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“FRIULANO & FRIENDS’” 2012 - LE AZIENDE FRIULANE CHE PRODUCONO I MIGLIORI SAUVIGNON, FRIULANO E PINOT GRIGIO? VENICA, TOROS E LIS NERIS. ECCO IL TOP DELL’ENOLOGIA MADE IN FRIÛL-VIGNESIE JULIE, BY ERSA FRIULI

Italia
La giuria mentre degusta i migliori Friulano 2011

San Daniele incorona i migliori vini friulani: il premio “Friulano & Friends” 2012 va, per il secondo anno consecutivo, all’azienda Toros di Cormòns, con il suo Collio Friulano 2011, alla griffe Venica, con il suo Collio Sauvignon Ronco delle Mele 2011, e al Pinot Grigio Gris 2010 di Lis Neris. Ecco il verdetto della giuria di esperti e degustatori del premio “Friulano & Friends” 2012.
Molti più “friends” per il Friulano, dunque, il re dei vini del Friuli Venezia Giulia si consacra come il perno centrale dell’enologia dell’estremo nord est d’Italia, ma intorno a lui si affiancano vitigni come il Sauvignon e il Pinot Grigio, già storici protagonisti della produzione enoica friulana, in grado oggi di esprimersi a livelli di assoluta eccellenza, ponendosi in diretta concorrenza con la migliore produzione transalpina. È questo il messaggio che esce da “Friulano & Friends”, kermesse enogastronomica promossa da Ersa - Agenzia Regionale per lo Sviluppo rurale - di scena, oggi e domani, a San Daniele del Friuli (info: www.ersa.fvg.it).
È stato un lungo percorso quello organizzato dall’Ersa - Agenzia Regionale per lo Sviluppo rurale: all’inizio erano oltre 450 fra Friulano, Pinot grigio e Sauvignon poi ridotti dalla Commissione degli enti organizzatori a 55 (25 Friulano, 15 Pinot Grigio e 15 Sauvignon). Al responso finale si è arrivati attraverso una degustazione, rigorosamente alla cieca, cui hanno partecipato 14 giornalisti del settore, italiani e stranieri: da “Doctor wine” Daniele Cernilli a Steffen Maus (Weinwelt), da Richard Baudains (Decanter) a Gioacchino Bonsignore (Tg5 “Gusto”) a Franco Pallini (WineNews). Livello qualitativo, in generale, molto alto, da cui, però, ad emergere, oltre ai vincitori, è stato un vero e proprio tuffo in uno dei territori più affascinanti dell’Italia enoica, caratterizzato da una produzione di alto artigianato enologico.

Focus - I “Friulano” in finale
Aquila del Torre - Friulano At 2011
Borgo San Daniele - Friulano 2010
Di Lenardo - Friulano Toh! 2011
Le Vigne di Zamò - Friulano Vigne Cinquant’anni 2010
Lis Fadis - Friulano Sbilf 2010
Lis Neris - Friulano La Vila 2010
Magnàs - Friulano 2011
Marco Felluga - Friulano 2009
Mario Schiopetto - Friulano 2010
Poggiobello - Friulano 2011
Russiz Superiore - Friulano 2011
Scarbolo Sergio - Friulano 2011
Sgubin Renzo - Friulano 2011
Skok Edi - Friulano Zabura 2011
Specogna - Friulano 2011
Talis Wines - Friulano Talis 2010
Tenuta di Angoris - Friulano 2011
Tenuta Luisa - Friulano 2011
Tercic Matijaz - Friulano 2009
Toros - Friulano 2011
Torre Rosazza - Friulano 2011
Venica & Venica - Friulano Ronco delle Cime 2011
Vie di Romans - Friulano Dolèe 2010
Vigneti Pittaro - Friulano Ronco Vieri 2010
Vosca - Friulano 2011

Focus - I Pinot Grigio in finale
Anzelin Gianluca - Pinot grigio 2011
Branko - Pinot grigio 2011
Castello di Spessa - Pinot grigio 2011
Colle Duga - Pinot grigio 2011
Comelli Paolino - Pinot grigio Amplius 2011
Drius - Pinot grigio 2011
Forchir - Pinot grigio Lamis 2011
Lis Neris - Pinot grigio Gris 2010
Livio Felluga - Pinot grigio 2011
Marco Felluga - Pinot grigio Riserva Mongris 2008
Mario Schiopetto - Pinot grigio 2010
Ronco del Gelso - Pinot grigio Sot Lis Rivis 2011
Ronco delle Betulle - Pinot grigio 2011
Toblar - Pinot grigio Gris 2011
Vie di Romans - Pinot grigio Dessimis 2010

