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ENOLOGICA N. 32 - SOSTENIBILITÀ DEI TERRITORI, OVVERO QUANDO L’IMPRESA VINICOLA DEVE INVESTIRE OLTRE LE PROPRIE MURA: ECCO IL FUTURO DEL VINO ITALIANO. CAPRAI: “SOSTENIBILITÀ È BATTAGLIA STORICA DA FARE COME QUELLA DELLA QUALITÀ DAGLI ANNI 80 A OGGI”

Italia
Marco Caprai, leader del Sagrantino di Montefalco

Il territorio è uno dei maggiori punti di forza del vino italiano, che sulla varietà e sull’unicità dei suoi tanti territori, riflessa nei vini che li esprimono, ha costruito nel mondo il suo successo. Ma i consumatori, oggi, non chiedono solo più vini buoni e “tipici”: vogliono anche vini “sostenibili” dal punto di vista ambientale ed etico. Ecco perché anche le cantine italiane stanno cavalcando sempre più una sorta di “green revolution”, migliorando pratiche di vigna e di cantina, studiando packaging più rispettosi dell’ambiente e così via. E proprio perché è il legame tra vino, cantina e territorio a risultare vincente, anche l’investimento in “sostenibilità” di ogni impresa vinicola deve varcare i confini aziendali e andare oltre logiche commerciali: ecco il messaggio che arriva da “Enologica n. 32”, kermesse dedicata al Sagrantino di Montefalco, vino simbolo di un territorio che in sostenibilità ha investito tanto, al punto di essere più avanti, in questo senso, della media nazionale, come ha spiegato a WineNews il professor Leonardo Valenti dello Studio Agronomico Sata e docente di viticoltura dell’Università di Milano.

“Sostenibilità che è un metodo di lavoro - spiega a WineNews il produttore Marco Caprai, che al Sagrantino ha ridato lustro nel mondo - è una battaglia storica da fare come è stata quella sulla qualità dagli anni ’80 ad oggi. E se le aziende di un territorio fanno sostenibilità oltre le proprie mura, migliorano le condizioni di vita e di lavoro di una comunità locale”.

Un treno, quella della sostenibilità dei territori, che l’Italia non può perdere, spiega il segretario Generale di Symbola - Fondazione per le Qualità Italiane, Fabio Renzi: “le imprese italiane, dal quelle manifatturiere a quelle dell’agricoltura, negli anni hanno fatto proprio il concetto di produzione sostenibile dal punto di vista ambientale e sociale, sia grazie ad una più diffusa sensibilità a questi temi, sia perché leggi e mercato hanno spinto in questo senso. E le cose sono molto migliorate, ma non basta: le imprese devono capire che certi investimenti non si fermano più ai confini dell’azienda, perché in un certo senso i confini di riferimento sono quelli dell’intero territorio in cui opera, la cui salvaguardia e il cui prestigio, peraltro, fanno parte del valore stesso del prodotto. Il treno della sostenibilità l’Italia non può proprio perderlo, sia perché stiamo consumando suolo, e non ce lo possiamo permettere, sia perché tanto del nostro successo dipende dal fascino dei nostri territori. E i grandi territori del vino devo fare da guida, come stanno facendo”. Anche perché il successo del vino italiano è legato all’“Italian way of life, al made in Italy più in generale”, ricorda Michael Mondavi, alla guida di Folio Wine, tra i maggiori importatori di vino italiano in Usa. E il rispetto dei territori, sicuramente, ne è parte integrante.

Info: www.enologicamontefalco.it

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