Il settore del biologico è trainante, l’agricoltura e il vino ci puntano sempre più con convinzione, sia per questioni di etica, rispetto dell’ambiente e di salubrità, che per questioni legate ad un mercato che premia sempre di più tutto ciò che è “green”. Nulla osta, verrebbe da dire, dunque, se una denominazione del vino decide di inserire volontariamente, all’unanimità, nel disciplinare, la conduzione obbligatoria e certificata a biologico per poter utilizzare la Doc. Strada scelta dalla piccola e dinamica Denominazione Valdarno di Sopra, giovane ma ricca di storia e di “testimonial” illustri, come Leonardo da Vinci che ritrasse il celebre Ponte a Buriano nella Gioconda, che nei mesi scorsi, ha avviato l’iter per la modifica al disciplinare (che comprende anche l’allargamento del territorio alla provincia di Firenze, ancora non inclusa, ma storicamente parte del Valdarno, ndr).
E dopo un sostanziale accoglimento dell’idea da parte delle istituzioni, ora, improvvisamente, pare esserci un cambio di rotta a livello di Regione Toscana e Ministero delle Politiche Agricole.
“Non c’è ancora un rifiuto ufficiale, ma da quanto abbiamo appreso a parole, sembra che ci sia opposizione a questo percorso”, spiega a WineNews il presidente della Doc, Luca Sanjust, alla guida anche della celebre Fattoria di Petrolo.
“Non capiamo perché: c’è chi sostiene che scientificamente non sia dimostrabile che il metodo biologico dia vita a vini di miglior qualità rispetto al convenzionale, ma non è questo il punto, sul quale, peraltro, approfondiremo e ci batteremo. Quello che secondo noi è indiscutibile, invece, è che l’agricoltura e la produzione biologica siano migliori per l’ambiente in cui viviamo e per chi ci lavora. E poi è una strada che il Consorzio, con i suoi più di 25 soci, ha preso all’unanimità, tanto che già oggi tutti i vini che escono come Valdarno di Sopra Doc, sono certificati bio. L’inserimento di questo come obbligo nel disciplinare, cosa che ci porterebbe oggi ad essere la prima denominazione d’Italia e, probabilmente, d’Europa, ad essere la prima Denominazione interamente bio, nasce dalla volontà di valorizzare ancora di più un percorso e un’identità, e non si capisce perché ci debba essere negato”.
Tanto più che, spiega una nota ufficiale del Consorzio, il Ministero, in fase di istruttoria, aveva approvato la richiesta, anche “in linea con le indicazioni dell’Ue e gli indirizzi del Ministero in in termini di Dop e Igp (premialità delle misure Psr - misura 3.2 (promozione marchi di qualità) dove a Consorzi/Associazioni le cui aziende aderiscono al regime del biologico viene riconosciuto un punteggio maggiore)”.
“Il Consorzio Valdarno di Sopra ritiene che da parte di Regione e Ministero debba essere scelta la strada nuova e virtuosa di privilegiare non le difficoltà tecniche, non il “continuismo” burocratico - ma il permettere scelte agronomiche ed enologiche che esaltino la biodiversità, la tutela della salute dei consumatori e dei lavoratori. Scelte che nulla tolgono ai produttori del Valdarno di Sopra - territorio che, peraltro, è tutto coperto anche dalla Docg del Chianti, ndr - ma aggiungono delle opportunità”.
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