Nel mondo del vino questo (per fortuna) spesso succede: che un vino, appunto, non sia solo tale, ma che diventi prima simbolo di tutto il suo territorio, e quindi faccia da traino a quello che diviene un “distretto” a tutti gli effetti. In termini di giro d’affari, ma anche e soprattutto di ricadute di occupazione, turismo e sempre di più anche di tutela dell’ambiente. E’ la case history del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore la cui mission, dopo aver raggiunto numeri da capogiro nella produzione (+80% in valore e +74,2% in volume dal 2003 al 2012, per un mercato di 68,8 milioni di bottiglie e un giro d’affari complessivo di 450 milioni di euro nel 2012), nel mercato nazionale (+56,4% in valore sul 2003 per un totale di 34,4 milioni di bottiglie, e sono già a +61% sul 2012 le vendite in Gdo nella prima settimana del Natale 2013), come nell’export (venduto in 80 Paesi per un volume di 28,3 milioni di bottiglie e quasi 132 milioni di euro in valore nel 2012, +14,8% sul 2011), è ora quella di fare da traino all’intera comunità e non solo per i produttori, promuovendi nel mondo l’area di Conegliano Valdobbiadene, candidata, peraltro, a Patrimonio Unesco. E dove le ricadute della crescita della Docg già si contano, secondo il Rapporto annuale del Centro Studi del Distretto Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore: crea occupazione (+5,5% i viticoltori nel 2012), e soprattutto giovanile (il 30% dei dirigenti è under 40), incrementa il turismo (+25,6% di enoturisti tra il 2011 e il 2012) ed aiuta anche l’ambiente (quasi il 90% dei produttori valuta da molto importante a estremamente importante la qualità del paesaggio come componente significativa ai fini di una commercializzazione più efficace).
Per il sociologo Aldo Bonomi, direttore del Consorzio A.A.ster di Milano l’obiettivo è quello di accresce ancora questa sinergia vincente valorizzando le tre “T”: Terra, Territorio e Tecnica. “Terra significa capire che il distretto ha le sue radici storiche in un bene che sono le colline che, lavorate dall’uomo, producono il Prosecco. Il territorio non è la stessa cosa di terra, è una costruzione sociale realizzata partendo da ciò che contraddistingue le reti economiche che producono il distretto e le reti sociali che lo mantengono. Quindi non c’è terra senza sindaci, forze sociali, reti di relazioni, quello che una volta chiamavamo comunità, tenendo insieme le reti corte della produzione con quelle lunghe del simbolo. Ciò significa incorporare nella bottiglia un ambiente e un significato che permetta di competere con i migliori spumanti del mondo. È necessaria però - conclude Bonomi - anche la tecnica, configurata con un alto livello di professionalità, come ad esempio gli enologi”.
Partendo, visti i tempi, dalle ricadute occupazionali, complessivamente sono 5.000 le persone che lavorano per il Prosecco Superiore, 1.240 gli addetti in cantina nel 2012 e il numero di occupati continua a crescere: i viticoltori, ad esempio, sono aumentati del 5,5% nel 2012 toccando le 3.238 unità (molti formati sul territorio, alla scuola enologica Cerletti di Conegliano e alla Facoltà di Agraria dell’Università di Padova).
Dal Rapporto emerge poi come il distretto abbia saputo elaborare una ricetta contro la crisi che fa registrare una serie di dati in contro tendenza, a partire dalle opportunità di lavoro per i giovani anche ad alto livello: il 30% dei quadri dirigenziali, in quest’area, ha infatti meno di 40 anni. Occupazione fa rima con esportazione, e il Rapporto evidenzia in particolare le figure professionali legate a questo ambito. Ne emerge che il 35,6% delle aziende ha un direttore commerciale mentre il 37,4% si è dotata di un export manager (gli addetti all’export in totale sono 140). Positivi anche i dati sul turismo, a partire ovviamente dall’enoturismo: il numero complessivo dei visitatori delle cantine del distretto è cresciuto considerevolmente tra il 2011 e il 2012 (+25,6%) per un totale di 285.135 ospiti.
Sul fronte ambientale, la consapevolezza dell’importanza della valorizzazione dell’area, candidata a Patrimonio Unesco, passa anche attraverso la tutela dell’ambiente, con il Consorzio di Tutela che ha avviato una serie di ricerche e sperimentazioni a sostegno di una viticoltura sempre più green. Nella stessa direzione però va anche il lavoro dei singoli produttori: il 63,3% utilizza tecniche di produzione integrata, il 44,7% usa energie rinnovabili, il 60,9% svolge azioni di valorizzazione del patrimonio ambientale.
