Primo: “parlare di bianco italiano oggi, oltre che citare vitigni assolutamente originali e territori ad altissima vocazione, da Soave a Pantelleria, significa parlare di un vino che ha saputo evolversi senza perdere le indiscusse peculiarità che lo identificano conquistando spazi sempre più consistenti sia sul mercato interno sia soprattutto all’estero”. Secondo: “Garganega, Verdicchio, Tocai, Pinot Bianco, Pinot Grigio, Cortese, Chardonnay, Prosecco sono i vitigni oggi maggiormente richiesti e che rispecchia il trend degli attuali consumi”. Sono le certezze che arrivano da Monteforte d’Alpone, dove “Tutti i colori del Bianco - 100 bianchi super star in verticale”, evento a carattere nazionale (che ha coinvolto 134 le aziende di tutta la penisola, 15 le regioni e 35 i territori a denominazione rappresentati), vera e propria convention del vino bianco italiano, ha fatto emergere, nei giorni scorsi, i sensibili progressi compiuti dai produttori italiani attraverso un’ideale verticale da capogiro lunga oltre 40 anni.
La riflessione di produttori, ricercatori, giornalisti sono stati dall’andamento dei consumi all’uso del legno, dalla cura del vigneto alla tecnica di cantina, dal ruolo degli autoctoni nell’enologia italiana all’importanza della corretta comunicazione ed informazione da parte dei produttori, giornalisti e enotecari.
Di grande rilievo le comunicazioni di Carlo Casavecchia, direttore generale di Case vinicole di Sicilia, testimone ed artefice dei tanti progressi fatti dai vini siciliani negli ultimi anni, e di Franco Giacosa, a capo del team di enologi della casa vinicola Zonin, che ha parlato degli effetti “che un lungo affinamento ha sulle componenti organolettiche dei vini bianchi”.
“Un vino bianco da degustare nel pieno della maturità - ha affermato il produttore Fausto Maculan - anche molti anni dopo, prima che inizi il naturale, lento declino in un tramonto di sensazioni inusuali che i tecnici definiscono “terziarie”.
E il futuro del vino bianco italiano, quale sarà? Ermanno Murari dei Vivai Cooperativi Rauscedo, il vivaio più grande d’Italia non ha dubbi “Garganega, Verdicchio, Tocai, Pinot Bianco, Pinot Grigio, Cortese, Chardonnay, Prosecco”. Un dato che deriva dalle tipologie di barbatelle impiantate e che rispecchia gli attuali consumi.
Nel complesso del “forum di Monteforte d’Alpone” è venuto fuori un nuovo ritratto del bere bianco italiano: un vino che non si definisce più semplicemente di pronta beva; è l’ora dei bianchi di carattere, longevi, dal colore intenso, dal gusto morbido e vellutato; cambiano i trend dei consumi e ai vini rossi di carattere si preferisce un vino pur sempre di carattere ma bianco”.
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