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ECONOMIA ENOICA

Fine wine, prima metà del 2024 in “profondo rosso” per gli investimenti in vini da collezione

In netto calo gli indici del Liv-Ex. Meno peggio degli altri l’Italy 100 (-2,1%). Solaia (Antinori) e Masseto (Frescobaldi) i più performanti
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Solaia e Masseto, i vini italiani più performanti in un 2024 in negativo per i fine wine

Continuano a precipitare in basso, senza soluzione di continuità, gli indici che monitorano il mercato del collezionismo dei fine wine, sempre più in difficoltà dopo anni di crescita tumultuosa. Con nessun “territorio” che fa eccezione, da Bordeaux alla Borgogna, dalla Champagne all’Italia. I dati sui primi 6 mesi 2024 registrati dal Liv-Ex vedono tutti gli indici in netto calo nella prima metà dell’anno. Il Liv-Ex 100, indice principale della piattaforma (di cui fanno parte, per l’Italia, il Barolo 2019 di Bartolo Mascarello, il Barolo Falletto Vigna le Rocche Riserva 2017 di Bruno Giacosa, il Barbaresco 2019 di Gaja, il Barolo Monfortino Riserva 2014 e 2015 di Giacomo Conterno, il Brunello di Montalcino Riserva 2016 di Biondi-Santi, il Massetto 2019 e 2020 e l’Ornellaia 2020 di Frescobaldi, il Sassicaia 2018, 2019 e 2020 della Tenuta San Guido, il Solaia 2019 ed il Tignanello 2019 e 2020 di Antinori, ed il Redigaffi 2020 di Tua Rita, ndr), perde il -3,4%.
Pochissimi i vini dell’indice in crescita, con un buon numero di etichette tricolore nella “top 15”, ovvero il Masseto 2019 a +5,6%, il Barolo Falletto Vigna Le Rocche 2017 di Bruno Giacosa a +3,8%, i Tignanello 2019 e 2020, rispettivamente a +3,1% e +3,8%, il Masseto 2020 a +3%, così come il Sassicaia 2018 della Tenuta San Guido. Fa ancora peggio il Liv-Ex 1000, indice più ampio della “borsa londinese del vino”, a -6,3% da inizio anno, trainato in basso dalle performance dei Burgundy 150 (-9,7%), Champagne 50 (-6,6%), Bordeaux 500 (-4,8%) e così via.
Continua a fare un po’ meno peggio della media l’Italy 100 - formato dal Barolo di Bartolo Mascarello, con tutte le annate dalla 2010 alla 2019, dal Barolo Falletto Le Rocche del Falletto Riserva di Bruno Giacosa (2000, 2001, 2004, 2007, 2008, 2011, 2012, 2014, 2016 e 2017), dal Flaccianello della Pieve di Fontodi (annate dalla 2011 alla 2020), il Barbaresco di Gaja (dalla 2010 alla 2019), dal Barolo Monfortino Riserva di Giacomo Conterno (2001, 2002, 2004, 2005, 2006, 2008, 2010, 2013, 2014 e 2015), e ancora da tutte le annate dalla 2011 alla 2010 di Masseto, Ornellaia, Sassicaia, Solaia e Tignanello, che ferma il suo calo nel 2024 a -2,1% in 6 mesi. Con i top performer che sono il Solaia 2013 (+15,6%), il Masseto 2015 (+12,6%) e 2018 (+9,7%), il Barolo Le Rocche del Falletto di Serralunga d’Alba Riserva 2004 di Bruno Giacosa a +9,6%, e ancora il Solaia 2020 a +9,5%. Ma all’orizzonte, in generale, non si vedono segnali di una inversione di tendenza in positivo, almeno nel breve-medio termine per chi investe in fine wine.

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