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GAJA: “VENDEMMIA 2007: LA PIÙ SCARSA DI SEMPRE”. RIFLESSIONE SU “PERCHE’ IL MOSTO CONCENTRATO RETTIFICATO? … L’OFFERTA PREME, CONSUMI CALANO, CRESCE LA CLIENTELA CHE PAGA “COME GLI PARE” …CONTROLLI PER SCORAGGIARE LA MOLTIPLICAZIONE DEL VINO”

Italia
Angelo Gaja

Riceviamo e ben volentieri pubblichiamo l’intervento di Angelo Gaja, uno dei vignaioli più autorevoli dell’Italia del vino nel mondo, su “La vendemmia 2007: la più scarsa di sempre”, a cui l’imprenditore aggiunge degli argomenti di riflessione …

“La vendemmia 2007 ha battuto tutte le previsioni. Dati certi non ci saranno prima dell’anno nuovo. Si ritiene ora che l’Italia produrrà circa 40 milioni di ettolitri di vino, il calo si aggira attorno al 20% rispetto alla vendemmia del 2006; non si era mai prodotto così poco vino in Italia. Della qualità del vino forse è ancora presto parlare ma prevale fra i produttori un esteso ottimismo.

Quale valore dare alle stime della quantità di vino che si produrrà in Italia nel 2007?

Nei due mesi prima della vendemmia le stime sulla produzione di vino che sta per arrivare godono di grande clamore, ancorché provvisorie e largamente dipendenti dalle condizioni climatiche, che intercorreranno sino alla raccolta. Assomigliano alle primizie, beni di consumo buoni a nutrire gli impazienti.

Se si prova, invece, a chiedere ad un viticoltore di avanzare una previsione sulla quantità vendemmiale ad un mese dalla raccolta è facile osservare che resterà molto prudente, fino all’ultimo, consapevole com’è dei diversi fattori ed imprevisti che possono modificare la stima; perchè si ricorda delle sorprese vissute allorché, a vendemmia già iniziata, la quantità d’uva “cresceva” oppure “mancava” rispetto alle valutazioni maturate in un anno di vita trascorso nel vigneto.

Le stima della produzione d’uva e di vino sono anche utili, ma l’alea può superare anche il 15%, è elevata e non ci si deve dimenticare di tenerla in conto.

Quali fattori hanno influenzato un calo di produzione così marcato?

E’ ormai risaputo essere stata la siccità ovunque, le giornate calde e ventilate al Nord ed al centro che hanno prosciugato le uve, il caldo africano al Sud accompagnato in Sicilia dal difficoltoso controllo della peronospora.

Che necessità c’era quest’anno del Mosto Concentrato Rettificato (Mcr)?

Ai fini dell’autorizzazione ad ottenere il contributo pubblico che innesca la produzione di Mcr, le stime anticipate della produzione vendemmiali sono funzionali: l’invocazione di annata “sfavorevole” era stata di conseguenza avanzata da tutte le regioni italiane, ci mancherebbe! Sono queste le due condizioni che mettono in moto la produzione del Mcr. Successivamente è avvenuto che le previsioni di produzione avanzate siano state smentite dalla scarsità della vendemmia e ci si è accorti che le gradazioni alcoliche erano già di per sé stesse elevate e che assai spesso i vini non richiedevano correzione alcuna. E’ da presumere che il Mcr, comunque prodotto, sia rimasto in larga parte invenduto od inutilizzato nelle cantine per lo scopo al quale era destinato. Poiché è un prodotto di difficile conservazione che fine farà il Mcr prodotto quest’anno? Quanto se ne è prodotto? A quanto ammonta complessivamente il contributo versato dalla Stato in favore della sua produzione? Occorrono un Grillo o un Gian Antonio Stella a richiamare l’attenzione sull’utilizzo che si fa del denaro pubblico, ed a chiedere un rendiconto? C’è il pericolo che il Mcr di quest’anno, non utilizzato, venga destinato ad usi impropri?

Il calo di produzione si è verificato soltanto in Italia od anche negli altri Paesi?

Mal comune mezzo gaudio. Sei mesi fa l’Australia aveva già registrato un forte calo. Abbastanza identicamente è avvenuto negli altri paesi del nuovo mondo ed in quasi tutti i paesi europei.

Quali saranno sul mercato gli effetti della vendemmia 2007?

Essa produrrà un benefico riequilibro del mercato del vino, nazionale ed internazionale.

In Italia sono saliti i prezzi delle uve; saliranno nel 2008 i prezzi del vino sfuso. E’ inevitabile che gli aumenti si ripercuotano sui prezzi delle bottiglie. Però non tutti i mercati li assorbiranno allo stesso modo.

Sul mercato italiano c’è una situazione molto confusa: l’offerta preme fortemente, i consumi di vino continuano a calare, la clientela che paga “come gli pare” cresce di numero. Quello dei pagamenti è diventata ormai una piaga scoperta. Il mai abbastanza compianto Giacomo Bologna suggeriva con sarcasmo per i clienti supposti cattivi pagatori di adottare una tecnica conciliante: “fargli un grande sconto subito, così dopo si perderà di meno”.

Sui vini italiani che vendono al pubblico a meno di 3 euro a bottiglia, nel giro di pochi mesi diventerà impossibile non “correggere” i prezzi. In questa fascia di prezzo vedremo aumentare nei supermercati l’offerta di vini provenienti dall’estero. Per i vini che vendono nelle fasce di prezzi superiori l’aggiustamento dei prezzi risulterà più graduato e largamente diluito nel tempo sui mercati esteri i vini italiani che vendono nelle fasce dei prezzi più bassi avvertiranno forte la competizione dei vini del nuovo mondo. L’Italia del vino, grazie alla bravura dei nostri imprenditori, è, invece, molto agguerrita nelle fasce di prezzo comprese tra i 3 ed i 10 euro a bottiglia partenza cantina e siamo anche bravi nella fascia di prezzo immediatamente superiore: dove l’aggiustamento dei prezzi potrà essere fatto con gradualità. E, comunque, i Paesi concorrenti dell’Italia saranno obbligati ad aumentare i prezzi perchè di vino nel 2007 ne hanno prodotto di meno anche loro. E’ risaputo che la debolezza del dollaro non ci favorisce: se essa persiste i nostri imprenditori saranno chiamati a spingere la loro bravura al limite. Il semaforo rosso si accenderebbe invece nel 2008 se in Italia dovesse ripetersi una annata calda, siccitosa e scarsa.

Controlli ?

Nel 2008 occorrerà ancor più attivare i controlli per scoraggiare gli indisciplinati dal cadere nella tentazione della moltiplicazione del vino. I vini maggiormente a rischio saranno quelli più fortemente richiesti sul mercato internazionale, quelli che vanno tutelati maggiormente perchè gli incidenti di percorso verranno sempre meno tollerati”.

Angelo Gaja

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