Focus - I Sauvignon in finale
Arzenton - Sauvignon 2011
Colle Duga - Sauvignon 2011
Gigante Adriano - Sauvignon 2011
Lis Neris - Sauvignon Picol 2010
Luigi De Puppi - Sauvignon 2010
Magnàs - Sauvignon 2011
Marinig - Sauvignon 2011
Norina Pez - Sauvignon 2011
Rodaro Paolo - Sauvignon 2011
Ronchi di Manzano - Sauvignon 2011
Ronchi San Giuseppe - Sauvignon 2011
Ronco dei Tassi - Sauvignon 2011
Russiz Superiore - Sauvignon 2011
Venica & Venica - Sauvignon Ronco delle Mele 2011
Volpe Pasini - Sauvignon Zuc di Volpe 2011

Focus - La storia di un vitigno di antica tradizione
Fino al 2007 era “Tocai” oggi è “Friulano”, ma la contesa con l’ungherese Tokaji non ha turbato il valore e soprattutto il gusto del vino dalle origini francesi. La storia del vino Tocai friulano in molti punti si intreccia con quella del Tokaj ungherese, contribuendo a creare una certa confusione riguardo al vitigno dal quale si ottengono i due vini. Secondo un’interpretazione storica piuttosto diffusa sembra che il vitigno Tocai friulano sia stato trasportato dal Friuli all’Ungheria sotto il regno di Béla IV; altre fonti bibliografiche attribuiscono allo stesso re la richiesta di far venire dall’Italia e dalla Francia alcuni esperti per produrre il “Furmint”, ovvero il vitigno usato in maggior percentuale per produrre il Tokaji ungherese. Secondo una terza ipotesi nel 1623 Aurora Formentini andò in sposa al Conte Batthyány e i coniugi, andando a vivere in Ungheria, portarono con sé il vitigno di S. Floriano, detto Formint, che divenne poi Tokaji prendendo il nome dalla zona nella quale fu trapiantato.
Studi più recenti sembrano dimostrare che l’origine del Tocai friulano sia in realtà diversa. Negli anni ‘70 iniziò a Conegliano un programma di selezione clonale che mise in rilievo alcune somiglianze con il vitigno Sauvignon. L’analisi del Dna, in seguito, rivelò che il vitigno Tocai friulano altri non era che il Sauvignonasse, vitigno presente nei vigneti del Bordolese, oggi quasi scomparso in quella zona della Francia e arrivato in Friuli, probabilmente assieme al Sauvignon, nel periodo in cui, a metà dell’Ottocento, si iniziarono a coltivare i vitigni francesi nei vigneti friulani. Quest’ultima ipotesi confermerebbe la completa autonomia dei due vitigni indagati, ovvero l’origine francese del Tocai friulano e la derivazione della denominazione di quello ungherese dalla regione in cui da sempre è stato coltivato. Tale affermazione troverebbe inoltre il suo fondamento nella diversità che caratterizza i due Tocai, sia per vitigno che per vino. Basti solo ricordare che il Tocai friulano è un vino secco, fruttato con una delicata nota di mandorla gentile; quello ungherese, benché possa esistere anche in versione secca (Szàraz) o abboccata (éder) è famoso per la sua versione dolce, anzi dolcissima, di colore ambrato, con circa 15 gradi di alcol ed una altissima concentrazione di zuccheri residui.
A fare luce sulla questione che nel passato ha coinvolto conti, frati e cavalieri di Francia, Italia e Ungheria interviene, nel 1993, la Comunità Europea, che dopo aver mediato un accordo tra Italia e Ungheria, vieta l’utilizzo della dicitura “Tocai” per il vino friulano a partire dal marzo del 2007, in quanto giudicato troppo simile all’omologo doc ungherese “Tokaji”. Nel gennaio 2008 la Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia intenta l’ennesimo ricorso per annullare la sentenza, ma il 15 novembre dello stesso anno la Corte Costituzionale giudica incostituzionale la legge regionale 24/2007 del Friuli Venezia Giulia che stabiliva la possibilità di utilizzare il nome Tocai per la vendita sul territorio italiano.
Dalla vendemmia 2008, il nome Tocai non può più essere utilizzato e da allora sostituito dal nome “Friulano”, a sottolineare il forte legame del vino col territorio, una scelta appoggiata sia dal Ministero delle Politiche Agricole che dalla Regione Friuli Venezia Giulia, che hanno stanziato un fondo per la promozione della nuova denominazione. L’obiettivo è quello di informare i consumatori italiani e stranieri che il vecchio Tocai non è scomparso, ma ha solamente cambiato nome. Il suo gusto, la qualità e la relazione con il territorio rimangono quelli di un tempo, quelli eccellenti di sempre, custoditi sotto la nuova denominazione di Friulano. Ciò che si auspica è un aumento della commercializzazione del Friulano, contestualmente ad una crescita vitivinicola di qualità estesa a tutto il territorio di produzione.

