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A MILANO, IL 29 GENNAIO

Fondazione Cotarella e “Identità Golose” insieme sui disturbi alimentari e con “Golosi di Identità”

Dominga Cotarella: “il mondo dell’enogastronomia deve fare di più per aiutare gli altri”. Paolo Marchi: “la cucina non è solo mangiare e godersela”

“Parlare di vino e formazione richiama una responsabilità imprenditoriale, ma affrontare il tema dei disturbi alimentari significa entrare in un mondo complesso, che richiede uno sforzo ulteriore di umiltà, di pazienza, di delicatezza, di fare squadra, di abbracciare, di sentirsi famiglia. Il concetto della famiglia per me e le mie sorelle è importante. Come spesso raccontiamo, tutto nasce dall’esigenza e dalla volontà di voler reinterpretare ciò che abbiamo avuto la fortuna di ereditare e trasformarla in qualcosa di diverso. Il vino e le vigne sono l’humus della nostra vita, ma non sono il fine ultimo, bensì lo strumento per fare altro. Credo che il mondo dell’enogastronomia debba fare qualcosa di più per aiutare gli altri, così come sta cercando di fare Fondazione Cotarella”. Lo ha detto Dominga Cotarella, presidente di Fondazione Cotarella, nei giorni scorsi nella sede di “Identità Golose” a Milano, nella presentazione di “Golosi di Identità”, un nuovo appuntamento ideato dalla Fondazione Cotarella il 29 gennaio ad “Identità Golose”, il Congresso Internazionale di Cucina d’Autore a Milano al Mi.Co., dove si parlerà di territorio, salute, formazione e disturbi alimentari, affrontati anche in una conferenza promossa per l’occasione.
Una conferenza che è stata un viaggio a più voci, un percorso che ha offerto molti spunti su cui riflettere. “Oggi vogliamo battezzare una serie di prime volte - ha detto Claudio Ceroni, founder, insieme a Paolo Marchi, di “Identità Golose” - prima di tutto è la prima volta che facciamo una conferenza stampa per presentare una sezione, sviluppata insieme a Fondazione Cotarella, all’interno di “Identità Golose”. È la prima volta che occuperemo uno spazio nuovo, una piccola arena allestita nella parte del foyer per poter ospitare una serie di talk il cui momento clou sarà il 29 gennaio con gli interventi dedicati alla Fondazione. È anche la prima volta che lavoriamo con Famiglia Cotarella su un progetto così importante, ricco di contenuti, articolazioni e personaggi molto interessanti. Infine il tema di “Identità” 2023 è la “Rivoluzione”, un tema che non ha la pretesa di mettere la parola fine ai progetti complessi che stanno avvenendo nella gastronomia italiana e mondiale, ma che piuttosto vogliono portare alla ribalta i notevoli cambiamenti in corso”. “Venti anni fa ci fu una rivoluzione volontaria della cucina, oggi invece la rivoluzione dobbiamo farla perché siamo costretti dalle circostanze, dalla pandemia e dalla guerra e questo è un concetto completamente diverso. Quello che andremo a fare durante “Golosi di Identità” è molto importante, perché la cucina non è solo mangiare e godersela” ha ribadito Marchi.
Nell’aprire i lavori della Conferenza, Cinzia Benzi, giornalista e collaboratrice di “Identità Golose”, ha ricordato che il coinvolgimento di Fondazione era stato annunciato nel Congresso 2022. Ma oggi tutto questo si è evoluto, come ha spiegato Dominga Cotarella, ideatrice del progetto Fondazione Cotarella con Marta ed Enrica Cotarella, nato nel 2021 e che in questo anno e mezzo ha messe a punto idee e programmi che promuovono un’alimentazione equilibrata a partire dall’infanzia e contribuiscono a portare avanti studi e ricerche scientifiche nel campo dell’agroalimentare con progetti di sviluppo del territorio, modelli innovativi finalizzati alla valorizzazione delle aree rurali e alla realizzazione di villaggi intelligenti, progetti di riabilitazione e di cura. “La nostra non è una struttura sanitaria: abbiamo iniziato a collaborare con centri di ricerca e di cura tra i più importanti in Italia, come il San Raffaele, e questo ci rassicura e ci dà credibilità. La Fondazione lavorerà affinché i giovani che trascorreranno un periodo presso le residenze, nella Fattoria, a contatto con le vigne, nelle meravigliose colline dell’Umbria, possano trovare il proprio equilibrio. Il nostro sogno è che il nemico di un tempo, il cibo, possa rappresentare una nuova prospettiva, una nuova identità, e che tanti giovani possano diventare un giorno chef, maitre, giornalisti enogastronomici, esperti di cultura e di turismo. Oggi è il tempo del fare, fare insieme, fare veloci per aiutare chi è “goloso di identità”, e a quel punto la rivoluzione sarà servita”.
