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ATTUALITÀ

Dazi e Mercosur: dal vino alla pasta, l’agroalimentare italiano incontra il Commissario Ue Šefčovič

Al tavolo di confronto, tutte le principali organizzazioni. Il Ministro Lollobrigida: “abbiamo avuto l’impegno a rimuovere alcune questioni”

“L’Europa ha chiuso un accordo con gli Stati Uniti che, confrontato con altri accordi di carattere internazionale, non ci vede particolarmente penalizzati. Noi però non riteniamo che un sistema tariffario con gli Stati Uniti di qualsiasi genere sia conveniente, sia per noi che per gli Stati Uniti stessi e quindi auspichiamo che nel tempo si riesca a lavorare per rimuovere il sistema tariffario portandolo a zero”. Queste le parole del Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, in occasione dell’incontro che si è svolto oggi a Roma, al Ministero dell’Agricoltura, con il Commissario Europeo per il Commercio, la Sicurezza economica, le Relazioni interistituzionali e la Trasparenza, Maroš Šefčovič, nella missione del Commissario in Italia dedicata ai principali dossier commerciali dell’Unione Europea. Il confronto, articolato in due sessioni di lavoro, ha visto nella seconda parte la partecipazione dei rappresentanti delle principali organizzazioni del comparto agroalimentare italiano: Coldiretti, Confagricoltura, Cia-Agricoltori Italiani, Copagri, Federalimentare, Assolatte, Legacoop Agroalimentare, Filiera Italia, Unionfood, Unione Italiana Vini - Uiv, Federvini, Ente Risi, Agci Agroalimentare, Fruitimprese, Unaitalia e Fedagripesca-Confcoop. Al centro dell’incontro sono stati posti i principali temi della politica commerciale europea, con particolare riferimento all’accordo Ue-Mercosur e alla questione dei dazi imposti dagli Stati Uniti su alcuni prodotti agroalimentari italiani, tra cui pasta, vino, olio d’oliva e formaggi. Šefčovič, ieri - come abbiamo riportato su WineNews - in audizione alle Commissioni riunite Esteri, Attività produttive e Politiche Ue di Senato e Camera, aveva spiegato che “stiamo spingendo per l’esenzione per vino e alcolici dal dazio del 15%”.
Lollobrigida ha aggiunto che “al centro del confronto c’è la volontà di rendere l’Europa più credibile sui mercati internazionali. Lavoreremo con il Commissario Ue al Commercio, Maroš Šefčovič per garantire la tenuta dell’export europeo con particolare attenzione a quello del settore agroalimentare. Nel frattempo oggi, però, bisogna lavorare per quanto ci riguarda e da questo punto di vista abbiamo avuto l’impegno del Commissario a rimuovere alcune questioni che incidono su alcune nostre produzioni, con particolare riferimento all’aumento dei dazi in particolare sul pecorino romano, sull’olio d’oliva, sull’aceto”.
La preoccupazione per l’impatto dei dazi americani sulle imprese del vino, l’esigenza di accelerare i tempi di chiusura dei trattati di libero scambio con Mercosur e India sono state le principali istanze del presidente di Unione Italiana Vini (Uiv), Lamberto Frescobaldi, al Commissario Šefčovič, incontrato nei Ministeri dell’Agricoltura in Via XX Settembre e degli Affari Esteri a Villa Madama. “Apprezziamo il lavoro svolto dal commissario Šefčovič in una delle fasi più delicate della nostra storia commerciale - ha detto Frescobaldi - e auspichiamo che la forza della diplomazia possa convincere l’amministrazione Trump a recedere dall’imposizione di tariffe al vino, dannose per le imprese italiane ed europee, ma ancora di più per gli interessi della catena commerciale americana. Per ogni dollaro investito in vini europei, infatti, il trade americano ne genera altri 4,5 in favore dell’economia Usa. Per questo il vino - la cui contrazione nel mercato d’oltreoceano è sempre più evidente - deve restare una priorità nell’agenda delle relazioni con gli Stati Uniti, e l’alleanza con i partner commerciali Usa potrebbe essere un elemento strategico da perseguire. Incontri come quelli di oggi possono rivelarsi molto utili, ringraziamo perciò i Ministri Lollobrigida e Tajani per l’opportunità data”. Unione Italiana Vini che auspica, infine, “un impegno straordinario del Governo e della Commissione nel prosieguo della trattativa”.
