Sa la sostenibilità è un must da tempo nel mondo del vino, da qualche anno è tornato al centro della ricerca il tema del suolo, inteso anche come ecosistema vitale, e fondamentale per la vite e le sue radici, la cui salute è misurabile anche attraverso l’analisi della biodiversità della fauna che lo abita. Ambito di studio, tra gli altri, sul quale ha investito il territorio della Franciacorta, che oggi è la denominazione con la percentuale più alta di vigneti in biologico, visto che due ettari su tre sono in regime bio. Ebbene, delle indagini iniziate già nel 2014 con la collaborazione di Sata Studio Agronomico, Università di Milano e Università di Brescia (presentati in un congresso organizzato dal Consorzio, guidato da Silvano Brescianini, con gli esperti dell’ateneo bresciano Gianni Gilioli, Anna Simonetto e Isabella Ghiglieno, sul tema della biodiversità funzionale nei suoli), che ha coinvolto 100 campioni da 100 vigneti diversi rappresentativi del territorio franciacortino (che comprende un’area di 2.615 ettari con 117 cantine), sono stati identificati 19 gruppi di artropodi presenti nelle diverse aree vitate della Franciacorta, e sono state definiti anche le loro relazioni di compresenza (tendenza a presentarsi spesso insieme e in contesti simili). È emerso che sostanza organica, umidità, temperatura e pH del suolo hanno un’influenza importante sul comportamento dei diversi gruppi e che la gestione biologica ha un impatto fortemente positivo sullo sviluppo di questi organismi. Ma non solo: i livelli maggiori di diversità degli antropodi sono stati osservati a fronte di periodi più prolungati di adozione della gestione biologica del vigneto. Un aspetto importante, perchè tra i diversi organismi che vivono nel suolo, gli artropodi rappresentano una componente importante della biodiversità e vengono considerati come dei buoni indicatori di qualità del suolo poiché risultano sensibili alle variazioni di condizioni chimico - fisiche del terreno e alle pratiche di gestione svolte dall’uomo.
Comprendere queste dinamiche permette di intraprendere azioni meno impattanti per conseguire la difesa da alcuni patogeni, ma contemporaneamente mette in rilievo per le aziende, l’importanza di una visione rispettosa dell’equilibrio ecologico e del suo valore agrario ed ambientale. Ancora, sottolinea il Consorzio della Franciacorta, la crescita delle superfici coltivate secondo il metodo biologico in Franciacorta è frutto di un incremento della sensibilità delle singole aziende sempre più consapevoli che per qualità delle produzioni non si può più intendere solo la qualità organolettica del vino, ma si deve dare un significato più ampio, includendo anche il rispetto degli elementi preziosi per la vita, acqua, aria, terra, che dovremo lasciare alle future generazioni il più inalterati possibile. E il Consorzio della Franciacorta, con alcune sue attività e progetti, ha contribuito in questi anni, ad aumentare questa sensibilità, dimostrandosi all’avanguardia nella ricerca scientifica in campo vitivinicolo.
Copyright © 2000/2024
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024