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È presto per parlare di vendemmia, ma in Spagna si fanno già le prime previsioni. In netto calo sul 2013, un po’ per colpa della siccità primaverile, un po’ per necessità, perché il mercato iberico non può permettersi gli eccessi di un anno fa

Alla vendemmia mancano ancora tante settimane, ma in Spagna, dove solitamente inizia prima che in Italia, è già tempo di previsioni. Si raccoglierà con un paio di settimane di anticipo rispetto alle ultime due campagne, ma in termini quantitativi le attese sono nettamente in ribasso sul 2013, in alcune zone anche del 30-40%, un po’ per via del clima, che ha riservato al vigneto iberico una primavera caratterizzata da una siccità record, un po’ perché i livelli raggiunti un anno fa non sono sostenibili. Una “vendemmia calda”, in tutti i sensi, specie per i prezzi del vino, talmente bassi da essere definiti “rovinosi” dai produttori spagnoli, che si trovano ad affrontare un mercato difficilissimo.
Del resto, la distillazione di crisi per 4 milioni di ettolitri di vino, fermo in cantina, decisa la scorsa settimana dal Ministero dell’Agricoltura di Madrid parla da sé: il mondo vinicolo spagnolo non ha le idee troppo chiare, ed è lo stesso Governo a dirlo, per bocca del segretario generale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione, Carlos Cabanas: “dobbiamo imparare a responsabilizzarci tutti - racconta al sito di informazione enoica “Vinetur” (www.vinetur.com) - perché il settore, negli ultimi 5 anni, ha ricevuto più di 350 miliardi delle vecchie pesetas (2,1 miliardi di euro, ndr) di fondi pubblici nei diversi piani di sostegno, e adesso penso che il momento sia maturo per decidere cosa dobbiamo fare”.
Del resto, la sola Castilla-La Mancha, tra fondi statali ed europei ha ricevuto 2 miliardi di euro negli ultimi anni, tra programmi di promozione e politiche di reimpianto, e adesso sono in molti a nutrire dubbi sulla strategia seguita sin qui, perché la ristrutturazione del vigneto castellano, iniziata nel 2008, ha portato a quell’eccesso di produzione rivelatasi il principio di tutti i mali, figlia di un evidente quanto grave errore di pianificazione.

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