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“EATALY” RILANCIA IL WINE & FOOD ITALIANO: DOPO TORINO, TOKYO, IN GIAPPONE MEGA CENTRO DA 1.500 METRI QUADRATI

Da via Nizza a Torino a Tokyo: Eataly, il mercato enogastronomico tricolore, rilancia e raddoppia e, a distanza di poco più di un anno dall’apertura del centro nel capoluogo piemontese (cui si è aggiunta la “piccola bottega” di Milano) fa il salto internazionale, apprestandosi ad inaugurare il 26 settembre “Eataly Daikanyama”.

Una superficie di 1.500 metri quadrati divisi in tre spazi (retail, ristorazione, educazione) a Daikanyama, area del quartiere di Shibuya, che si sviluppano secondo il modello italiano della piazza e dell’area mercato, con tanto di vetrine.
Il tutto grazie ad un investimento iniziale di 10 milioni di euro che ha un potenziale stimato in 12 milioni di euro all’anno di fatturato - composto per il 60% da vendita, per il 35% da ristorazione e per il 5% dai corsi di formazione “culinaria”, nell’apposita aula per le lezioni - con 25 milioni di visitatori.

“Vogliamo offrire l’opportunità di mangiare, comprare e studiare in modo informale, ma autorevole il meglio del “made in Italy” a prezzi contenuti”, ha spiegato Luca Baffigo Filangieri, uno dei soci di Eataly, insieme a Oscar Farinetti, il fondatore di Unieuro.

“Ci sono più di 7.000 ristoranti italiani in Giappone, ma il vero salto è riuscire a offrire qualcosa di artigianale, esaltando la qualità e tagliando i prezzi grazie al fatto che importiamo direttamente tutto noi”, ha aggiunto Andrea Rasca, socio dell’iniziativa a Tokyo, che coinvolge Lawson, la catena di convenience store nipponica, nella misura del 10%.

“E’ uno scambio d’esperienze”, ha rilevato sul punto Rasca, osservando poi che “Eataly ha altri progetti d’apertura in Italia, 11 in tutto, mentre all’estero, ci sono Usa e Regno Unito in cantiere. Abbiamo preferito - ha concluso - iniziare col Giappone perché è un mercato esigente, di cui avevamo conoscenza, con una popolazione appassionata delle cose italiane come nessun’altra al mondo”. Sono 1.500 i prodotti etichettati pronti a comparire sugli scaffali del mega store che saliranno progressivamente a 2.500 (ad esempio ci sono 200 tra salumi e formaggi e 450 vini), cui ne se aggiungeranno altri duecento di produzione locale.

“La gastronomia - ha commentato da parte sua l’ambasciatore italiano a Tokyo, Vincenzo Petrone - è un’espressione culturale del territorio italiano. E’ anche necessario, perché abbia maggiore successo, che venga riprodotto un ambiente italiano”.

Eataly, nel cuore di Tokyo, riproduce un pezzo d’Italia: cibi artigianali con ristoranti di degustazione, pizza con forno a legna, pane con lievito naturale, pasta fresca e speciale, e bar, per conversare e sorseggiare un espresso, rigorosamente - assicurano i promotori - nel “pieno rispetto dell’italian style”.

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