“Le identità sono fragilità e unicità che vanno riconosciute, difese, protette - ha ribadito Ruggero Parrotto, direttore di Fondazione Cotarella - tutti noi abbiamo fatto l’esperienza di quello che accade nel mondo della Sanità e abbiamo ben chiara la differenza tra curare e prendersi cura: ci sono medici molto bravi tecnicamente, ma che non riescono ad ispirare fiducia e sicurezza; altri, invece, sono capaci di andare oltre, entrano in empatia, non ti fanno sentire a disagio. Nei nostri percorsi, dedicheremo molta attenzione all’importanza e alla consapevolezza di sentirsi, accolti, ascoltati, accettati. Per questo, uno degli appuntamenti più importanti del Congresso è intitolato “La Scienza a Tavola”, e per questo, come Fondazione, vogliamo lavorare affinché una maggiore armonia tra la scuola, le famiglie, la sanità, crei le condizioni per fare in modo che il divieto o l’obbligo di mangiare, diventino una scelta, e favorisca nei giovani la riscoperta della propria vocazione e della propria identità”.
Concetto ribadito da Umberto Capitanio, specialista urologo all’Istituto Scientifico San Raffaele di Milano, per cui “solo la ricerca scientifica può fornirci soluzioni sempre più dettagliate. Il San Raffaele sta facendo una ricerca sui danni e benefici di alcuni alimenti (tra cui il vino) e Famiglia Cotarella è l’unica azienda del settore che ha aderito al progetto di ricerca. L’alimentazione è una parte importante della nostra vita e ci siamo chiesti perché dare restrizioni alimentari ai malati. Da qui è nato uno studio, che ci permetterà di avere dati scientifici oggettivi sull’utilizzo di controllate quantità di vino del post operatorio nei pazienti ricoverati da noi. Questo per non fare sentire il paziente troppo malato e fare apprezzare la cura che va oltre i medicinali”.
Testimonial di chi è stato malato disturbi alimentari e si può guarire è Martina Domenicali, content creator e attivista per la salute mentale: “ho voluto fare un racconto di speranza attraverso i social media. I social sono stati uno strumento importante perché mi hanno permesso di raccontare la mia storia. Ho sofferto di disturbi alimentari durante l’adolescenza e fortunatamente sono guarita e mi sono data l’obiettivo di aiutare i giovani in prima linea e in prima persona. I media sono un megafono per diffondere informazioni e i social possono essere usati per lanciare un messaggio importante di speranza. Quando ho conosciuto Dominga ho capito che la rivoluzione poteva avvenire perché c’era un’altra voce e generazione che poteva aiutare i giovani perché noi ne parliamo dal basso, ma quello con cui ci scontriamo è parlarne alle nostre famiglie e fare capire cosa significa effettivamente soffrire di disturbi alimentari. Il cibo anche nell’ambito di questi disturbi è il fine, non il mezzo, è il sintomo, lo strumento con cui cerchiamo di controllare un disagio. Il disturbo alimentare è una forma di depressione moderna e il cibo è il mezzo con cui controlliamo il disagio”.
