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FINO AL 2012 DIVIETO DI IMPIANTO DI VIGNETI A SAGRANTINO PER CONTRASTARE LA CRISI. ECCO LA DECISIONE DELLA GIUNTA REGIONALE UMBRA. MARCO CAPRAI, LEADER DEL SAGRANTINO DI MONTEFALCO: UNA SERIE DI ERRORI STRATEGICI DELLA POLITICA DELL’UMBRIA

C’è troppo Sagrantino invenduto nelle cantine ed il prezzo delle uve negli ultimi anni è crollato per cui la giunta regionale, accogliendo la richiesta del consorzio dei produttori, alla luce della crisi di mercato, accentuata dalla recente recessione economica, ha deciso di prorogare fino al 2012 il divieto di trasferire i diritti di reimpianto e/o impiantare nuovi vigneti di Sagrantino. Divieto che era già in atto e che sarebbe dovuto scadere quest’anno, ma che, invece, rimarrà in vigore, se la situazione non cambierà, fino alla fine della campagna viticola 2011-2012.
La crisi del Sagrantino ha provocato un accumulo di giacenze nei magazzini dei produttori, con conseguenti problemi di bilancio e finanziari, indotti dalla riduzione dei flussi di cassa e dalla difficoltà di stoccaggio. Si è assistito ad una impressionante riduzione del prezzo delle uve, calato dagli oltre 250 euro al quintale del 2002 agli attuali 60-70 euro al quintale.
La produzione di Sagrantino, secondo i dati del Consorzio dei produttori, è passata dai 5.122 ettolitri del 2002 ai 18.979 del 2006 (che, in bottiglie immesse sul mercato, vuol dire un aumento da 682.000 a 2.500.000), mentre il principale mercato di riferimento è rimasto quello regionale,dove viene ancora venduto il 60% del vino prodotto.

L’intervento - Sagrantino in crisi? Marco Caprai, alla guida dell’azienda leader del Sagrantino di Montefalco, non ha concorso soltanto l'attuale situazione economica, ma una serie di errori strategici della politica umbra
Innanzitutto dispiace aver visto in anticipo e denunciato i rischi della speculazione a Montefalco. “La delibera della Giunta Regionale conferma ancora di più la scellerata visione politico-amministrativa regionale - spiega Marco Caprai, alla guida dell’azienda che ha portato il Sagrantino al successo mondiale - che ha accompagnato la gestione di un sorprendente successo imprenditoriale, di cui si voleva distribuire il raccolto senza aver partecipato alla semina. Altri fattori come, evidentemente, l'attuale crisi economica mondiale - continua Caprai - hanno concorso a questa situazione di emergenza, ma la quintuplicazione degli impianti dei vigneti a Sagrantino, avvenuta dal 2000 al 2005, ed ancora non arrestata con decisione, pone pesanti interrogativi su 150 milioni di euro investiti per costruire un clamoroso aumento di capacità produttiva senza pensare al mercato e, per di più, liquidando preziosi strumenti di promozione come il Centro Agro Alimentare, dopo averlo occupato politicamente negli anni ‘90, quando l'istituzione supportava con successo il “fenomeno” Sagrantino, con una azione di promozione e comunicazione strategica. Spero - conclude Caprai - che si accompagni questa tardiva misura con adeguate politiche di sostegno che affrontino il tema della piramide qualitativa dalla Doc Umbia al Montefalco Rosso, per arrivare alla sua sommità con il Sagrantino e che la commercializzazione di questo vino sia adeguatamente supportata da politiche di inventivazione verso quei produttori illusi dalla chimera che si potessero ottenere facili ricavi senza sacrifici trentennali e un duro lavoro di costruzione dei mercati internazionali”.

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