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DALLA BOTTIGLIA STILE CHANEL AL VINO PUNK, DALLE ETICHETTE ANNI ‘60 AL BAG IN BOX CHE RICORDA UN DETERSIVO ... VIAGGIO ATTRAVERSO IL MONDO DEL DESIGN VINICOLO, TRA SPERIMENTAZIONE E PROVOCAZIONE

Ormai gli eno-appassionati non si accontentano più di andare a caccia di etichette introvabili, o visitare cantine di tendenza: cresce la febbre per gli accessori ed il design, un universo sconfinato di oggetti e particolarità che ruotano intorno al vino, dal cavatappi vintage al decanter di design, passando per il termometro wireless e la bottiglia che sembra più di profumo che di vino.

Il food design alla ribalta quindi, l’estetica come strumento di marketing, nonostante, come tutti sanno, l’abito non fa il monaco. Chi invece di abiti se ne intende è lo stilista madrileno David Delfin, che ha realizzato un’opera di packaging decisamente glamour: Parfume de Sonsierra, un vino in edizione limitata, la cui bottiglia ricorda un elegante flacone di profumo. Semplice quanto d’effetto, un parallelepipedo in vetro nero dentro una scatola bianca rifinita in nero, molto stile Chanel. Ancora più ardita la scelta dei giovani patron della casa vinicola australiana Some Young Punks, che per i loro vini hanno scelto un look assolutamente impattante, a metà tra le pin up degli anni ‘40 e i supereroi dei fumetti, nelle collezioni Pulp Series e T’n’T. Joseph Albers invece omaggia la Pop Art e gli anni ‘60, con le etichette psichedeliche disegnate dalla graphic designer Meeta Panesar, concettuali, geometriche, ipnotiche, nelle due versioni a tutto colore o nel contrasto tra bianco e nero. Dal Sud Africa quindi arriva il Versus Wine Pouch, un bag in box che ricorda più un detersivo che un contenitore di vino.

Ci sono poi gli esperimenti, le nicchie del design, che brulica di idee. Si va dal cilindro decorato da motivi floreali che contiene una quantità di vino perfetta per un assaggio, più che altro uno strumento promozionale, alla bottiglia con l’etichetta in Braille proposta da Lazarus Wine, bella da vedersi e socialmente utile. Assolutamente geniale è la “Wine Case Lamp”, la cassetta di vino che una volta finita la bottiglia diventa una lampada, così come il “Boarding Pass Shiraz”, non perché sia una bottiglia innovativa in qualche suo aspetto, ma in quanto alla creatività di una semplice etichetta, che si presenta tale e quale ad una carta d’imbarco, con tanto di fascetta uguale a quella che finisce sui manici delle valigie prima di finire nella stiva, e di controetichetta che riproduce le istruzioni su come usare la mascherina per l’ossigeno, salvo che al posto della mascherina ... c’è un bicchiere di vino!

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