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DECRETO LEGGE 27 MAGGIO 2008. VALENTINO VALENTINI: “TAGLI, TAGLI, TAGLI ... E A PAGARNE LE SPESE SON SEMPRE GLI STESSI: LE CITTA’ DEL VINO SI APPELLANO A TREMONTI-ZAIA PERCHE’ VENGANO RIPRISTINATE RISORSE DESTINATE ALLO SVILUPPO DEI TERRITORI RURALI”

Italia
Valentino Valentini, sindaco di Montefalco e presidente delle Città del Vino

Piccole comunità locali ed altre ben più ampie animate da un forte spirito di intraprendenza sono riuscite fin qui a promuovere e conservare i loro caratteri originali e distintivi: l’alta qualità della vita che si respira nei territori rurali italiani è fatta di elementi e fattori che vanno prima di tutto tutelati e conservati, perchè le bellezze territoriali, la cultura e la storia, l’agricoltura e la vitivinicoltura in particolare, con i loro prodotti di eccellenza racchiudono in sé la formula made in Italy e fanno del nostro Paese una delle mete irrinunciabili per il turismo internazionale. Di fronte ai tagli e alle riduzioni approvate dal Decreto Legge 27 maggio 2008, che colpisce fondi e finanziamenti già previsti nella Finanziaria 2008, le Città del Vino si schierano dalla parte del patrimonio rurale italiano, per la sua difesa e tutela, e si appellano ai Ministri dell’Economia Giulio Tremonti e delle Politiche Agricole Luca Zaia per capire su quali altre risorse possano ora contare i distretti territoriali che contraddistinguono il Bel Paese.

“Questi tagli - spiega il presidente delle Città del Vino, Valentino Valentini - oltre che pesare in parte sulle attività imprenditoriali vitivinicole, mineranno in modo massiccio tutte quelle politiche portate avanti, soprattutto dai Comuni, a sostegno della qualità dei territori, dalla conservazione del paesaggio al miglioramento degli arredi urbani, la lotta a piccoli e grandi abusivismi e il mantenimento delle aree verdi, compromettendo gli sforzi fin qui fatti dalle comunità locali a sostegno della loro complessiva vivibilità”.

I tagli fondamentali previsti dal Decreto Legge 27 maggio 2008, prevedono dalla cancellazione dei fondi per l’apicoltura a quelli per l’informazione sugli Ogm, dall’eliminazione dei finanziamenti per i siti Unesco, per il rischio sismico e per la difesa del suolo nei piccoli Comuni, all’abolizione dei fondi per la demolizione dei fabbricati abusivi che tanti danni arrecano al paesaggio, fino alla sospensione di quelli per la rete idrica, per gli studi sul tema della precauzione nello sviluppo delle biotecnologie, dei contributi previsti per la diffusione della banda larga, per la forestazione e le aree a verde urbano e perturbano, il fondo di sviluppo delle isole minori e per i lavori socialmente utili, l’aiuti ai vitivinicoltori siciliani per i danni subiti dal cattivo andamento stagionale del 2007.

Ed a complicare ulteriormente la vita dei territori rurali italiani incombe anche l’abolizione dell’Ici sulla prima casa che pone il problema di capire su quali altre risorse i Comuni - soprattutto quelli più piccoli, per la maggior parte a carattere rurale e agricolo, dove è forte la sperequazione abitante-territorio e la spesa storica, su cui si basano i finanziamenti statali, è modesta - potranno fare affidamento non solo per mantenere il livello dei servizi offerti ai cittadini, ma anche la gestione del territorio.

“Non va, infatti, dimenticato - sottolinea Valentini - che sta proprio nella qualità del territorio quel valore aggiunto, unito alla qualità dei prodotti, alla cultura e alla storia, che fa del nostro Paese una delle mete più richieste da parte del turismo internazionale”.

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