Protagonista di un vero e proprio boom nel 2020, spinto dai lockdown, l’e-commerce enoico, protagonista delle cronache degli mesi passati, è continuato a crescere anche in 2021 che, soprattutto in estate, ha segnato la riapertura della ristorazione. Beninteso, i ritmi di crescita non potevano essere e non sono stati gli stessi, per un canale ancora minoritario, in Italia, che vale il 4% del mercato enoico complessivo, secondo il “Wine Report” by Cross Border Growth Capital e Vino.com. Eppure, il fatto che per molti consumatori l’acquisto on line sia diventato una buona abitudine, soprattutto per vini di medio alto livello di prezzo, lo raccontano gli incrementi di fatturato di molti dei più importanti “pure player” della scena italiana, con aumenti, in media, del +40% nel fatturato 2021 sul 2020. È il caso, per esempio, di Vino.com, realtà fondata da Andrea Nardi Dei, che nel 2021 ha toccato i 43 milioni di euro di fatturato, in crescita del +45%, con 3,6 milioni di bottiglie consegnate. Un risultato dovuto anche alla crescita all’estero, che oggi rappresenta il 25% del giro d’affari dell’azienda, che ha cavalcato il recupero delle bollicine, con denominazione con tipologie come Prosecco e Champagne, cresciute del +60% sulla piattaforma. Che oltre che in Italia opera direttamente in Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Olanda, Principato di Monaco e Svezia, e programma di espandersi ancora. Segue lo stesso trend di crescita Callmewine.com, che, dopo aver chiuso il 2020 a 12 milioni di euro, nel 2021 ha messo a segno un ulteriore +40%, toccando i 20 milioni di euro. Un risultato importante per la piattaforma che, a fine 2020, è stata acquisita al 60% dalla Italmobiliare della famiglia Pesenti (con un investimento di 13 milioni di euro). Tocca, invece, i 37 milioni di euro il fatturato di Bernabei.it, in crescita del +42%. Non un “pure player” al 100%, ma, spiega a WineNews l’azienda, il fatturato retail rappresenta una quota davvero marginale. “L’implementazione della modalità di Consegna RUN+ entro 30 minuti e alla temperatura ideale (lanciata appena 6 mesi fa e oggi attiva sulle città di Roma, Milano, Bologna e Torino), che si avvale al livello logistico dei punti retail, è stata al tempo stesso volano e risultato della crescita dell’online. Oggi, infatti - spiega Bernabei - i due canali risultano perfettamente integrati, in una strategia complessiva inquadrata sotto il faro dell’omnicanalità. Relativamente alle denominazioni, si registra un’importante crescita dei principali metodi classici (Oltrepò Pavese +406%, Trentodoc +100%, Franciacorta +65%), del Prosecco Valdobbiadene (+477%) e di rossi quali l’Amarone della Valpolicella (+134%), il Sagrantino di Montefalco (+102%) e l’Alto Adige Doc (+40%)”.
Ma il 2021 è stato un anno di consolidamento e di crescita anche per Xtrawine, una delle realtà italiane più longeve dell’e-commerce di vino, la cui maggioranza è stata acquisita, nel luglio 2021, dal Made in Italy Fund, il fondo di private equity promosso e gestito da Quadrivio & Pambianco. Il bilancio dell’anno da poco concluso per Xtrawine, che ha aperto piattaforme anche ad Hong Kong ed in Cina, ha toccato i 13,6 milioni di euro, con una crescita del 26% del fatturato totale, del +15% degli ordini, con 900.000 bottiglie vendute nel complesso, un prezzo medio a bottiglia di 15,95, ed un “carrello medio” di 229 euro, in crescita del +9,8% su base annua. In questo caso, tra i vini più venduti, segnala Xtrawine, spiccano le grandi denominazioni rossiste, come Amarone della Valpolicella, Barolo ed Igt Toscana, mentre la palma di etichetta più venduta sul portale spetta al Brunello di Montalcino 2016 della Tenuta Il Poggione.
Ma a crescere sono anche realtà più giovani e nate proprio in pieno boom, come Etilika, arrivata da poco più di 2 anni, come spiega il Ceo, Michele Trotta: “abbiamo chiuso il 2021 a 3,8 milioni di euro, il +40% sul 2020, con un carrello medio di 148 euro ed un valore medio a bottiglia di 19,8 euro. L’88% del nostro fatturato deriva da ordini nei quali il valore medio delle bottiglie ordinate supera i 10 euro, con un catalogo, al netto di bollicine e distillati, solo ed esclusivamente italiano. Non ci sono state differenze particolari tra le denominazioni più richieste nel 2021 o 2022. Tra i rossi, a parte i “soliti noti” come Brunello di Montalcino, Barolo, Bolgheri e Amarone della Valpolicella, abbiamo avuto ottimi numeri sulla Puglia (Primitivo e Negroamaro). Tra i bianchi, numeri interessanti con vermentino (molto bene la Sardegna), Sauvignon, Gewurztraminer di fascia media e la Sicilia sulla fascia di prezzo più popolare. In generale, continuano a crescere i vini “naturali”, mentre sulle bollicine, soprattutto nell’ultimo trimestre dell’anno, abbiamo fatto fatica addirittura a reperire Franciacorta e Champagne”.
All’appello, mancano, tra gli altri, i dati di Tannico, che, nel 2020, aveva chiuso un bilancio a 37 milioni di euro, in crescita del +82% sul 2019, e che è stato al cento di diverse operazioni: dopo aver visto il Gruppo Campari entrare nel capitale al 49% a giugno 2020 ed aver acquisito il portale francese Venteàlapropriété, a maggio 2021, la realtà guidata dal Ceo Marco Magnocavallo, a luglio 2021, è entrata nella joint venture creata da Campari e Moët Hennessy, la divisione enoica del colosso del lusso Lvmh. Ed anche quelli di Winelivery, che, nel 2020, è arrivata a 7,5 milioni di euro, con un boom del +600% sul 2019. Con entrambe le realtà che, ancora, non hanno diffuso i propri dati. Ma il trend di crescita ed i segnali che arrivano dal canale sono chiari, come spiega a WineNews Andrea Nardi Dei, founder e Ceo di Vino.com: “l’e-commerce di vino e alcolici è un canale sempre più complementare alla distribuzione tradizionale, lo dimostra anche il trend del 2021, dopo l’exploit del 2020 trainato dai lockdown. È un canale di acquisto che i consumatori utilizzano sempre di più, soprattutto, in presenza di servizi, strumenti, contenuti ed esperienze coinvolgenti in grado di supportare la scelta di un vino, o di un superalcolico”.
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