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GASTRONOMIA: ALAIN DUCASSE RITENTA LA CONQUISTA DI NEW YORK. DOPO DUE FALLIMENTI, QUESTA VOLTA IL CELEBRE CHEF PUNTA SUL VINO …

Alain Ducasse ci riprova: dopo due “fallimenti”, il pluridecorato chef francese ha deciso di ritentare di conquistare New York, una delle poche città in cui non ha fatto breccia. La ricetta per convincere gli americani, che tanto avevano criticato i suoi precedenti ristoranti, è cambiata: al centro il vino, di cui la gastronomia è una funzione. Prende le mosse da questa idea l’Adour, il nuovo ristorante firmato Ducasse nella Grande Mela, nell’Hotel St Regis.

“Il concetto - ha spiegato lo chef Tony Esnault, che aveva già affiancato Ducasse in una delle precedenti esperienze newyorkesi - è cambiato, la cucina è ispirata dal vino, in un ambiente più rilassato”.

La collaborazione di Esnault risale ai tempi del primo ristorante aperto da Ducasse nella Grande Mela, ristorante che venne chiuso nel 2005 dopo 5 anni di attività, durante i quali si era attirato violente critiche da parte della stampa americana per la sua arroganza e per l’estrema sofisticatezza. Questa prima negativa esperienza, però, non ha demoralizzato Ducasse, che ci ha riprovato con “Mix”, locale creato attorno all’idea di mix fra presente e passato, cucina e cultura, ma che é stato chiuso di recente.

Ducasse è uno dei maggiori chef francesi, incoronato diverse volte dalla Guida Michelin, dove il suo nome appare da 14 anni. Il famoso chef ha aderito, negli anni scorsi, insieme ad altri 300-400 grandi cuochi francesi, alla campagna affinché la cucina francese ricevesse una sorta di status internazionale sulla base dell’assunto che la cucina è cultura. Un’idea in qualche modo rilanciata dal presidente francese Nicolas Sarkozy, secondo il quale la gastronomia francese meriterebbe il patrimonio dell’umanità dall’Unesco, perché “é la migliore del mondo”.

La Francia - ha precisato Sarkozy nei giorni scorsi - depositerà regolare domanda per ottenere nel 2009 dall’organismo internazionale delle Nazioni Unite il riconoscimento che “merita”, aveva spiegato il presedente, perché “é un elemento essenziale del nostro patrimonio”. Esiste un precedente di una richiesta in questo senso da parte del Messico, che nel 2005 l’ha sottoposta all’Unesco. La richiesta venne respinta.

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