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L’eterna sfida enoica tra Italia e Francia si gioca anche su un campo che è sempre più strategico per il settore, quello dell’enoturismo. Una voce che tocca il valore esperienziale, e quindi un “plus” da tenere conto in un’ottica di differenziazione in un mercato ormai “saturo” di proposte come quello del vino, e che è capace di “smuovere” anche le vendite di prodotto. E se il Belpaese si conferma leader europeo con una crescita continua, considerato che nel 2024 valeva 2,9 miliardi di euro contro i 2,5 del 2023 (fonte, Osservatorio Nazionale del Turismo del Vino), ma con un impatto sull’economia italiana del turismo enogastronomico, nel suo complesso, che arriva a 40,1 miliardi di euro (secondo il Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano 2024), anche Oltralpe i progressi stanno diventando significativi tanto che ad emergere è un sogno nemmeno tanto nascosto: quello di diventare la prima nazione europea dell’enoturismo togliendo, di fatto, lo scettro all’Italia.
“In realtà, credo che ci siamo quasi - ha detto il Ministro francese con delega al Turismo, oltre che produttrice di vino, Nathalie Delattre, a “Vitisphere”, e che, nei giorni scorsi, ha incontrato le aziende a Wine Paris, che si chiude, oggi, a Parigi - osservando i dati, un terzo dei visitatori stranieri che accogliamo afferma che la loro motivazione principale è quella di venire in Francia per la gastronomia e il vino francesi. Su 100 milioni di visitatori, questi sono 33 milioni. Eppure, secondo Atout France, nel 2023 erano ufficialmente solo 12 milioni i turisti del vino e dei liquori”. Una fotografia che lascia intuire tante potenzialità ancora inespresse. Dei 12 milioni di enoturisti citati dal report pubblicato da Atout France, l’agenzia di sviluppo turistico della Francia, e riferiti al 2023, spicca, infatti, la crescita del 20% sul 2016. E se la predominanza, 6,6 milioni, è francese, l’interesse sta crescendo più velocemente tra gli stranieri arrivati a quota 5,4 milioni, ma con un incremento del 29% contro il 14% dei turisti “di casa”. Inglesi, belgi e americani vanno a delineare la “top 3” degli enoturisti in arrivo dall’estero nel Paese con 10.000 cantine aperte alla visita.
Atout France sottolinea che “l’enoturismo sta conoscendo una crescita notevole perché pienamente in linea con le aspirazioni dei viaggiatori attuali alla ricerca di esperienze autentiche. Promuovendo il contatto con i produttori e la scoperta del know-how locale, consente un’immersione unica attraverso degustazioni, laboratori e soggiorni nei vigneti”. Inoltre, con le oltre “10.000 cantine aperte ai visitatori, la pratica risponde anche alle sfide del turismo lento e sostenibile” e, valorizzando aree anche distanti dai grandi centri turistici, “contribuisce a una migliore distribuzione dei flussi e alla preservazione dei paesaggi vitivinicoli, sostenendo al tempo stesso l’economia locale in una stagione che va da maggio a ottobre”. La stima per le singole regioni vedono la Novelle Aquitanie in testa con 2,5 milioni di visitatori (ma si parla di cifra sottostimata), davanti a Occitanie e Provence-Alpes-Côte d’Azur (2,3 milioni), Grand Est (2 milioni) e Bourgogne-Franche-Comté (1 milione).
L’enoturismo, in generale, si sviluppa principalmente nelle cantine e maison (82%, pari a 10 milioni di enoturisti) a cui vanno aggiunte le cantine cooperative (12%, 1,41 milioni di enoturisti). La crescita è dimostrata anche dalle 75 destinazioni “Vignobles & Découvertes” (+12% dal 2016), marchio creato nel 2009 e assegnato ad una destinazione a vocazione turistica ed enologica che offre una molteplice gamma di prodotti turistici consentendo al visitatore di facilitare l’organizzazione del proprio soggiorno e di guidarlo verso servizi qualificati. Tra i fattori che favoriscono lo sviluppo dell’enoturismo, oltre a quei vigneti patrimonio Unesco unici al mondo, dalla Borgogna allo Champagne, dalla Valle della Loira fino a Saint-Émilion, ma anche luoghi iconici come la Cité du Vin a Bordeaux e le Cités des Climats e Vins de Bourgogne, ci sono le esperienze emozionali da vivere in cantina e nei vigneti.
E la sfida continua, la Francia vuole crescere ancora: “ho chiesto - dice ancora Nathalie Delattre - al Consiglio superiore per l’enoturismo di fornirci una nuova ambiziosa tabella di marcia per andare oltre. Siamo nel pieno dell’era dell’intelligenza artificiale, sappiamo che attraverso la gestione dei flussi, l’elaborazione delle app e l’intelligenza artificiale, è possibile rendere più accessibili e visibili le offerte di molti viticoltori con un investimento sostenibile”.
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