Anche il vicepresidente Federvini, Piero Mastroberardino ha ringraziato “i Ministri Lollobrigida e Tajani per questa cruciale opportunità di confronto diretto con il Commissario Šefčovič. Gli Stati Uniti - ha detto - restano un nostro partner insostituibile, un mercato da 2,5 miliardi di euro per i nostri tre comparti dei vini, degli spiriti e dell’aceto. È vitale mantenere un dialogo positivo ed un approccio costruttivo per ampliare l’elenco dei beni esenti da dazi, scongiurando il ritorno di tariffe - come quelle della disputa Airbus/Boeing temporaneamente sospese fino al prossimo luglio - che danneggerebbero le nostre imprese. Come più volte ribadito, in un’ottica di diversificazione, riteniamo che gli accordi di libero scambio rappresentino un’importante opportunità di crescita e sviluppo, da valorizzare all’interno di un quadro di regole chiare, capace di garantire una tutela effettiva delle nostre eccellenze produttive. In merito all’accordo tra l’Ue e il Mercosur, valutiamo positivamente i risultati del negoziato e ribadiamo al contempo la necessità imprescindibile di assicurare la salvaguardia effettiva delle nostre Indicazioni Geografiche e Denominazioni di Origine, autentica espressione dell’identità e del valore unico della produzione italiana”.
Cristian Maretti, presidente Legacoop Agroalimentare, che ha parlato a nome di Alleanza delle Cooperative, accompagnato da Antonello Capua di Agci Agroalimentare e da Giovanni Guarneri di Fedagri Confcooperative, ha rivolto un messaggio a Šefčovič: “vanno bene gli accordi commerciali, ma solo se tutelano in maniera adeguata le Indicazioni Geografiche e se ci sono clausole automatiche. Rispetto al mercato degli Stati Uniti, la priorità oggi è arrivare al dazio zero per il vino: in questa fase di incertezza prolungata, le nostre cooperative principali si sono fatte carico dei dazi e hanno compresso i margini (dove c’erano) per i vini a scaffale tra i 6 e gli 8 dollari. Questo - ha spiegato Maretti - avrà un impatto inevitabile sul pagamento delle uve, perché non è possibile un recupero totale dalla fase di trasformazione in cantina. Per i vini a maggior prezzo ci si è accollati solo il 50% del dazio, confidando su una maggiore inelasticità della domanda rispetto al prezzo. Ma anche influenzato da questo, stiamo già vedendo cali di consumo rilevanti”. Maretti ha sottolineato come le politiche di promozione sui mercati esteri, a partire dagli Stati Uniti, ma anche verso nuove aree di sbocco, siano “ormai inevitabili” per sostenere la tenuta del comparto vitivinicolo europeo. E, quindi, che “le nostre principali cantine hanno le assemblee di bilancio ai primi di dicembre, perché operano con esercizi infrannuali: sarà a quel punto necessario poter presentare possibili azioni di sostegno alle cooperative e ai produttori. Senza interventi tempestivi sarà molto difficile immaginare un 2026 sereno: serve una soluzione che riporti stabilità e fiducia lungo la filiera”. Giovanni Guarneri (Confcooperative Fedagripesca) ha aggiunto che “è altresì strategica la centralità della tutela delle Ig per garantire la trasparenza sul mercato globale dell’origine dei prodotti agroalimentari italiani”. Per Antonello Capua, presidente Agci Agroalimentare, “di fronte al rischio concreto di nuovi dazi sui nostri prodotti agroalimentari, in particolare da parte degli Stati Uniti, è fondamentale che la Commissione europea valuti con urgenza l’istituzione di un fondo di emergenza per tutelare le esportazioni. Tale strumento potrebbe integrarsi con l’Ocm Promozione, rafforzando la capacità di diversificare i mercati di destinazione”. Inoltre, “sul fronte dell’accordo Ue-Mercosur, chiediamo garanzie chiare sul principio di reciprocità: non possiamo accettare che entrino in Europa prodotti ottenuti con fitosanitari vietati da noi, o in condizioni ambientali e lavorative non conformi ai nostri standard” ma anche che “la Commissione assicuri ai consumatori europei un livello minimo garantito di sicurezza, tracciabilità e qualità, anche nei futuri accordi con Paesi terzi”. La questione dazi colpisce anche prodotti a indicazione geografica come il Pecorino Romano “che si è trovato un dazio al 15% prima assente”, ha sottolineato Maretti, con conseguenze importanti di mercato dal momento che le vendite negli Usa pesano per il 60% del totale dell’export.