“Il nostro imperativo è dare valore alla nostra denominazione sotto diversi aspetti” afferma il presidente del Consorzio di Tutela Innocente Nardi, che annuncia un impegno verso una responsabilità sociale che parta da una sostenibilità che riguardi non solo l’ambiente, ma anche il paesaggio e si estenda all’ambito sociale ed economico. Già il distretto del Conegliano Valdobbiadene per il presidente della Regione Veneto Luca Zaia rappresenta “il “cervello” di quello che è divenuto il vertice di una grande piramide di qualità, la cui base abbraccia l’intero Nord Est”.
Focus - I numeri del Prosecco Superiore
Mercato Italia
A livello nazionale l’incremento in termini di valore del Prosecco Superiore ha toccato il +56,4% sul 2003 per un totale di 34,4 milioni di bottiglie. Tra le macro aree nazionali, il Nord-Est ha denotato un significativo aumento delle vendite, raggiungendo un nuovo massimo nel 2012 (15,1 milioni di bottiglie). La gdo rappresenta, dal 2010 il canale di riferimento della commercializzazione italiana di Spumante Docg, raggiungendo, al 2012, un volume pari al 12,8 milioni di bottiglie. Le ottime performance di crescita, registrate presso la gdo, hanno riguardato sia il medio termine che il lungo (+112,9% a volume in raffronto al 2005). In questo canale, la Docg rappresenta quasi il 57% del fatturato totale di Prosecco. E sempre in questo ambito regna l’ottimismo anche sotto l’albero: sono 283.000 le bottiglie di Conegliano Valdobbiadene vendute in distribuzione moderna nella prima settimana del Natale 2013 con un +61% rispetto alla stessa settimana del 2012. Nel 2012, l’horeca rappresenta il secondo canale distributivo nazionale con 9,4 milioni di bottiglie (27,4% delle vendite). L’horeca ha segnalato, nel periodo 2003-12, una flessione delle vendite in relazione ad uno spostamento dei volumi che ha avvantaggiato i canali della gdo e dei grossisti.
Export
Oggi i vini del Conegliano Valdobbiadene Docg si vendono in oltre 80 Paesi per un volume di 28,3 milioni di bottiglie (erano circa 10 milioni del 2003) e un valore di quasi 132 milioni di euro, che fa segnare un 14,8% in più rispetto al 2011 (in ulteriore significativa crescita rispetto al 2010). Alle vendite oltre confine è destinato il 45% della produzione. Nel decennio 2003-2012, il tasso di incremento medio annuo in volume è stato pari al 21,7%.
Germania - Con 6,9 milioni di bottiglie e 31,5 milioni di euro di fatturato, la Germania si conferma nel 2012 il mercato estero di riferimento delle esportazioni di Spumante Docg. Essa rappresenta il 24,3% delle vendite a volume e il 23,8% di quelle a valore. In termini di struttura produttiva, il mercato tedesco registra la maggiore presenza di aziende esportatrici (113 nel 2012), con una coorte che annovera tutte le dimensioni.
Svizzera - Nel 2012, la Svizzera si è consolidata quale secondo mercato estero della Docg, aggiungendo una quota a volume pari a 5,9 milioni di bottiglie. Queste performance segnalano il maggiore guadagno dell’export del prodotto (+1,39 milioni di bottiglie sul 2011), che si associa all’interessante performance della crescita a valore (+30,5% su base annua).
Regno Unito - Il Regno Unito rappresenta al 2012, con gli Usa, il primo Paese importatore mondiale di vino a valore (15,8% del totale) segnalando una significativa crescita in raffronto al 2011 (+13,6%). In termini di consumo pro-capite di spumanti, il Regno Unito registra una tendenza all’aumento nel medio termine (+18,2% sul 2008).
Extra Europa
Nel 2012, le vendite complessivamente assorbite dai Paesi extra europei hanno registrato un valore pari a 5,7 milioni di bottiglie e un volume d’affari di 28,4 milioni di euro. Queste performance si sono accompagnate a forti variazioni tendenziali delle vendite a volume (+32,8% su base annua) e a valore (+37,9%).
Federazione Russa - Con un valore al 2012 pari al 3,3% delle importazioni mondiali di vino, il mercato russo ha registrato un forte aumento sul 2011 (+18,4%). Con una variazione tendenziale sul 2011 pari al 134,3%, la Federazione Russa si è contraddistinta per le migliori performance di esportazione a valore nel breve periodo (2011/12).
Stati Uniti - Nel 2012, gli Usa rappresentano, con il Regno Unito, il primo Paese importatore mondiale di vino a valore (15,8% del totale) e si contraddistinguono per una forte crescita in raffronto al 2011 (+13,8%). Il mercato statunitense, assorbendo una quota pari a 2,4 milioni di bottiglie e un valore di 11,2 milioni di euro, costituisce il quarto Paese di riferimento dello Spumante Docg.
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