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ENO-FINANZA, ANCHE IL LIV-EX SENTE LA CRISI. MA LE PERFORMANCE DEI “FINE WINES” A MEDIO E LUNGO TERMINE MANTENGONO IL LORO APPEAL. E SEMPRE PIÙ ADDETTI AI LAVORI LI VORREBBERO PRESENTI NEI PORTAFOGLI DEGLI INVESTITORI COME ORO, ARGENTO E ARTE

Italia
Il grafico del Liv Ex 50

Anche i grandi vini da investimento non sono immuni dalla crisi, e le quotazioni scendono. Ma solo nel breve periodo, perché a medio-lungo termine i “fine wine” si confermano uno dei migliori investimenti possibili in tempi di turbolenze finanziarie, sia per la bassa volatilità delle quotazioni che per i livelli del rendimento. Perché? Il Liv-ex Fine Wine 50 Index, ovvero l’indice dei migliori del “Liv-ex”, la “borsa” mondiale del vino, ha chiuso il 21 ottobre a 371,65, con un calo dello 0,20% sulla rilevazione del 13 ottobre. Un decremento che segue il -7% del mese di settembre, con l’indice giù del -3,6% da inizio 2011, ma ancora a +8,4% sul 2010.
Un balletto di cifre che dice di come niente sia a riparo dalla crisi, nell’immediato, ma anche di come siano ancora interessanti le perfomance a medio e lungo termine dei vini di pregio, tra i meno volatili dei cosiddetti “Swag” (Silver, Wine, Art, Gold), i più importanti asset class alternativi. I “fine wines”, insomma, continuano a restare uno dei migliori investimenti, tanto che aumentano gli addetti ai lavori pronti a scommettere sempre di più sulle potenzialità enoiche in borsa. Anzi, vista la situazione a dir poco di fluidità sia azionaria che obbligazionaria, l’economista inglese Joe Roseman, ex Moore Capital Management, sostiene con forza che gli investitori dovrebbero alimentare i loro portafogli con nuovi asset class “Swag”, che, negli ultimi 10 anni, hanno dato prova di una robusta redditività, con performance più interessanti delle stesse azioni. Per Roseman, il successo degli Swag può essere attribuito a molte caratteristiche comuni a questi asset alternativi: sono tutti legati ad attività tangibili, hanno un’ottima longevità (come lo stesso vino, visto che una bottiglia di Chateau Lafite, per esempio, può durare dai 50 ai 100 anni), non sono associati ad oneri debitori eccessivi, sono merci trasportabili con pochi disagi e possono essere stoccate con relativa facilità, hanno una reperibilità limitata, le loro prestazioni borsistiche sono relativamente correlate all’andamento dei mercati azionari e un default di fondi sovrani non cambierebbe nessuna delle loro principali caratteristiche.
Un investimento ideale, dunque, capace di unire basso rischio con un elevato rendimento. E l’analisi delle performance individuali degli Swag, negli ultimi 10 anni rivela che i “fine wines” hanno funzionato bene sia sul fronte del rischio d’investimento sia su quello della loro redditività. Il Liv-ex Fine Wine Investables Index ha, infatti, registrato la più bassa volatilità in assoluto, e il secondo più alto ritorno (dato di agosto 2011).
Info: www.liv-ex.com

Focus - Gli ultimi dati degli indici del Liv-ex
Gli indici del Liv-ex Fine Wine Exchange, al 30 settembre 2011, indicano tutti il segno meno. Il Liv-ex Fine Wine 100 - che segue il movimento giornaliero dei prezzi delle etichette più scambiate nel mercato del vino, i Premier Cru di Bordeaux, includendo le dieci annate più recenti (ad esclusione dei futures, attualmente 1999-2008), senza altri criteri di qualificazione applicata - vede uno spostamento verso il basso del 6,4% per finire il mese a 323 punti. L’indice è diminuito del 4,1% da inizio anno ed è cresciuto del 4,7% sul 2010.
La crescita dei prezzi dei Premier Cru sembra in fase di arresto, spingendo il Liv-ex Fine Wine 50 verso il basso con un decremento del 7% finendo il mese di settembre a 386 punti. L’indice è diminuito del 3,6% da inizio anno ed è cresciuto del 8,4% sul 2010.
L’indice Liv-ex Chip Claret, calcolato settimanalmente - che segue le oscillazioni dei punteggi dei Premier Cru di Bordeaux, cioè le “blue chips” del mondo vino, comprendendo tutti i vini che hanno totalizzato 95 punti negli ultimi 15 anni, soprattutto guardando ai giudizi di Robert Parker - ha chiuso settembre a 386 punti, con un decremento dell’8% sul mese precedente. L’indice è diminuito del 6,7% da inizio da inizio anno ed è aumentato del 3,2% sul 2010.
Il valore del Liv-ex Fine Wine Investables - che segue i vini più “investibili” sul mercato, circa 200 etichette di 24 châteaux bordolesi e che, in sostanza, riflette le performance di un portafoglio di investimento tipico, con dati a partire dal 1988 - al 30 settembre era a 334 punti. Perdendo il 4,9% su agosto e aumentando dello 0,2% nel 2011 e del 10,1% sul 2010.
Infine, il Liv-ex Fine Wine 500 - che monitora l’andamento dei prezzi nel mercato dei vini di Bordeaux, di Borgogna, Rodano, Champagne, Porto, Italia e Nuovo Mondo - che ha chiuso a 286 punti, -2,2%. Dall’inizio dell’anno, il benchmark è però aumentato dell’11,40% e, sul 2010, è salito del 19,5%.

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