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DISEGNO DI LEGGE “SUOLO”, DA FIRENZE IL MINISTRO CATANIA CHIEDE RAPIDITÀ MA PREDICA CALMA: “TESTO OK, ORA VA IN PARLAMENTO”. CITTÀ DEL VINO: “BENE, MA GARANTIRE RISORSE AI COMUNI”. FOCUS - I COMMENTI DI PETRINI E SETTIS, IL TESTO DEL DISEGNO DI LEGGE

Chiede rapidità, ma predica calma, il Ministro delle Politiche Agricole Mario Catania, sul disegno di legge contro il consumo del suolo: “è stato esaminato in Conferenza delle Regioni, tornato in Consiglio dei Ministri - ha detto oggi a Firenze, nel convegno “Uso versus consumo del territorio rurale”, organizzato dalla Regione Toscana - e approvato in via definitiva. Ora viene trasmesso alle Camere: è chiaro che manca un lasso di tempo breve da qui alla fine della legislatura, quindi è ragionevole essere prudenti. Ma mi auguro che a livello parlamentare ci sia uno scatto in avanti e si voglia assumere questo tema come prioritario, portando il testo all’approvazione”.
Tra i punti chiave del ddl, la definizione della superficie agricola consumabile “concertata” dai Ministeri dell’Agricoltura, dell’Ambiente, dei Beni Culturali e delle Infrastrutture, con il parere della Conferenza delle Regioni, aggiornata ogni 10 anni; la priorità nella concessione di finanziamenti statali e regionali in materia edilizia ai Comuni che incentivano il recupero di aree edificate ed esercizi già esistenti; il vincolo all’utilizzo dei “proventi dei titoli abilitativi edilizi” per opere di urbanizzazione primaria e secondaria, al risanamento di complessi edilizi compresi nei centri storici, a interventi di qualificazione dell’ambiente e del paesaggio, anche ai fini della messa in sicurezza delle aree esposte a rischio idrogeologico. Ovvero, niente più oneri di urbanizzazione per finanziare la spesa corrente.
Aspetto, quest’ultimo, che trova concordi anche le Città del Vino, ma con un “però”: “il disegno di legge sul consumo di suolo sembra utilizzare il tema del suolo per ridurre ulteriormente risorse ai Comuni, anche a quelle realtà virtuose per le quali la tutela del territorio è già una priorità - ha detto il direttore generale Paolo Benvenuti - il decreto taglia ancora risorse alla spesa corrente dei Comuni. Vincolare gli oneri urbanistici al solo finanziamento delle opere di urbanizzazione primaria e secondaria è corretto ed efficace, ma con quali risorse saranno sostituiti? C’è bisogno di assicurare ai Comuni entrate certe e sufficienti per la gestione e tutela del territorio”.
Uno spunto per tornare a parlare del problema del consumo del suolo, con l’Italia che, ha ricordato il Ministro, ha perso negli ultimi 50 anni oltre 5 milioni di ettari agricoli e più di un terzo a causa dell’avanzata del cemento, è stata anche la recente alluvione che ha colpito diversi territori del Paese, e la Maremma in particolare. “Dove c’è cementificazione, spesso fatta male, aumentano i rischi idrogeologici. Abbiamo degli eventi atmosferici sempre più violenti e questo ci deve indurre sempre di più a una prevenzione corretta e a una gestione oculata del nostro territorio”.

Focus - Il commento di Carlin Petrini, fondatore di Slow Food
“Il territorio manca per i giovani, ma mancano anche i giovani per il territorio. Ma soprattutto la politica e solo ora si inizia a capire che questa crisi non è passeggera ma entropica, e ad interessarsi all’agricoltura. L’eccessivo consumo di energie e di beni ha creato questa crisi, ed è necessario cambiare alcuni paradigmi o la situazione sarà di non ritorno. Non si può più utilizzare il terreno fertile per fare opere funzionali a questo modello di sviluppo, che è quello che ci ha portato a questo stato di cose. Curiamo il malato con i pannicelli caldi, mentre dobbiamo capire che è necessario rimettere al centro l’agricoltura per lo sviluppo del Paese. Nel 1950 il 50% degli italiani erano contadini, oggi sono il 3% e molti sono anziani. In questo mondo non si ricreano più i veri presidi del territorio che sono i contadini . Basta con l’idea stereotipata del contadino, perché oggi sono i giovani i nuovi contadini che tornano alla terra come opzione. E dobbiamo permettere a questi giovani di poter lavorare e che il lavoro sia remunerativo. È impensabile pensare di pagare le carote 4 centesimi”.