Sul Mercosur si è concentrata l’analisi - critica - di Coldiretti. “Dall’incontro con il Commissario Ue al Commercio non sono arrivate le risposte attese sul far valere il principio di reciprocità nell’accordo con il Mercosur, necessario per salvaguardare la filiera agroalimentare italiana ed europea”, ha detto il presidente Ettore Prandini, al termine del vertice con Maroš Šefčovič. “Al Commissario - ha sottolineato Prandini - abbiamo spiegato che non siamo contrari per principio agli accordi commerciali, ma è evidente che quello con il Mercosur, per come è stato impostato, non favorirà di certo il settore agricolo, aumentando la concorrenza sleale, la pressione al ribasso sui prezzi e i rischi per la salute dei cittadini. L’intesa non può funzionare se non si garantisce il rispetto del principio di reciprocità sugli standard produttivi. E le stesse clausole di salvaguardia, peraltro non automatiche, non offrono alcuna garanzia rispetto ai danni per le nostre imprese. Inoltre, la Commissione Ue sembra incapace di comprendere la necessità di un sistema di controlli efficaci su ciò che entra nell’Unione. Oggi in Europa viene verificato appena il 3% dei prodotti importati, con un sistema che lascia ai singoli Stati membri il compito di decidere i controlli, creando inevitabili dinamiche al ribasso. Un’ultima cosa è bene ricordare - ha detto Prandini - l’accordo Mercosur risale a 19 anni fa, quando spesso l’agroalimentare veniva usato come merce di scambio. Oggi il settore è trainante e queste logiche non sono più accettabili”. E sui dazi “abbiamo chiesto un intervento tempestivo anche perché nei primi mesi di applicazione si sono già fatti sentire gli effetti sul settore agroalimentare. Se il dato complessivo di settembre per tutti i settori segna un aumento del 34% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, trainato soprattutto dai mezzi di navigazione marittima, per l’agroalimentare la situazione è tutta da decifrare. Le prime anticipazioni Eurostat sul vino indicano un calo del 18% a settembre, comunque migliore del -30% di agosto. Proprio agosto, primo mese di applicazione dei dazi al 15%, aveva visto un crollo importante per quasi tutto il cibo tricolore negli Stati Uniti: dal -36% per i trasformati del pomodoro al -62% per l’olio extravergine d’oliva, secondo l’analisi Coldiretti su dati Eurostat. Male anche la pasta (-21%), mentre più contenuto è stato il calo dei formaggi italiani (-12%), che nei mesi precedenti avevano registrato risultati positivi in controtendenza rispetto agli altri comparti”.
Soddisfazione è stata espressa da Margherita Mastromauro, presidente dei pastai italiani di Unione Italiana Food che, con i suoi pastifici associati, copre oltre il 75% di tutta la produzione di pasta italiana: “Questo appuntamento è stato fondamentale per approfondire i principali negoziati in corso tra l’Unione Europea ed aree strategiche per il commercio come quelle del Mercosur e degli Usa. Per i pastai di Unione Italiana Food, la questione più attuale e urgente, che merita un intervento deciso, resta la procedura in corso sui dazi antidumping presso il Dipartimento del Commercio americano, che ha assunto una decisione “punitiva” nei confronti delle aziende sotto indagine. Si tratta di un dazio dal sapore politico, del tutto ingiusto e sproporzionato che mette a repentaglio per i pastifici coinvolti un mercato strategico, il secondo dopo la Germania. Tenuto conto delle resistenze da parte dell’amministrazione Trump nel concedere l’esenzione per specifici prodotti, chiediamo almeno che il dazio del 15% (applicato a tutte le importazioni americane dall’Ue), vada ad assorbire quelli antidumping e countervailing (antisovvenzione)”. Mastromauro è intervenuta, inoltre, anche per altre categorie merceologiche di Unione Italiana Food diverse dalla pasta come i lievitati di ricorrenza (panettone, pandoro e colomba), nonché il Savoiardo e l’Amaretto. Sono prodotti tipici che, spiega una nota, con la crescente popolarità all’estero, sono spesso oggetto di imitazione e Italian Sounding. Questa esposizione rischia di crescere negli Stati Uniti nei prossimi anni e viene chiesta l’esenzione dal dazio del 15%. “In merito all’accordo Ue-Mercosur - ha detto Mastromauro - a fronte dell’esclusione dagli esiti negoziali di molti prodotti dell’agroalimentare italiano, abbiamo accolto favorevolmente l’apertura unilaterale del Governo brasiliano ad una liberalizzazione delle importazioni di diverse merceologie di interesse Unionfood, tra cui la pasta, ma non solo. Chiediamo tuttavia che tali misure diventino parte integrante dell’accordo”.

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