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DALLA NASCITA DELLE DOC ALLO SCANDALO DEL METANOLO, DAL “RINASCIMENTO” DEGLI ANNI OTTANTA ALL’ATTUALE BOOM DELL’ENO-TURISMO: C’È TUTTA LA STORIA DEL VINO ITALIANO NEL VOLUME DEI 75 ANNI DE IL CORRIERE VINICOLO

Italia
Ezio Rivella

Non è possibile raccontare la storia quotidiana dell’Italia e degli italiani senza intrecciarla con quella di uno dei prodotti “simbolo” del Bel Paese, il vino, che ha accompagnato l’esistenza giornaliera di intere generazioni. Tutte le vicende attraversate dalla bevanda nazionale negli ultimi decenni sono raccolte nel libro “I settantacinque anni del Corriere Vinicolo”, con il quale oggi a Milano l’autorevole settimanale dell’Unione Italiana Vini celebra un importante compleanno: «Negli ultimi 75 anni sono successe più cose nel mondo del vino che in duemila anni di storia - afferma Ezio Rivella, presidente dell’Unione Italiana Vini - Per questo abbiamo voluto festeggiare l’anniversario della nascita de Il Corriere Vinicolo, avvenuta nel lontano 1928, raccogliendo in un volume da collezione la storia di questo periodo fondamentale, fatta di avvenimenti e personaggi tutti passati per le pagine del nostro giornale». Nel volume sono condensati gli articoli più significativi che hanno accompagnato, seguito e commentato la storia e le vicissitudini del vino in Italia: una storia che - parallelamente a quella del nostro Paese - si snoda alternando momenti grigi ad altri di grande splendore. Si va dalla prima legge sulle Doc, che mirava a mettere ordine nel vigneto di un’Italia appena uscita dalla guerra, alle dispute a livello comunitario contro le usurpazioni dei nomi dei nostri vini, passando per le soddisfazioni per i primi grandi riconoscimenti a livello internazionale di una qualità sempre crescente. Non poteva mancare lo scandalo del vino al metanolo, uno dei momenti più difficili attraversati dal settore - dove forse più che in altre occasioni la storia del vino e quella del Paese si sono intrecciate - per arrivare al “Rinascimento” dell’enologia italiana negli anni Ottanta e all’attuale boom dell’enoturismo, con un interesse crescente per il vino da parte delle giovani generazioni. Ad arricchire il volume ci sono le prefazioni dello scrittore Giuseppe Pontiggia, del presidente dell’Unione Italiana Vini Ezio Rivella e del direttore de Il Corriere Vinicolo Marco Mancini: il libro è corredato da due indici ordinati per decennio e per autore e da un ricchissimo apparato fotografico.

1928-1940
Sono anni turbolenti e densi d’avvenimenti: dal Concordato al codice penale Rocco, dalla conquista dell’Etiopia alla proclamazione dell’Impero, al Patto d’acciaio con la Germania nazista.
Il Corriere - anzi, il Commercio Vinicolo, come si chiamava originariamente - muove i primi passi: si definisce “voce della classe”, di chi il vino lo fa e lo vende. E dà battaglia su istruzione enologica, contro la cattiva informazione, le disattenzioni delle autorità e le incertezze statistiche. Ne nascono la prima legge di disciplina dei vini tipici e l’apposizione obbligatoria del grado alcolico sulle bottiglie. Senza dimenticare tematiche ancor oggi attualissime: il rapporto tra vino e salute, innanzitutto, il turismo del vino e gli strumenti di “marketing” adatti a far conoscere il prodotto a un pubblico sempre maggiore.

1940-1950
10 giugno 1940: Mussolini porta il Paese in guerra. Cinque anni dopo accogliamo gli americani come liberatori. Nel ‘46 un’Italia devastata abbandona la corona per indossare le vesti della Repubblica. Le elezioni dell’aprile 1948 danno la vittoria alla Democrazie Cristiana di De Gasperi, qualche mese dopo si è sull’orlo della guerra civile: uno studente spara a Togliatti.
Il giornale continua le sue piccole, grandi battaglie, come quella di trasferire l’Ufficio Internazionale del Vino da Parigi in Italia. L’opposizione durissima a chi vuole introdurre l’estirpazione obbligatoria dei vigneti in eccesso, i primi bilanci postbellici e le proposte per riportare il settore alla normalità. Nel 1946 viene abrogato il decreto sulla disciplina del vino: cadono i blocchi e le restrizioni al libero commercio vinicolo.

