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LO SCENARIO

Distretti agroalimentari, bene l’export nel 2023. Vino leader assoluto, nonostante un piccolo calo

Il Monitor Intesa Sanpaolo. 27 miliardi di euro il valore complessivo delle esportazioni. Langhe Roero e Monferrato al top, con 2 miliardi di euro

La logica di distretto si conferma sempre più vincente. A dirlo, ancora una volta, è il Monitor dei distretti agroalimentari italiani di Intesa Sanpaolo, con il consuntivo 2023 che conta quasi 27 miliardi di euro di vendite sui mercati esteri e un progresso del 4,5%, 1,2 miliardi in più sull’anno precedente. Il risultato è in linea con quello registrato dal totale export agroalimentare italiano, che ha segnato un +5,8% nel 2023 (ed i distretti ne rappresentano il 43%). L’unica filiera che mostra un segno leggermente negativo nell’evoluzione annuale è quella del vino, che recupera parzialmente nell’ultimo trimestre 2023 e realizza nel complesso dell’anno solo un lieve calo in valore (-0,7% sul 2022), determinato soprattutto dall’arretramento sui mercati nordamericani (Stati Uniti -7,4% e Canada -9%). Tra i distretti, in assoluto, il più “prezioso” si conferma quello dei Vini di Langhe, Roero e Monferrato, con 2 miliardi di euro di esportazioni (-4,4%), davanti a quello dei Dolci di Alba e di Cuneo, con 1,8 miliardi di euro (+5%), e quello dell’Alimentare di Parma, a 1,6 miliardi di euro (+15,7%), sul podio.
Guardando al vino, per valore, seguono il Distretto dei Vini del Veronese, con 1,1 miliardi di euro (-1,9%), quello del Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene, di poco sopra il miliardo di euro (+4,3%), e ancora quello dei Vini dei Colli Fiorentini e Senesi, con 852 milioni di euro (-4,5%), quello dei Vini e Distillati di Trento, con 444 milioni di euro (+2,3%), e ancora quello dei Vini e Distillati di Bolzano, con 247 milioni di euro (+6,6%) e quello dei Vini e Distillati del Friuli, con 245 milioni di euro (+9,2%). E ancora, seguono quello dei Vini del Montepulciano d’Abruzzo, a 219 milioni di euro (+5,2%), e quello dei vini e Distillati del Bresciano con 155 milioni di euro (+7%), e quello dei Vini e Liquori della Sicilia Occidentale, a 133 milioni di euro (-3,5%). Con le performance negative molto legate all’andamento oltreoceano, “anche se bisogna rilevare che negli anni passati i buyer statunitensi avevano fatto importanti scorte di vino italiano, favorite anche da un dollaro forte e da un effetto cambio favorevole”, ricorda ancora Intesa Sanpaolo.
Rallenta, ma resta in territorio positivo, la filiera della pasta e dolci: il lieve calo del quarto trimestre (-0,6% tendenziale) non pregiudica il bilancio positivo dell’anno 2023 (+4,8%), ossia 214 milioni di vendite in più sui mercati esteri. Di questi, ben 142 milioni sono stati realizzati dal comparto pasta e dolci dell’Alimentare di Parma. Ottima performance, come detto, anche per i Dolci di Alba e Cuneo, con un +5% nel 2023; registrano invece una battuta d’arresto i comparti pasta e dolci dei due distretti campani: -4% per l’Alimentare napoletano; -10,4% per l’Alimentare di Avellino.
Recupera invece la filiera dei distretti agricoli, grazie all’ottimo risultato del quarto trimestre 2023 (+14,2%) che riporta in positivo il bilancio dell’intero anno (+3,2% sul 2022). Ottimo recupero per l’Ortofrutta romagnola: nonostante i danni prodotti dall’alluvione e dalle gelate primaverili, chiude in positivo il 2023 (+1,7% sul 2022). Esportazioni in forte crescita nel 2023 per il distretto dell’Agricoltura della Sicilia Sud-Orientale, che al suo interno ricomprende anche le zone di produzione del Pomodoro di Pachino Igp (+38,4%). Ottimi risultati anche per l’Ortofrutta dell’Agro Pontino, con un balzo di 29 milioni (+14%), di cui 22 verso la Germania (+22%). Arretrano leggermente l’Ortofrutta del barese (-3,3%), e le Mele dell’Alto-Adige (-1,8%). Nel 2023 risultati molto positivi anche per la filiera delle conserve (+10,1%), determinati soprattutto dal principale distretto del comparto, le Conserve di Nocera (+10,3%). Ottime performance anche per i comparti conservieri dell’Alimentare di Parma (+24%) e dell’Ortofrutta e conserve del foggiano (+21%), mentre ha registrato una lieve contrazione solo il comparto conserve dell’Alimentare di Avellino (-2%).