Focus - Il commento delle Città del Vino: “ok ddl, ma quali risorse ai Comuni?”
“Il disegno di legge sul consumo di suolo sembra utilizzare il tema del consumo del suolo per ridurre ulteriormente risorse ai Comuni, anche a quelle realtà virtuose per le quali la tutela del territorio è già una priorità. il Ddl taglia ancora risorse alla spesa corrente dei Comuni, vincolare gli oneri urbanistici al solo finanziamento delle opere di urbanizzazione primaria e secondaria è corretto ed efficace, ma con quali risorse saranno sostituiti? C’è bisogno di assicurare ai Comuni entrate certe e sufficienti per la gestione e tutela del territorio. Da decenni ai Comuni si addossano nuove funzioni e si sottraggono risorse, mettendo in sofferenza proprio il livello amministrativo più vicino al cittadino. Ci vuole una seria e completa riforma della finanza locale, che assicuri ai Comuni entrate certe e sufficienti. Riforma di cui deve far parte una revisione del “patto di stabilità”, che nella crisi attuale è un ulteriore fattore recessivo e non distingue tra enti “virtuosi” e enti “spendaccioni””.

Focus - Il commento dello storico dell’arte Salvatore Settis: “chiediamo ai Comuni di diminuire del 2% l’utilizzo del suolo”
“Per difendere il nostro paesaggio serve un atto simbolico e concreto insieme: diamo un taglio lineare al consumo del suolo, chiedendo ai Comuni di diminuire del 2% il suo utilizzo. Niente può tutelare meglio il nostro paesaggio meglio di un’agricoltura di qualità, e di fronte ad un numero di appartamenti costruiti negli ultimi anni che è 387 volte superiore al numero di nuovi abitanti, servirebbe una legge composta da un solo articolo, capace di incentivare i consumi a chilometri zero e anche il lavoro in agricoltura. L’hanno fatta in Brasile e prevede che ogni mensa utilizzi per almeno il 30% i prodotti agricoli di aziende locali”.

Focus - Il Disegno di legge quadro in materia di valorizzazione delle aree agricole e di contenimento del consumo del suolo (inviato dal Ministero delle Politiche Agricole il 16 novembre 2012)
Articolo 1
(Finalità e ambito della legge)
1. La presente legge detta principi fondamentali dell’ordinamento ai sensi dell’art. 117 della Costituzione per la valorizzazione e la tutela dei terreni agricoli, al fine di promuovere e tutelare l’attività agricola, il paesaggio e l’ambiente, nonché di contenere il consumo di suolo quale bene comune e risorsa non rinnovabile che esplica funzioni e produce servizi ecosistemici.
2. Le politiche di tutela e valorizzazione del paesaggio, di contenimento del consumo del suolo e di sviluppo territoriale sostenibile sono coordinate con la pianificazione territoriale e paesaggistica.
3. Le politiche di sviluppo territoriale nazionali e regionali perseguono la tutela e la valorizzazione della funzione agricola attraverso la riduzione del consumo di suolo e l’utilizzo agroforestale dei suoli agricoli abbandonati, privilegiando gli interventi di riutilizzo e di recupero di aree urbanizzate.

Articolo 2 
(Definizioni)

1. Ai fini della presente legge, si intende: a) per superficie agricola i terreni qualificati tali dagli strumenti urbanistici nonché le aree di fatto utilizzate a scopi agricoli indipendentemente dalla destinazione urbanistica e quelle, comunque libere da edificazioni e infrastrutture, suscettibili di utilizzazione agricola;
b) per consumo di suolo la riduzione di superficie agricola per effetto di interventi di impermeabilizzazione, urbanizzazione ed edificazione non connessi all’attività agricola.

Articolo 3 
(Limite al consumo di superficie agricola)

