sostanze dannose per l’uomo o l’ambiente è ancora relegata a qualche occasione: il 46,6% indica che acquista questi prodotti solo “ogni tanto” a cui va aggiunto un ulteriore 15% che ha acquistato “solo una volta”. Esiste comunque una quota di consumatori attenti al naturale poiché acquista spesso tali prodotti (19%).
Percezione sulla naturalità dei prodotti cosmetici e per la cura della persona
Un prodotto cosmetico e per la cura della persona è naturale quando è derivato da ingredienti naturali (erbe officinali e oli naturali): questo è quel che pensa il 40,2% dei consumatori.
Al secondo posto, vi sono i consumatori che considerano naturale un “prodotto che non contiene sostanze chimiche quali parabeni, paraffina, oli minerali, Sles” (37,6%); a seguire - per il 14% dei consumatori - la naturalità collegata alla sicurezza per la salute umana. Tra gli altri attributi collegati alla percezione della naturalità, si segnalano la “presenza di ingredienti biologici” (6,1%) e la presenza di una “confezione ecocompatibile” (0,2%).
I prodotti cosmetici e per la cura della persona per cui il consumatore mostra maggiore interesse ad avere garanzie sulla naturalità del prodotto sono (per il 39,2% dei consumatori) i prodotti per la pulizia del corpo per l’igiene quotidiana. A seguire con il 17,3% i prodotti per igiene per i bambini (in questo caso ciò è importante per il 21% delle famiglie con figli e per il 7% delle famiglie senza figli). Seguono i deodoranti - la cui preferenza si attesta al 7,1% - i prodotti per l’igiene orale (6,8%), e per i capelli (6,7%). I cosmetici per il viso vengono considerati dal 5,5% degli intervistati mentre i cosmetici per il corpo dal 5,1%. Chiudono la classifica i cosmetici per il trucco – 1,4% - e i prodotti solari 0,7%.
Naturale e biologico: come sono percepiti?
Vi è una differenza tra prodotto naturale e prodotto biologico per quanto concerne i cosmetici/prodotti per la cura della persona?
Il 59% dei consumatori ritiene, correttamente, che vi sia differenza in quanto sono prodotti che offrono garanzie diverse. Al contrario, ben il 41% dei consumatori si dimostra confuso (il 28% non sa rispondere alla domanda e il restante 13% considera le due tipologie di prodotti la stessa cosa).
Pulizia per la casa: la penetrazione di acquisto di prodotti con certificazione bio
La penetrazione di acquisto di prodotti per la pulizia della casa con certificazione bio (agli intervistati sono stati sottoposti visivamente i principali marchi di certificazione prodotto - sono stati visualizzati i 6 loghi) è nel 2013 pari al 3%. Alla quota di attuali acquirenti, si aggiunge una percentuale dominante di consumatori (59%) che dichiarano di non aver mai visto tali certificazioni sui prodotti per la casa; a questa va aggiunta la percentuale di consumatori (25%) che non è in grado di rispondere alla domanda poiché nuovamente inconsapevole dell’esistenza di prodotti con certificazione bio. Oltre a chi acquista (3%), la conoscenza e la consapevolezza dell’esistenza di tali certificazioni riguarda il 13% dei consumatori.
Certamente la frammentazione delle diverse certificazione bio di prodotto per la pulizia della casa non agevola la conoscenza del consumatore, rendendo più complicata la riconoscibilità.
Cosmesi e prodotti per la cura della persona: la penetrazione di acquisto di prodotti con certificazione bio
Per la cosmesi e la cura della persona il tasso di penetrazione è leggermente più alto: è pari al 5%. Anche la consapevolezza dell’esistenza di prodotti certificati bio è maggiore (raggiunge il 26% nonostante non vi sia stata alcuna occasione di acquisto).
Per contro, il 44% non ha mai visto le certificazioni che gli sono state sottoposte durante l’intervista (12 loghi) mentre il 25% dichiara ancora una volta di non essere in grado di rispondere (mostrando quindi di ignorare l’esistenza di tali certificazioni).
L’interesse del consumatore per una certificazione biologica europea con un unico standard stabilito per legge
Oggi, al contrario di quanto avviene per i prodotti alimentari biologici, non esiste una normativa unica a livello comunitario per i prodotti cosmetici/per la cura della persona biologici.
L’indagine Nomisma ha quindi valutato l’interesse del consumatore italiano per una certificazione europea unica anche nei prodotti non food e ha individuato la domanda potenziale in tal senso.
I risultati sono molto positivi: ben il 91% dei consumatori italiani si dichiara interessato (51% “abbastanza”, 40% “molto”) rispetto all’introduzione di una certificazione biologica europea.
Le notizie positive arrivano anche dalla disponibilità all’acquisto del consumatore.
Nel caso di disponibilità di prodotti cosmetici/cura della persona con certificazione unica europea, il consumatore mostra un grande interesse all’acquisto potenziale: il 37% dichiara che con certezza acquisterebbe tali prodotti in almeno una occasione, quota ben diversa dall’attuale situazione - con tanti schemi di certificazioni bio differenti - che vede la domanda attuale coinvolgere solo il 5% dei consumatori. Se alla quota dei consumatori certamente interessati a tali prodotti, si aggiunge anche la percentuale di chi “probabilmente acquisterebbe” tali prodotti (un ulteriore 55%), l’interesse potenziale sarebbe davvero elevato.
Prodotti con certificazione biologica europea con un unico standard a maggior potenziale
L’interesse maggiore è per i prodotti ad alta frequenza di utilizzo: ben l’86% lo ritiene un importante passaggio per la pulizia del corpo e igiene quotidiana. A seguire il 62% delle preferenze viene indicato per l’igiene orale, il 58% per i prodotti per i capelli, il 50% per i prodotti per l’igiene dei bambini, il 46% per i deodoranti. Subito dopo, con il 45% i cosmetici per il viso seguiti al 36% dai cosmetici per il corpo. Chiudono le ultime due posizioni al 32% i cosmetici per il trucco e al 30% i prodotti solari.

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