Focus - Le caratteristiche del Friulano
Condizione indispensabile per la produzione di un Friulano di qualità è che i vigneti abbiano un’età media superiore ai 10 anni. Le viti sono nodose e contorte e richiedono cure attente. La vigoria del vitigno è elevata e la produzione è abbondante. La qualità delle uve ottenute ripaga degli sforzi profusi. Il grappolo è semi compatto, di forma cilindrica, con due ali contenute. Gli acini sono rotondi e contengono in media due vinaccioli. La buccia è sottile ed è ricoperta di pruina. Rispetto alle altre varietà a bacca bianca è caratterizzato da un germogliamento tardivo, una maturazione media e un’acidità titolabile più bassa quando giunge a maturità. Produce uve di ottima qualità quando è coltivato in terreni asciutti e poco profondi, come quelli delle sette zone Doc di tutela del vino Friulano: Collio , Colli Orientali del Friuli, Friuli Annia, Friuli Aquileia, Friuli Grave, Friuli Isonzo, Friuli Latisana. Il Friulano è un vino fine, delicato, elegante, ricco di struttura ed equilibrato. Il colore è giallo paglierino o dorato chiaro, luminoso. Il bouquet è ampio, si percepisce la prevalenza dell’armonia delle note vegetali del fieno, dei fiori di campo, del timo, della camomilla fusi a rimandi vinosi e minerali di esemplare pulizia. Quanto promette al naso, il Friulano lo conferma al gusto che individua la sua caratteristica principale nel sentore di mandorla gentile che lascia nel finale in bocca.

Focus - Le caratteristiche del Pinot Grigio
È il più poliglotta tra i bianchi della numerosa famiglia del Friuli Venezia Giulia. Un vino che si fa comprendere ovunque in quanto usa un linguaggio internazionale, pur mantenendo la personalità conferitagli dal territorio. Il successo gli deriva dalla combinazione di più fattori, come il suo tocco accondiscendente che incontra il gusto dei consumatori e che ben si adatta ad una notevole varietà di piatti, unito ad un’intelligente opera di comunicazione e di posizionamento sui mercati mondiali, segnatamente degli Stati Uniti. Il nome deriva dal fatto che la buccia è color grigio ramato che era, poi, il colore del vino, in quanto era fermentato con le bucce. Poi la vinificazione in bianco, caratterizzata dalla separazione mosto-buccia, gli ha conferito quel timbro polivalente che lo ha reso celebre.

Focus - Le caratteristiche del Sauvignon
Tra le varietà internazionali, il Sauvignon è uno dei vitigni più famosi ed apprezzati, in quanto dà origine a vini di straordinario livello qualitativo. Originario della Francia, e più precisamente delle zone di Bordeaux e della Loira, è alla base di vini quali i Graves, i Sancerre e i Pouilly Fumé. Fuori dall’Europa sta avendo grandi successi in California e soprattutto in Nuova Zelanda. Viene coltivato in Italia da oltre un secolo, dove fu introdotto inizialmente in provincia di Parma e Piacenza. Si è poi diffuso nel Veneto e soprattutto in Friuli Venezia Giulia e Alto Adige. Normalmente il Sauvignon cresce bene nelle zone dal clima continentale, ma la sua versatilità è tale che anche nelle aree calde, con una sensibile escursione termica, offre buoni risultati. Il vino che si ottiene è considerevolmente migliorato negli ultimi anni, grazie ad una più attenta tecnica di vinificazione. Esprime una gamma di profumi molto intensi, personali e facilmente riconoscibili tra i quali quello di fico, di foglia di pomodoro e pietra focaia. Ha buona struttura e capacità di invecchiamento.

Focus - Il marchio “Tipicamente friulano”
“Tipicamente friulano” è un marchio registrato dalla Direzione centrale delle risorse agricole, naturali e forestali della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia che ha nell’Agenzia Regionale per lo Sviluppo Rurale, Ersa, il suo ente attuatore. Utilizzabile in quattro versioni, tre delle quali contraddistinte dalla presenza per esteso della scritta Tipicamente friulano e una in cui l’aquila patriarchia, che contiene un cuore, è giocata sui colori del giallo e del blu, il marchio Tipicamente Friulano riunisce, sotto un’unica bandiera, tutto quello che cresce nelle campagne e si trasforma nelle aziende della regione Friuli Venezia Giulia. Può essere impiegato per contrassegnare prodotti agroalimentari la cui produzione e/o trasformazione avviene nell’ambito del territorio regionale, o per i quali è prevista l’utilizzazione anche parziale di materie prime ottenute all’interno della regione ed può venire esteso anche a prodotti che concorrono ad essere espressione della tradizione agricola, gastronomica e agroalimentare del Friuli Venezia Giulia. Una declinazione specifica del Tipicamente friulano è quella che promuove la nuova denominazione del vino bianco Friulano, per la sua caratteristica di identificarsi marcatamente con il territorio delle sette zone Doc accreditate a produrlo. Il Friulano è Tipicamente friulano perché dal genoma del cuore del vitigno, alle barbatelle di Rauscedo, ai terreni e al clima in cui cresce fino alle centinaia di cantine in cui soggiorna prima di essere consumato, tutto si realizza entro i confini regionali. Altri prodotti facenti parte del paniere “Tipicamente friulano” sono: il prosciutto di San Daniele e il formaggio Montasio la trota, la mela, la patata, il mais ed i suoi derivati, il Fico Moro da Caneva, il miele, la brovada, l’olio.

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