1. Con decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, d’intesa con il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, con il Ministro per i beni e le attività culturali e con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, tenuto conto della deliberazione di cui al comma 2 e dei risultati di cui al comma 3, acquisito il parere della Conferenza Unificata e sentito il Comitato interministeriale di cui al comma 7, è determinata l’estensione massima di superficie agricola consumabile sul territorio nazionale, nell’obiettivo di una progressiva riduzione del consumo di superficie agricola.
2. Con deliberazione della Conferenza Unificata sono stabiliti i criteri e le modalità per la definizione dell’obiettivo di cui al comma 1, tenendo conto, in particolare delle specificità territoriali, delle caratteristiche qualitative dei suoli e delle loro funzioni ecosistemiche, delle produzioni agricole in funzione della sicurezza alimentare, della tipicità agroalimentare, della estensione e localizzazione dei suoli agricoli rispetto alle aree urbane e periurbane, dello stato della pianificazione territoriale, urbanistica e paesaggistica, dell’esigenza di realizzare infrastrutture e opere pubbliche, dell’estensione del suolo già edificato e della presenza di edifici inutilizzati. Sono stabiliti, altresì, i criteri e le modalità per determinare la superficie agricola esistente e per assicurare il monitoraggio del consumo di essa. Qualora la deliberazione non sia adottata dalla Conferenza Unificata entro il termine di 180 giorni dall’entrata in vigore della presente legge, si provvede con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali.
3. Le Regioni e le Province autonome, entro il termine di 90 giorni dall’adozione della deliberazione di cui al comma 2, inviano al Comitato interministeriale di cui al comma 7 i dati acquisiti in base ai criteri indicati dal comma 2. In mancanza, il decreto di cui al comma 1 può comunque essere adottato.
4. Il decreto di cui al comma 1 è adottato entro un anno dalla data di entrata in vigore della presente legge ed è aggiornato ogni 10 anni.
5. Con deliberazione della Conferenza Unificata, la superficie agricola consumabile sul territorio nazionale, tenuto conto di quanto previsto dai commi 2 e 3, è ripartita tra le diverse Regioni.
6. Qualora la Conferenza Unificata non provveda entro il termine di 180 giorni dall’adozione del decreto ministeriale di cui al comma 1, le determinazioni di cui al comma 5 sono adottate con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, sentito il Comitato interministeriale di cui al comma 7 e acquisito il parere della Conferenza Unificata.
7. Con decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, d’intesa con il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare e con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, e acquisita altresì l’intesa della Conferenza Unificata, è istituito, senza nuovi o maggiori oneri per il bilancio dello Stato, un Comitato con la funzione di monitorare il consumo di superficie agricola sul territorio nazionale e l’applicazione della presente legge. Il Comitato opera presso la Direzione Generale per la promozione della qualità agroalimentare del Dipartimento delle politiche competitive, della qualità agroalimentare e della pesca del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali e le relative funzioni di segreteria sono svolte dalla Direzione medesima nell’ambito delle ordinarie competenze. Alle spese di funzionamento del Comitato si fa fronte nei limiti delle risorse finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente. La partecipazione al Comitato è a titolo gratuito e non comporta l’attribuzione di alcuna indennità neanche a titolo di rimborso spese. Il Comitato redige , entro il 31 dicembre di ogni anno, un rapporto sul consumo di suolo in ambito nazionale, che il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali presenta, entro il 31 marzo successivo, al Parlamento.
8. Il decreto di cui al comma 7 è adottato entro 180 giorni dall’entrata in vigore della presente legge.
9. Il Comitato di cui al comma 7 è così composto:
a) due rappresentanti del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali;
b) un rappresentante del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare;
c) un rappresentante del Ministero per i beni e le attività culturali;
d) un rappresentante del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti;
e) un rappresentante dell’Istituto nazionale di statistica;
f) cinque rappresentanti designati dalla Conferenza Unificata di cui un rappresentante dell’UPI ed un rappresentante dell’ANCI.
10. Le Regioni e le Province autonome stabiliscono, entro il limite di cui al comma 1 e con la cadenza temporale indicata al comma 4, l’estensione della superficie agricola consumabile a livello provinciale e determinano i criteri e le modalità per la definizione dei limiti d’uso del suolo agricolo nella pianificazione territoriale degli enti locali, fatti salvi i diversi sistemi di pianificazione territoriale regionale. Il limite stabilito con il decreto di cui al comma 1 rappresenta, per ciascun ambito regionale, il tetto massimo delle trasformazioni edificatorie di aree agricole che possono essere consentite nel quadro del piano paesaggistico, ferma restando la possibilità che tale strumento, nella definizione di prescrizioni e previsioni ai sensi dell’articolo 135, comma 4, del decreto legislativo n. 42 del 2004 e successive modificazioni, e in attuazione, in particolare, di quanto previsto dalla lettera c) del medesimo comma 4, determini possibilità di consumo del suolo complessivamente inferiori.
11. Se le Regioni e le Province autonome non provvedono entro il termine di 180 giorni dall’adozione della deliberazione di cui al comma 5, le determinazioni di cui al comma 10 sono adottate, in attuazione e nel rispetto del principio di leale collaborazione, con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro delle politiche agricole ambientali e forestali, sentito il Comitato interministeriale di cui al comma 6 e acquisito il parere della Conferenza Unificata. Il Consiglio dei Ministri delibera, in esercizio del proprio potere sostitutivo, con la partecipazione dei Presidenti delle Regioni o delle Province autonome interessate.

