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FONTE ANSA - BRUNELLO & UNIONE ITALIANA VINI, L’ORGANIZZAZIONE DELLE IMPRESE DEL VINO: “NON C’E’ METODO DI RICERCA IN GRADO DI DIMOSTRARE CON ANALISI CHIMICA SUL PRODOTTO FINITO L’EVENTUALE IMPIEGO DI UVE DIVERSE DA QUELLE PREVISTE NEL DISCIPLINARE”

Non esistono “allo stato attuale, metodi di ricerca in grado di dimostrare con un’analisi chimica sul prodotto finito l’eventuale impiego di uve diverse da quelle previste nel disciplinare”. Lo comunica, in una nota stampa, Andrea Sartori, presidente dell’Unione Italiana Vini, che interviene sul caso Brunello di Montalcino e su quello che lui definisce “un linciaggio mediatico”.

Una convinzione che sarebbe confortata “anche dalle conclusioni - prosegue la nota -cui è giunto il Ministero delle Politiche Agricole, che ha istituito un apposito comitato di esperti proprio per elaborare metodi affidabili di verifica”.

Sartori ricorda, inoltre, come talvolta sono “sufficienti le indiscrezioni sulla consulenza della Procura di Siena”, per altro “coperta da segreto, perché la stampa affermi dimostrato l’impiego di uve diverse da quelle previste dal disciplinare”.

“In un clima assolutamente non sereno - conclude la nota - l’Unione Italiana Vini, che ovviamente non conosce il contenuto della consulenza del pubblico ministero”, spiega la propria convinzione, basata sulla sua “esperienza scientifica, condivisa da istituti prestigiosi, quale quello di San Michele all’Adige”, e sul fatto che “i laboratori dell’Unione Italiana Vini analizzano ogni anno più di 50.000 campioni” per garantire il consumatore collaborando “con le più accreditate istituzioni scientifiche, nazionali e internazionali, per il continuo aggiornamento delle tecniche di indagine”.

I laboratori dell’Unione Italiana Vini e di San Michele all’Adige, per la verità e stando a quanto risulta anche a WineNews, sono stati chiamati come esperti e periti di parte dalle cantine di Montalcino sotto indagine.

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