Luci e ombre, invece, all’interno della filiera delle carni, che nel complesso registra un +5,6% di crescita tendenziale nel 2023, ma nasconde dinamiche contrapposte tra i distretti che la compongono: progressi a due cifre per Carni di Verona (+12%), Salumi di Parma (+12,7%), Salumi dell’Alto-Adige (+14,3%), che, aggiunti al buon risultato dei Salumi del modenese (+5,9%), riescono a compensare i cali delle Carni e salumi di Cremona e Mantova (-13,3%), e dei Salumi di Reggio Emilia (-11%). Il settore avicolo sembra entrato in una fase di normalizzazione, mentre il mercato suinicolo mondiale è ancora influenzato dalle problematiche legate alla diffusione della peste suina.
Dinamica nel complesso positiva anche per la filiera del lattiero-caseario (+2,6% nel 2023): alle lievi contrazioni dei distretti della Lombardia (-2,1%) e di Reggio Emilia (-2,7%) si contrappongono le buone performance del distretto parmense (+11,5%), di quello sardo (+9,8%) e della Mozzarella di bufala campana (+7,4%).
Non si arresta la crescita a valore dei distretti dell’olio (+15,1%) dovuta in particolare al contributo dell’Olio toscano, il principale distretto della filiera (+17,8%), ma anche all’exploit del comparto olivicolo del distretto dell’Olio e pasta del barese (+30%). Sostanzialmente stabile l’Olio umbro (-0,9%). Sul fronte dei prezzi, il 2023 è stato un anno record nei listini degli oli di oliva: la scarsa produzione (anche da parte della Spagna) ha fatto crescere il prezzo alla produzione dell’olio Evo italiano del 50%.
Nella filiera del riso, entrambi i distretti realizzano crescite in valore a due cifre: Pavia +15,9% e Vercelli +26,1%. La scarsa produzione mondiale causata dalla siccità, unita al blocco delle esportazioni da parte dell’India, ha spinto i listini del riso bianco ai massimi nel 2023.
Progressi anche per la filiere del caffè (+5,3%), dove spicca il distretto del Caffè e confetterie del napoletano (+13,7%). Il Caffè di Trieste mostra un progresso dell’8% nel 2023; bene anche il distretto del Caffè, confetterie e cioccolato torinese (+2,4%). Positivo il bilancio 2023 anche per il distretto dell’Ittico del Polesine e del Veneziano (+6,1%): i progressi verso Germania (+21%) e Croazia (+13,5%) compensano i cali sui mercati francese (-12%) e spagnolo (-3%). La Germania si conferma il primo partner commerciale per i prodotti dei distretti agroalimentari: il rallentamento dell’economia tedesca nel 2023 non ha ridotto le vendite verso questo mercato (+6,7% nel 2023, per 4,9 miliardi di euro ed un peso del 18,2% sul totale). Chiudono invece in territorio leggermente negativo i flussi verso gli Stati Uniti (-1,4%, a 3,2 miliardi di euro), mentre crescono in Francia (+7,5%, a 3 miliardi) e nel Regno Unito (+6,6%, a 2,1 miliardi). Le economie emergenti, che rappresentano il 20% del totale delle esportazioni distrettuali agroalimentari, segnano nel complesso un progresso del 2,9% nel 2023 (rispetto al +4,9% delle economie avanzate).
“Il grande apprezzamento all’estero di alimenti e bevande italiani continua a crescere - commenta Massimiliano Cattozzi, responsabile Direzione Agribusiness Intesa Sanpaolo - e a rendere sempre di maggior interesse per le aziende rafforzare la propria presenza nei mercati stranieri. A servizio di questo sviluppo e della competitività, abbiamo destinato 20 miliardi di euro al comparto grazie all’accordo siglato con il Ministero dell’Agricoltura insieme a Cassa Depositi e Prestiti. Un intervento a cui si accede grazie a linee di finanziamento come Crescita Agri, parte del programma “Il tuo futuro è la nostra impresa”, dedicato ad investimenti in azienda modulabili sul ciclo produttivo della filiera di appartenenza per soluzioni di efficientamento energetico e crescita internazionale”.

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