Articolo 4
(Divieto di mutamento di destinazione)
1. Le superfici agricole in favore delle quali sono stati erogati aiuti di Stato o aiuti comunitari non possono essere destinate ad uso diverso da quello agricolo per almeno cinque anni dall’ultima erogazione. Sono comunque consentiti, nel rispetto degli strumenti urbanistici vigenti, gli interventi strumentali all’esercizio delle attività di cui all’art. 2135 c.c., ivi compreso l’agriturismo, fatte salve le disposizioni contenute nell'articolo 10 della legge 21 novembre 2000, n. 353, e più restrittive disposizioni esistenti.
2. Negli atti di compravendita dei suddetti terreni deve essere espressamente richiamato il vincolo indicato nel comma 1, pena la nullità dell’atto.
3. Fatto salvo quanto previsto dalle disposizioni di cui al D.P.R. 6 giugno 2001, n. 380, nel caso di violazione del divieto di cui al comma 1 si applica, al trasgressore, la sanzione amministrativa non inferiore a euro 5.000,00 e non superiore a euro 50.000,00 e la sanzione accessoria della demolizione delle opere eventualmente costruite e del ripristino dello stato dei luoghi.

Articolo 5
(Misure di incentivazione)
1. Ai Comuni e alle Province che avviano azioni concrete per localizzare le previsioni insediative prioritariamente nelle aree urbane dismesse e che procedono al recupero dei nuclei abitati rurali mediante manutenzione, ristrutturazione, restauro, risanamento conservativo di edifici esistenti e della viabilità rurale e conservazione ambientale del territorio, è attribuita priorità nella concessione di finanziamenti statali e regionali eventualmente previsti in materia edilizia.
2. Il medesimo ordine di priorità di cui al comma 1 è attribuito ai privati, singoli o associati, che intendono realizzare il recupero di edifici e delle infrastrutture rurali nei nuclei abitati rurali, mediante gli interventi di cui al comma 1.
3. Le Regioni e le Province Autonome, per le finalità di cui all’articolo 1, possono individuare misure di semplificazione, e misure di incentivazione, anche di natura fiscale, per il recupero del patrimonio edilizio esistente.

Articolo 6
(Registro degli Enti Locali)
1. Con decreto del Ministro delle politiche agricole ambientali e forestali, presso il medesimo Ministero, è istituito, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, un registro in cui sono indicati, su richiesta, i Comuni che hanno adottato strumenti urbanistici in cui non è previsto nessun ampliamento delle aree edificabili o in cui è previsto un ampliamento delle aree edificabili inferiore al limite di cui all’art. 3, comma 10.

Articolo 7
(Destinazione dei proventi dei titoli abilitativi edilizi)
1. I proventi dei titoli abilitativi edilizi e delle sanzioni di cui all’art. 4, nonché delle sanzioni di cui al D.P.R. 6 giugno 2001, n. 380, sono destinati esclusivamente alla realizzazione delle opere di urbanizzazione primaria e secondaria, al risanamento di complessi edilizi compresi nei centri storici, a interventi di qualificazione dell’ambiente e del paesaggio, anche ai fini della messa in sicurezza delle aree esposte a rischio idrogeologico.
2. E’ abrogato l’articolo 2, comma 8, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, come modificata dalla legge 26 febbraio 2011, n. 10.

Articolo 8
(Disposizioni transitorie e finali)
1. Dalla data di entrata in vigore della presente legge e fino alla adozione del decreto di cui all’art. 3, comma 1, e, comunque, non oltre il termine di tre anni, non è consentito il consumo di superficie agricola tranne che per la realizzazione di interventi già autorizzati e previsti dagli strumenti urbanistici vigenti, nonché per i lavori e le opere già inseriti negli strumenti di programmazione delle Stazioni appaltanti e nel programma di cui all’art. 1 della legge 21 dicembre 2001, n. 443.
2. Sono fatte salve le competenze attribuite in maniera esclusiva alle Regioni a statuto speciale ed alle province autonome.
3. La presente legge costituisce legge di riforma economica-sociale e deve essere attuata dalle Regioni a Statuto speciale e dalle Province autonome nel rispetto dei relativi statuti e delle disposizioni di attuazione.

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