Il mondo del vino catalizza ormai da anni le attenzioni di collezionisti ed investitori, grazie a bottiglie che, spesso e volentieri, valgono come opere d’arte. Un mercato del genere, però, attrae anche i re della truffa, dai falsari più raffinati ai truffatori più spudorati. Come Joshua Krummenoehl, fondatore della “WineGavel”, piccola casa d’aste californiana specializzata in fine wines, che non si è neanche preso la briga di imbastire un piano geniale, ma si è “accontentato” di convincere collezionisti più o meno consapevoli, a lasciargli vendere le proprie bottiglie, intascando il ricavato. L’accusa di appropriazione indebita, che è costata a Krummenoehl l’estradizione in Napa Valley, dove dal 28 agosto si terrà il processo, riguarda 12 casi diversi, che hanno fruttato al fondatore della “WineGavel” (oggi praticamente liquidata, il sito web è offline e le linee telefoniche staccate, ndr) qualcosa come 500.000 dollari che, ovviamente, sarebbero dovuti andare, in buona parte, ai vecchi proprietari delle bottiglie vendute. Secondo gli investigatori, come si legge sulla versione online di “Wine Spectator” (www.winespectator.com), Krummenoehl avrebbe pianificato tutto per cercare di rientrare dall’enorme debito che asfissiava l’azienda già nel 2011, a due anni dall’apertura, e che ammontava a poco più di 600.000 dollari.
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