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MERCATO DEL VINO

Dazi, si continua a trattare tra Usa e Ue per includere vino e agroalimentare nel lista dei “salvati”

Mentre il dazio al 15% è realtà, da States ed Europa arrivano dichiarazioni di associazioni ed istituzioni che fanno sperare in uno scenario migliore
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Dazi, si continua a trattare tra Usa e Ue per salvare il vino

La certezza di oggi è che anche il vino europeo ed italiano, oltre a tanti altri prodotti, pagherà un dazio al 15% per arrivare negli Stati Uniti. Ma la partita perché questo sia inserito nella lista dei prodotti fuori dai dazi reciproci, benché evidentemente complessa, non è del tutto chiusa, e una flebile fiammella di speranza resta. Lo dicono diverse voci, dalle due sponde dell’Atlantico, dopo la dichiarazione congiunta tra Usa e Ue dei giorni scorsi, che ha delineato le attuali regole del gioco. Dagli States, a sottolineare che c’è ancora spazio per trattare, è la Us Wine Trade Alliance, che, tra le altre cose, commenta: “il vino è al centro delle attività di centinaia di migliaia di aziende americane, dai ristoranti e rivenditori agli importatori e distributori, in ogni Stato dell’Unione. Innumerevoli aziende familiari dipendono dai profitti che guadagnano dal vino europeo, che alimenta i posti di lavoro e l’attività economica in tutto il Paese. Tutte le principali organizzazioni di produttori di vino nazionali hanno anche aderito al nostro messaggio all’Amministrazione Trump (che abbiamo riportato qui), sostenendo che le tariffe sul vino importato sono semplicemente un male per l’America. Siamo rincuorati nell’apprendere che i negoziati continueranno e sosterremo ogni giorno che il vino deve essere incluso nel prossimo ciclo di sgravi tariffari. Il nostro messaggio è semplice: l’abbassamento delle tariffe sul vino rafforza le imprese americane, sostiene i posti di lavoro e avvantaggia i consumatori, il tutto senza danneggiare i produttori statunitensi”.
Dall’Italia, invece, dopo che già all’annuncio dell’accordo una nota di Palazzo Chigi sottolineava che “Il Governo resta impegnato, insieme alla Commissione Europea e agli altri Stati membri Ue, per incrementare ulteriormente nei prossimi mesi, come previsto dalla dichiarazione congiunta, i settori merceologici esenti, a partire dal settore agroalimentare”, a ribadire il concetto, nei giorni scorsi dal Meeting di Rimini, è stato anche il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, secondo cui il dazio “al 15% è sicuramente un ostacolo, ma superabile per le nostre imprese, che hanno dalla loro la forza della qualità, dell’eccellenza, della unicità, a cui i consumatori americani non vogliono assolutamente rinunciare. Si tratta - ha proseguito il Ministro - del raggiungimento di un’intesa, che va ancora perfezionata, ma che garantisce un quadro di certezze all’imprese. E questo è stato importante per quanto riguarda automotive, semiconduttori e industria farmaceutica. Ora, però, bisogna completare il tragitto con l’industria alimentare e i vini”.

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