Entrare nei capitali delle società di grande distribuzione, in Italia e all’estero, o anche in quelli degli importatori e dei distributori nei mercati più importanti, magari creando un fondo di investimento “istituzionale”, gestito, per esempio, da Ismea, con finanziamenti regionali e delle imprese, per garantire maggiore attenzione al vino italiano in questi fondamentali canali distributivi. Alla vigilia di Vinitaly, a lanciare la provocazione è Marco Caprai, l’imprenditore che ha rilanciato il Sagrantino di Montefalco nel mondo. Il concetto è semplice: l’Italia del food e del vino, soprattutto all’estero, non ha catene di distribuzione italiane, e alcune delle risorse per la promozione, pubbliche e private, spesso polverizzate in mille rivoli, si potrebbero mettere insieme per un progetto di lungo termine molto concreto ...
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