1950-1960
Il decennio si apre con la riforma agraria e l’uccisione del bandito Giuliano per chiudersi con la legge Merlin sulle case chiuse. In mezzo, il miracolo economico, i quiz “milionari” di Bongiorno e gli italiani che si apprestano a invadere le strade con le macchine ma s’innamorano di un piccolo gigante in bicicletta: Coppi.
Il Commercio Vinicolo cambia nome in Corriere, ma i temi sul banco sono sempre gli stessi: il 18 aprile 1951 viene proclamato giornata nazionale del vino, gli ungheresi ci contestano l’uso del nome Tocai e nel 1954 viene promulgata la legge contro le frodi. Ma le battaglie più importanti si giocano sull’abolizione del dazio e sulla propaganda, contro una campagna scandalistica e mistificatoria che dipinge il vino come prodotto “subdolo e frutto d’alchimie”.

1960-1970
Fellini consegna alla storia del cinema la Roma della Dolce vita, un mondo in fermento si ferma per piangere la scomparsa di Papa Roncalli, mentre Firenze annega sotto l’Arno e Milano conta i morti di piazza Fontana. E se la terra trema e devasta il Belice, noi ci prepariamo a guardare la Luna con altri occhi …
Il Corriere preme sulle autorità per l’istituzione del catasto viticolo, che verrà portato a termine nel ‘66, mentre nel ‘63 entra finalmente in vigore la prima legge sulle denominazioni di origine. A Milano viene inaugurato il Simei, il più grande salone delle macchine per enologia e imbottigliamento, e nel ‘66 nascono le prime tre doc italiane: Vernaccia di San Gimignano, Est! Est!! Est!!! di Montefiascone e Ischia.

1970-1980
Il decennio del “compromesso storico” e delle bombe a Brescia e sul treno Italicus, del referendum sul divorzio, della legge sull’aborto e dell’austerity. Allo stadio di Città del Messico vinciamo una semifinale leggendaria contro la Germania e piangiamo la morte di Aldo Moro, ucciso dalle Brigate Rosse dopo due mesi di prigionia.
Nel ‘72 il catasto viticolo conta in Italia 2 milioni di aziende vitivinicole, ma è battaglia sul troppo facile accostamento vino-alcolismo e sulle diverse pratiche di zuccheraggio del vino in ambito comunitario. Nel 1976 il Friuli viene devastato dal terremoto, il Corriere lancia un appello di solidarietà ai propri abbonati. Il professor Garoglio diventa presidente dell’Oiv: per la prima volta in 47 anni di vita il massimo organismo vinicolo del mondo vede al vertice un italiano. Ci si interroga sul futuro ruolo dell’America vinicola.

1980-1990
Un aereo di linea precipita nel mare di Ustica trascinando con sé il suo carico di vite umane e un mistero che nessuno vuol risolvere. L’Irpinia s’inginocchia di fronte a un terremoto devastante. Ma i gol di “Pablito” Rossi ci regalano il campionato del mondo in Spagna, e questo ci fa dimenticare per un po’ le ferite ancora aperte. Un nuovo boom economico porta alla ribalta Craxi e il socialismo.
Sono anni buoni anche per il nostro vino, acclamato anche sui mercati internazionali. Vedono la luce le prime Docg, ma ferve già il dibattito per aggiornare la legge sulle denominazioni. Lo scandalo del vino al metanolo getta un’ombra sinistra su tutto il settore, il Corriere riempie le sue pagine di giuste denunce e valide proposte per ricominciare. Preoccupano l’andamento produttivo e il declino del consumo. I produttori chiedono all’unisono uno sforzo promozionale in tutto il mondo.

1990-2002
Occhetto manda in pensione il Pci, mentre un novello Robespierre di nome Di Pietro fa piazza pulita della classe dirigente politico-industriale a colpi di arresti per corruzione. La mafia seppellisce i giudici Falcone e Borsellino sotto le bombe, mentre Bossi ribattezza “Padania” il Nord. Muore la cara, vecchia lira, in tasca a febbraio 2002 abbiamo solo euro.
Nel ‘92 viene varata la nuova legge sulle Doc, ma ancora molto resta da fare: difendere la tipicità del vino italiano all’estero e, al tempo stesso, far crescere la sua notorietà. A poco a poco gli italiani si scoprono amanti delle cose buone, non resta che assecondarli. Più attenzione ai giovani, al marketing, all’immagine di un prodotto, il vino, finalmente divenuto patrimonio di tutti, oggetto di culto e di attento studio scientifico per i benefici effetti sulla salute. L’Unione Italiana Vini volta pagina: tre federazioni - viticoltori, commercianti e industriali - danno vita alla Confederazione Italiana della Vite e del Vino - Uiv. Passa la riforma dell’Organizzazione Comune di Mercato (Ocm). Scatta l’allarme accisa sul vino: decisa opposizione da parte dei viticoltori. Anche all’interno del nostro settore si apre il dibattito sugli organismi geneticamente modificati.

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