Dopo il riconoscimento con cui Casa Clima Wine ha premiato le scelte improntate alla sostenibilità in cantina, in vigna e nel bicchiere, l’ultima “chicca” di San Polo, l’azienda del Brunello della famiglia Allegrini, è nella scelta dei tappi, una vera e propria novità, presentata in anteprima a Vinitaly: a preservare il Rubio, l’Igt Toscana dell’azienda montalcinese, ci penseranno infatti i primi tappi tecnici di Nomacorc prodotti a impatto ambientale zero, senza derivati del petrolio. “È una novità assoluta, che sarebbe dovuta rimanere segreta almeno per altre due settimane - spiega Olav Aagaard, direttore generale per la ricerca e lo sviluppo di Nomacorc - ma siamo felici di presentare un tappo che non pesa in alcun modo sull’ambiente: è fatto interamente in polimeri vegetali, quindi tutta la CO2 immessa per produrli viene compensata dalle coltivazione delle piante. Inoltre, servono pochissima acqua ed energia al ciclo produttivo, ma la cosa importante è che non sia un progetto fine a se stesso, al centro rimane il vino, e il tappo offre la consueta affidabilità. Alla fine del ciclo, ovviamente, è riciclabile al 100%”.
E intanto la certificazione di Casa Clima Wine, prima in toscana e seconda in assoluto a meritarla, ha assunto oggi i crismi dell’ufficialità, con la consegna della targa dalle mani del direttore della CasaClima Agency, Ulrich Santa, a Marilisa Allegrini. Il coronamento di un percorso iniziato nel 2005, “quando la mia famiglia - racconta Marilisa Allegrini - decise di investire a Montalcino, un territorio prestigioso, da rispettare sotto ogni punto di vista. Puntando su pratiche sostenibili, in vigna ma soprattutto in cantina, perché valorizzare un terroir è anche preservarlo, una sfida che si può vincere solo con l’innovazione e la ricerca”.
Un sigillo di qualità che premia gli sforzi dell’azienda, dal campo alla cantina, fino alla bottiglia: la scelta architettonica di interrare la cantina fa sì che nella barricaia e nel locale delle botti grandi l'umidità garantita sia compresa tra l’80 e l’85% attraverso dei condensatori ambientali, che riducono drasticamente i consumi dei sistemi di regolazione artificiale. Tutte le peculiarità del territorio, inoltre, vengono sfruttate ed ottimizzate, dalla sorgente d’acqua sotterranea alla scelta dell’arenaria, tipica e particolarmente porosa. In vigna vince il pragmatismo, “perché quando abbiamo rilevato l’azienda - racconta Marilisa Allegrini - abbiamo trovato i vigneti, coltivati secondo i dettami delle biodinamica, in pessime condizioni, e allora abbiamo deciso di puntare sui fitofarmaci e sulla riduzione del rischio già dalla radice, piuttosto che rischiare di dover intervenire massicciamente con prodotti chimici successivamente”.
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