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Far invecchiare il vino in delle grotte paleolitiche a 80 metri sotto il suolo. Questa è l’ultima trovata di una maison francese, Domaine Notre-Dame-de-Cousignac, che ha “stipato” nelle grotte di Saint-Marcel d’Ardèche 1.500 bottiglie

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Il vino invecchiato nelle grotte paleolitiche di Saint - Marcel d’Ardèche

Far invecchiare il vino in delle grotte paleolitiche a 80 metri sotto il suolo. Ecco l’ultima trovata della maison francese, Domaine Notre-Dame-de-Cousignac, del gruppo Ogier, che ha “stipato” nelle grotte di Saint-Marcel d’Ardèche, nel sud della Francia, 1.500 bottiglie di vini del sud del Rodano e l’equivalente di 36 ettolitri di vino in botti di rovere.

La temperatura costante di 14 gradi, un livello di umidità si avvicina all’88% e una totale assenza di luce rende “il luogo ideale per la conservazione del vino - dice Raphaël Pommier di Domaine Notre-Dame-de-Cousignac - speriamo anche che le grotte di argilla e calcare mettano in risalto la mineralità del vino, visto che tutti i minerali che si trovano nella grotta si trovano anche nel nostro suolo e nella nostra uva. Ci auguriamo che il vino sia in grado di catturare gli elementi della grotta. Anche se questa speranza non è avvalorata da nessuna nozione scientifica, sognare non costa niente”.

Non è il primo esperimento del genere che viene fatto in Francia: ci avevano già provato i produttori di Château Laffitte-Teston. L’esperimento provò che i vini invecchiati nelle grotte avevano un gusto più rotondo e morbido rispetto ai vini invecchiati in cantina.

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