Tra le attività che Fondazione Cotarella sta portando avanti ci sono i “Laboratori di cucina”, nati in collaborazione con l’associazione Animenta, che vedono come protagonisti ragazzi che hanno oramai superato la malattia o che sono ancora in cura. “Sono qui per dare la mia testimonianza diretta di quello che è successo dalla prima volta che io e Dominga ne abbiamo parlato - ha affermato Paolo Vizzari, narratore gastronomico - ma sono anche testimone del mio terrore a riguardo perché sono stato un adolescente obeso e so cosa significhi lottare ogni giorno con il proprio peso. In questo anno Dominga ha conquistato la mia fiducia poco alla volta e, anche grazie al mio vissuto, abbiamo cominciato ad approcciare la gastronomia in modo utile. Insieme ad Aurora Caporossi, fondatrice di Animenta, abbiamo avviato i primi laboratori con alcuni chef per fare recuperare il senso di meraviglia attorno al cibo. La mia più grande sorpresa è stato l’incontro tra due anime, lo chef e la persona malata, che interagiscono e si scambiano le proprie esperienze: si è creato un gioco di squadra dove entrambi giocano in una nazionale che ha un nemico comune, la malattia”.
Emozioni confermate dal racconto di Alessandro Negrini e Fabio Pisani, chef del ristorante stellato Il Luogo di Aimo e Nadia a Milano, dove a settembre 2022 c’è stato uno dei laboratori: “quando Paolo mi ha raccontato questa cosa dei laboratori dove i ragazzi avrebbero dovuto riavvicinarsi di nuovo al cibo ho subito pensato a quello che Fabio faceva nell’orto con suo nonno: la salsa di pomodoro. Abbiamo pensato che era il modo migliore per coinvolgere le persone e farle innamorare di quello che stanno facendo. Può sembrare banale come scelta, ma tutto il rito della raccolta, la bollitura, il tempo che scorre e la salsa cuoce ha qualcosa di magico. Per noi sono fondamentali la conoscenza del prodotto e la tecnica, che va spiegata. Questo progetto è stata un’emozione straordinaria per creare una consapevolezza nuova e poterne fare, in futuro, materia di didattica nelle scuole con lezioni sull’alimentazione e ricreare così un rapporto con il cibo sano e divertente”.
Del resto, guardando ai numeri, ha concluso Dominga Cotarella, “in questo momento ci sono oltre 3.000.000 di persone che soffrono di disturbi alimentari. Purtroppo durante la pandemia la situazione si è ulteriormente aggravata con un 30% in più di nuovi casi, si è abbassato l’età alla fascia pre adolescenziale (8-12 anni) , si sono manifestati esordi tardivi di chi non è più giovanissimo e alzato la percentuale di soggetti maschili (+20%). Per questo noi pensiamo che sia fondamentale il fare e sosteniamo in prima persona il valore terapeutico dell’esperienza gastronomica. Fondazione si occupa dei disturbi del comportamento alimentare, ma dà voce ai territori, in primis l’Umbria, dove siamo nate, una Regione che porteremo al Congresso raccontandone la bellezza e l’economia, per una crescita progressiva e innovativa viste da un altro punto di vista. Inoltre il 2 marzo abbiamo organizzato, al ristorante di “Identità Golose” a Milano, una cena di beneficenza con gli chef Andrea Aprea, i fratelli Cerea e Guido Paternollo, una raccolta fondi il cui ricavato sarà interamente destinato ai progetti di riabilitazione che mirano alla prevenzione e alla conoscenza dei disturbi del comportamento alimentare con l’obiettivo di creare consapevolezza, cultura e intrecci di valore tra persone ma anche sviluppo del territorio finalizzati alla rivalorizzazione delle aree rurali”.

Focus - “Golosi di identità” a “Identità Golose” a Milano, il 29 gennaio
A “Golosi di identità”, nella prima sessione, si parlerà de “Le Identità dei Territori. Il sogno nasce dalla terra”, con Roberto Morroni, assessore alle Politiche Agricole e Agroalimentari ed alla Tutela e Valorizzazione Ambientale Regione Umbria, Francesca Caproni, dottore commercialista e direttore del Gal Trasimeno-Orvietano, Gianluca Polegri, direttore della divisione Digital Experience del Gruppo Engineering, Carmelo Troccoli, executive director Campagna Amica Foundation Italian Farmer’s Markets Association, Olga Urbani, presidente Gruppo Urbani Tratufi, il tenore e attore italiano Gianluca Terranova, e lo chef Ciro Scamardella del ristorante Pipero di Roma, moderati dal giornalista Bruno Vespa.
