E’ fissato per la mezzanotte di sabato 5 novembre il debutto ufficiale del novello 2005: per il vino più brioso del nostro Paese sono già pronte 20 milioni di bottiglie, pronte per essere vendute in negozi, ristoranti, enoteche, winebar e vinerie. Saranno stappate e degustate nei prossimi mesi - al massimo sei, dicono gli esperti - da un target composto soprattutto da giovani e donne.
E come da tradizione, dal 4 al 5 novembre, a Vicenza, il Salone nazionale del Vino Novello: il 5 novembre porte aperte al pubblico per degustare i primeurs 2005. Tra le cantine ci saranno Zonin, Castello Banfi, Antinori, Cavit e Pasqua, alcuni tra i più importanti produttori di novello del nostro Paese.
Ma la festa del novello non terminerà sabato, poiché a partire dal 6 novembre prenderà il via "Novello in cantina" la manifestazione nazionale organizzata, in collaborazione con il Salone del Novello, dal Movimento per il Turismo del Vino ed alla quale hanno aderito 77 cantine di 11 regioni.
La produzione italiana di novello raggiungerà il mercato quest’anno con undici giorni di anticipo rispetto al Beaujolais Nouveau francese, che si potrà assaggiare solo a partire dal terzo giovedì di novembre (il 17 novembre).
Il “vino da bere giovane” è nato negli anni ’50 in Francia nella regione Beaujolais, ma in tempi più recenti è diventato anche in Italia un fenomeno di mercato e di costume che esercita una forte attrattiva soprattutto sul pubblico dei più giovani e meno esperti per la sua leggerezza, la bassa gradazione (11 gradi), il bouquet aromatico, la trasparenza del colore rosso rubino, l’abbinamento con i prodotti autunnali. Il metodo di vinificazione utilizzato è stato messo a punto dal ricercatore francese Flanzy ed è profondamente diverso da quello tradizionale: le uve del novello, infatti, non vengono pigiate e successivamente fermentate come nel caso dei vini tradizionali, ma viene invece effettuata la fermentazione direttamente con gli acini interi in modo che solo una piccola parte degli zuccheri presenti si trasformi in alcool, conferendo al vino il caratteristico gusto amabile e fruttato. E se per i francesi è un "must" l'abbinamento con le escargot (lumache) in Italia il novello è consigliato, oltre che con le carni, anche al fianco del pesce, dalla frittura alle grigliate, soprattutto con le zuppe un po' piccanti, i pesci arrosto e al cartoccio, stufati e gratinati, baccalà in umido e fritto e anche con l'anguilla.
Quest'anno, per la prima volta, si produrranno in Italia più di 20 milioni di bottiglie, mentre erano state meno di 5 milioni nell'87 e quasi 18 milioni lo scorso anno. Secondo un monitoraggio della Cia (Confederazione Italiana Agricoltori) i prezzi, da 2 a 6 euro la bottiglia, sono stabili o in lieve calo e la qualità è ottima. E' vero e proprio boom per i vitigni autoctoni, dall'Aglianico per Basilicata e Campania dove trova valorizzazione anche il Piedirosso, al Barbera e Dolcetto per il Piemonte e ancora Cannonau per la Sardegna, Sangiovese per Toscana, Umbria e Marche, Cesanese per il Lazio, Montepulciano per Abruzzo e Molise, Corvina per il Veneto, Schioppettino per il Friuli Venezia Giulia, Teroldego e Marzemino per il Trentino Alto Adige, Primitivo, Negroamaro e Uva di Troia per la Puglia, Nero d'Avola per la Sicilia, Gaglioppo per la Calabria, Lambrusco per l'Emilia Romagna. Ancora molto utilizzati, un po' in tutta Italia, restano i vitigni internazionali Merlot, Cabernet, Chardonnay, Gamay, Malbech, Pinot nero e Syrah, soprattutto per favorire il 50% circa delle bottiglie destinate a Germania, Austria, Svizzera, Francia e, via via agli altri Paesi europei, mentre cominciano ad essere statisticamente visibili le bottiglie inviate negli Stati Uniti. Sul piano della produzione svetta il Veneto con 6,5 milioni di bottiglie, pari a quasi un terzo dell'intero stock italiano, seguono con oltre 2 milioni di bottiglie la Toscana ed il Trentino Alto Adige, quindi con oltre un milione di bottiglie il Friuli Venezia Giulia, l'Emilia Romagna, la Puglia, la Sicilia e la Sardegna, mentre l'incremento maggiore, rispetto allo scorso anno è detenuto dal Lazio che passa da poco più di 500 mila ad 800 mila bottiglie. In termini quantitativi e di valore generato i vini novelli rappresentano una piccola nicchia rispetto al settore vitivinicolo (150 mila ettolitri per circa 90 milioni di euro), ma hanno il pregio di essere commercializzati tutti in bottiglia e di dare un primo saggio qualitativo della vendemmia che è sicuramente tra le migliori degli ultimi 10 anni, soprattutto nel Centro-Sud.
La curiosità - E' la Cavit l'azienda leader
E' Cavit la prima azienda in Italia per la produzione e la qualità del Novello, con oltre 1 milione di bottiglie. All'azienda trentina va il primato ormai consolidato della produzione del Novello grazie a due etichette. La prima è Fiori d'Inverno, nato nel 1985 con la lavorazione di duve Teroldego e Schiava secondo il metodo della macerazione carbonica, è prodotto quest' anno in 660.000 bottiglie commercializzate in Italia (la maggior parte) ed all'estero. La seconda linea è Terrazze della Luna: ata nel 1989 è prodotta esclusivamente con uve Teroldego con la tecnica della macerazione carbonica. Quest' anno ne saranno commercializzate 400.000 bottiglie. "E' un vino novello di qualità - commenta il direttore generale Giacinto Giacomini - che in passato ha già ottenuto dal celebre Wine Spectator il maggior punteggio a confronto con rinomati Beaujolais francesi. Un particolarissimo novello dedicato ai veri intenditori".
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