La seconda sessione affronterà, invece, il tema de “La Scienza a tavola”, con Riccardo Cotarella, presidente nazionale ed internazionale degli enologi, Bruno Vespa, Luigi Nicolais, professore emerito dell’Università di Napoli “Federico II” e presidente Materias, Silvio Barbero, vicepresidente dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, Nicola Di Noia, docente di “Scienze e tecnologie alimentari” all’Università degli Studi di Tor Vergata e dg Unaprol, Umberto Capitanio, specialista urologo all’Istituto Scientifico San Raffaele di Milano, e lo chef Giancarlo Perbellini (Casa Perbellini, Verona e Ristorante Trussardi by Giancarlo Perbellini, Milano), moderati da Ruggero Parrotto, direttore della Fondazione Cotarella.
La terza sessione sarà dedicata al “San Pellegrino - Forum Young Chef”, mentre la quarta sessione avrà al centro “La magia dell’ospitalità”, con Martino de Rosa, ceo atCarmen, Roberto Calugi, dg Fipe-Federazione Italiana Pubblici Esercizi - Confcommercio, Antonio Barreca, dg Federturismo Confindustria, Elena Alberti, managing director e cfo della Penske Automotive Italy, Andrea Delfini di Nero LifeStyle, Valeria Raimondi, direttore e responsabile Fine Dining Lovers, Joxe Mari Aizega, direttore Basque Culinary Center, e Marta Cotarella, direttrice e cofounder Accademia Intrecci, moderati dal giornalista Federico De Cesare Viola.
La quinta sessione, infine, sarà “Alimentarsi di vita. La forza della fragilità”, con Anna Ogliari, professore associato di Psicologia Clinica dell’Università Vita-Salute San Raffaele, Laura Dalla Ragione, psichiatra e psicoterapeuta, fondatrice della Rete per i Disturbi del Comportamento Alimentare della Usl 1 Umbria, Aurora Caporossi, founder & presidente dell’Associazione Animenta e “100 Forbes Under 30”, Margherita Viccardi, membro del direttivo dell’Associazione Mi Nutro di Vita e autrice del libro “Vivere accanto”, Ruggero Parrotto, dg Fondazione Cotarella, docente della Business School 24 Ore, presidente dell’Associazione di Promozione Sociale iKairos e di AssoMentoring, gli chef Alessandro Negrini e Fabio Pisani de Il Luogo di Aimo e Nadia di Milano, e Tomaso Trussardi di Slow food Fast cars, moderati da Paolo Vizzari
Ma a “Identità Golose” (programma in fase di definizione, ndr), il 28 gennaio ci saranno anche il pluripremiato sommelier Luca Gardini che guiderà la degustazione dei vini iconici di Famiglia Cotarella, con l’enologo Pier Paolo Chiasso, nelle sue tre Regioni di appartenenza: Brunello Le Macioche 2018 (Toscana), Marciliano 2018 (Umbria), Montiano 2019 (Lazio), e Sandro Camilli, dall’Umbria alla presidenza nazionale Ais-Associazione Italiana Sommelier. Il 29 gennaio, grazie ad Engineering si entrerà nel metaverso di Famiglia Cotarella e di Orvieto, con il sindaco Roberta Tardani, si parlerà di formazione e materie prime i un viaggio nel mondo dell’olio extravergine di oliva con Nicola Di Noia di Evo School, e di educazione enogastronomica con Intrecci, l’Accademia di Alta formazione di Sala, la prima scuola in Europa esclusivamente dedicata all’arte dell’accoglienza ristorativa con formula residenziale voluta da Dominga, Marta ed Enrica Cotarella, Belmond, lo chef Davide Oldani con l’Istituto Alberghiero di Cornaredo, i maître e sommelier presenti ad “Identità Golose”. Il 30 gennaio spazio, invece, alla “World Farmers Market Coalition: dalla consegna a domicilio ai coworking, un’alleanza mondiale di cui fa parte anche l’Italia pensa a come valorizzare la spesa dal contadino nei farmers market” con l’esperienza di Campagna Amica dalla voce del presidente Carmelo Troccoli”, e all’alimentazione sociale con l’esperienza de Il Tortellante e/o di Juppiter.

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